Del corpo di Cristo
di Elsa Dal Monego


Reliquie.

Oggi molte importanti chiese cattoliche vantano di possedere reliquie di grande valore, che invece a volte sono solo dei falsi. Si dice che in Francia in tre diverse chiese si trovi in ognuna il corpo di S.Maria Maddalena e tutti rivendicati come autentici. Disseminati in altre chiese vi si trovano frammenti della croce di Cristo, naturalmente anche questi non autentici. Disse Mark Twain che tutti i frammenti in giro nelle chiese d' Europa basterebbero per costruire una nave da guerra. Poi vi sono i chiodi usati per la crocifissione che noi sappiamo essere stati tre o chi dice quattro, ma in giro nelle varie chiese ve ne furono trovati fino a 32, è più che naturale che ve ne furono stati forgiati altri. Nel 1935 in un censimento la città di Venezia ne possedeva tre, Roma ne possedeva due e in Francia Notre Dame ne possedeva uno.
Inoltre esiste un aspetto della Sacra Sindone poco nota al pubblico di almeno sessanta copie pittoriche della celebre reliquia, quasi sempre realizzate su lino e in dimensioni vicine a quelle dell' originale.
Ho fatto alcune ricerche sui vari argomenti che riguardano la morte di Cristo e la Sacra Sindone, ho trovato notizie interessanti però non sempre concordanti.

Crocifissione

Questa immagine di insopportabile disumanità. Era un venerdì, il sole era tramontato, Gesù dopo un regolare processo fu frustato e flagellato con 120 colpi di flagello, uno strumento formato da un manico e da tre o quattro cordicelle che terminavano con delle punte di piombo o con degli ossicini. Le frustrate furono date su tutto il corpo, ma non sulla parte cardiaca, perchè il condannato non doveva morire subito ma sulla croce. Gesù viene crocifisso, ma non come era uso fare con i condannati che venivano legati alla croce, ma venne inchiodato alla croce per mezzo di quadrati chiodi di ferro, è certo che la crocifissione avenne in terra, e i chiodi che inchiodarono le arti superiori non furono penetrati nelle mani come si vede in tanti crocifissi e dipinti, ma i chiodi trapassarono i polsi, questo ha permesso a un corpo di 75kg. di rimanere appeso per tanto tempo che altrimenti sarebbe caduto quasi subito, i piedi invece furono inchiodati insieme con un unico chiodo, senza alcun appoggio. (C'è qualcuno che sostiene e si sono visti anche qualche crocifisso e dipinto che i piedi di Gesù furono inchiodati separatamente, oppure incrociati ma con un appoggio.) La crocifissione era il più crudele dei supplizi.
Anche la corona di spine che cinse il capo di Cristo non era rotonda come la si vede nei crocifissi, e nella varie illustrazioni, ma era un insieme di spine a forma di copricapo piuttosto irregolare che gli venne conficcato sul capo senza tante cerimonie e fissata attorno al capo mediante un laccio.
La morte avvenne dopo tre ore di atroce agonia, la causa gravi disturbi respiratori dovuti alla posizione della crocifissione. Le cause della morte possono essere tre, la prima colasso ortostatico, causa che tutto il sangue del corpo cadde verso il basso non affluendo più al cuore e al cervello. Seconda causa, crampi tetanici che hanno provocato l'asfissia. E terza causa, lo spezzarsi del cuore, e a questo si attribuisce l'acutissimo grido che Gesù fece prima di morire: "Imma" "Mamma".
Oggi la corona e un pezzo della croce si trovano conservati a Parigi nella cattedrale di Notre Dame.
Il Sacro Manto è custodito a Treviri in Germania e la Sacra Tunica a Argenteuil in Francia, Dopo una lunga teologica disputa tra la cattedrale di Treviri e il convento di Argenteuil per possedere l'autentico mantello di Cristo è stato ora amichevolmente deciso che una possegga il Manto Sacro e l'altra la Tunica Sacra. Il più prezioso dei due indumenti è il Mantello causa delle due miracolose guarigioni verificatesi nel 1884 dopo che gli interessati l'avevano toccato.

Sindone.

La Sacra Sindone è un documento unico e insostituibile. E' il ritratto di Cristo lasciatoci da nessun altro che da Lui stesso. Un ritratto fatto e firmato da Cristo con il Suo stesso sangue.
Il lenzuolo bianco ingiallito dal tempo, in cui dopo la sua morte venne avvolto il corpo di Gesù, e dove in esso è impresso l'impronta frontale e dorsale di un uomo crocifisso. Come questa immagine si sia potuta formare sul telo ancora oggi non si è potuto spiegare, studi approfonditi hanno constatato che queste impronte non sono dipinte, non sono disegnate con penna, matita o altro, perchè in esso vi si sono riscontrate tracce di sangue e le macchie di sangue non sono in rilievo, ma come segnate a fuoco dentro il tessuto stesso. La Sacra Sindone non è fatta da mano dell'uomo, quindi non è un falso. Gli scienziati che l' hanno esaminata senza pregiudizi ne affermano l'autenticità. Se un falsario avesse voluto dipingere questa immagine, avrebbe dovuto usare un pennello composto da un solo pelo, dalle dimensioni non superiori a quelle del filo con cui è tessuta la Sindone. Quanti anni avrebbe impiegato per realizzare un dipinto lungo 4 metri e 36 o 37 centimetri?
Il tipo di tessitura del telo corrisponde a quello in uso nel Medioriente con tracce di cotone tra le fibre di lino, tessuto a spina di pesce, lungo m.4.36 o m.4.37 centimetri e largo m.1.10 centimetri, questo lenzuolo (probabilmente le misure non erano sufficienti per un sudario) fu allargato con una aggiunta di circa cm.8. Il lavoro di cucitura deve essere stato fatto da mani esperte perchè risulta fatto con una cura particolare in modo che avesse la stessa rifinitura laterale con cimosa come quella del telo grande.
Il lenzuolo funebre di Cristo nell'anno 944 fu portato a Costantinopoli, e nel 1203 fu spiegato in tutta la sua lunghezza, dove così vuole la tradizione. Fu allora che avenne la miracolosa scoperta e che apparve per la prima volta l'impronta di un corpo umano maschile.
La Sindone ricomparirà a Lirey in Francia tra il 1353 -1356 in possesso di Goffredo di Charny, che fece costruire una chiesa per ospitare e ostendere il lenzuolo, e dove venne mostrato per la prima volta come il lenzuolo funerario di Cristo. Goffredo morì senza aver mai rivelato come fosse entrato in possesso del lenzuolo.
Nell'anno 1453 è stato venduto a Ludovico e Anna di Savoia che lo porta a Chambery. Nel 1532 quì scoppia un incendio e la cassetta d'argento che contiene la Sindone piegata, ha un lato arroventato e una goccia di metallo fuso del coperchio perfora i vari strati del telo. Nel 1534 le suore clarisse di quella città rattoppano i 12 buchi nella tela, che ancora oggi sono visibili. Nel 1578 il duca Emanuele Filiberto la portò a Torino dove più tardi venne costruita la Cappella del Guarini e dove nel 1694 è stata spostata nella Cappella. Nel 1983 alla morte di Umberto II dopo 530 anni di proprietà dei Savoia la Sindone passa per volontà testamentaria alla Santa Sede, la quale ne affida la custodia all'Arcivescovo di Torino. La Sacra Sindone era il bene più prezioso dei Savoia, perciò spetta a loro il merito iniziale di aver custodito il sacro oggetto attraverso i secoli.
E non fu solo il fuoco a procurare danni, ma anche l'acqua. La prima volta l'acqua fece delle piccole macchie fra le tracce dell' incendio, che potrebbero essere state provocate dall'acqua che l'urna subì per lo spegnimento. Nell' altro caso si suppone che durante l'incendio del 1532, per poter maneggiare la cassetta e mettere in salvo la Sindone durante l' incendio, fu necessario usare dell'acqua, che penetrò all'interno della cassetta stessa, inzuppando quasi tutto il lenzuolo. La disposizione degli aloni ha fatto pensare che vi sia stata più di una occasione in cui la Sindone è stata bagnata. Si pensa anche che dell'acqua sia penetrata dai spigoli del contenitore e che questo sia avvenuto ancora prima dell'incendio di Chambery.
La prima ripresa fotografica alla Sindone avenne nel 1898 e destò interesse in tutto il mondo e d'allora è cresciuta l' esigenza della sua esposizione in pubblico. Nel lenzuolo di lino in cui secondo la tradizione fu avvolto il corpo di Gesù per la deposizione, di cui si hanno notizie sin dal lontano 1353 è visibile l'immagine positiva di un corpo umano dotato di stigmate. E' poi sicuro che il lenzuolo è dello stesso tipo adoperato per avvolgere i cadaveri in Palestina all'epoca di Gesù, anche se storicamente nei Vangeli non si fa alcuna menzione di un lenzuolo che avrebbe avvolto il corpo di Cristo. Ma si parla di "bende" e di un sudario, piccola tela posta sul volto.
Oggi a Torino si venera la Sacra Sindone, che prima fu conservata nella chiesa di S.Francesco, poi a Palazzo Reale, e infine nel Duomo. Solo nel periodo dell'ultima guerra, dal 1939 al 1946 venne portata di nascosto al Santuario di Montevergine (Avellino), perchè neppure il Vaticano sarebbe stato sicuro da offese belliche.
La Sacra Sindone è senza dubbio la reliquia più investigata e più veritiera, tanto è, che neppure gli scettici non hanno più dubbi. Ad ogni indagine diventa sempre più certo che l'impronta sia davvero quella di Cristo. Lo dimostra anche il fatto che su di esso fu prelevato del polline che contiene ben otto specie di flora appartenente alla Palestina, le cui piante fioriscono da febbraio a maggio e testimoniano l'epoca in cui questi fiori possono essere stati posti sul lenzuolo e che concidono con la morte di Gesù. Ai tempi di Gesù l'usanza voleva che venissero messe sugli occhi dei defunti una moneta per fermare le palpebre o per motivi rituali. Sull'uomo della Sindone sono state appoggiate due monete, uguali ad alcune coniate nel 29 d.C.
Certo rimangono ancora alcuni misteri e soptattutto quello che riguarda la ragione per cui il sangue anche dopo che Cristo fu stato rimosso dalla croce sembra che abbia continuato a sgorgare nel lenzuolo come se fosse stato ancora vivo.

Incendio.

Torino, erano le 23.30 dell' 11 aprile 1997 quando divampò l'incendio, nell'interno della cappella del Guarini, dove era custodita la Sacra Sindone. La cappella ormai invasa dalle fiamme e il pericolo della caduta di travi fecero pensare che ormai tutto era perduto. Ma l'ammirevole coraggio di un vigile del fuoco Mario Trematore che quando vide che la Sacra Sindone era in serio pericolo si è lanciato tra le fiamme e con una mazza e con tanta forza che gli fu possibile, picchiò contro la teca finchè riuscì a rompere il vetro e mettere in salvo uno dei simboli più amati della Cristianità.
Questo si può definirlo un miracolo perchè il vetro della teca era antiproiettile perciò resistente a qualsiasi colpo. Eppure il coraggioso vigile del fuoco riuscì a frantumare il vetro e mettere in salvo la reliquia.


Mie esperienze.

Abito a Merano, e non dimenticherò mai quando una fedele riproduzione in grandezza naturale della Sacra Sindone venne esposta al Kursaal. Andai a visitarla e rimasi molto scossa, l'atmosfera, la meravigliosa ricostruzione così perfetta in ogni particolare tutto era così vero, i visi mesti delle persone, quella serenità fecero che io mi immedesimassi in essa, e immersa in quanto mi circondava dimenticai tutto il resto.

Era d'autunno, i giorni si erano accorciati, le prime foglie giacevano in terra, e sbocciavano i primi crisantemi. La sacra Sindone era esposta al Kursaal. La sera stava scendendo e si accendevano le prime luci lungo le strade, camminavo assorta pensavo a cosa avrei visto, all'impressione che avrei riportato... ero curiosa.

Nella grande sala del Kursaal le luci erano soffuse e ovunque si difondevano le attenuate note di
una mistica melodia. La sala era affollata, ma la gente camminava in silenzioso ordine e sui loro visi si poteva leggere un sentimento di rispetto e quasi di sofferenza, tutto sembrava quasi sopranaturale.
Lungo i corridoi e nella sala vari cartelloni spiegavano la storia della Sacra Sindone, in vetrinette gli attrezzi di tortura. Anch'io mi sono fermata nel corridoio davanti ai cartelloni, ma non riuscivo a leggerli non li seguivo, io pensavo a altro, pensavo a cosa mi ha insegnato la religione sin da bambina, al Paradiso al purgatorio e all' inferno, ma col passare del tempo e crescendo ho cominciato a credere a modo mio, non seguivo più la religione, avevo "fede" e quello mi bastava, tutto il resto non era così importante. Ora stavo entrando in una stanza dove avrei visto qualche cosa che forse avrebbe deciso per me. Cosa avrei sentito davanti alla prova che Cristo è esistito, che è morto sulla croce? Sulla soglia un attimo mi bloccai, vidi la gente ferma davanti al grande tavolo dove era posata la stupenda riproduzione della più importante e più investigata reliquia esistente, qualcuno si asciugava gli occhi. Provai un senso di serenità qualche cosa che mi invitava ad avvicinarmi sempre di più, a qualche cosa che era anche mio che mi avrebbe tolto il dubbio e dato la certezza.
In quell'atmosfera di reverente silenzio, al centro della sala un grande tavolo e sopra di esso in una bacheca vi era posto il lenzuolo funebre di Gesù. Lì davanti ho visto la realtà e la vedevo anche sui visi mesti delle altre persone, e ho rievocato quello che la religione mi aveva insegnato sin da bambina.
Mi avvicinai quasi timorosa e i miei occhi si posarono su di esso, io nella mia concentrazione vedevo qualche cosa di molto grande, qualche cosa di straordinario, io vedevo Gesù, il dolore, la sofferenza. In quei momenti tutto pareva scomparso attorno a me, ero sola, non riuscivo a pensare, e io ero nessuno, quello che vedevo aveva qualche cosa di miracoloso e nel mio cuore si formarono mute domande: "Ma allora Gesù è veramente esistito? Ed è morto sulla croce per la salvezza nostra? E mentre silenziosamente piangevo davanti a quel lenzuolo funebre, mi è apparsa davanti agli occhi la vita e la morte.
La vita: mi ha portato in una stalla a Betlemme dove in grande povertà nasceva un bimbo in una fredda notte di dicembre, la morte: nel buio di un giorno di primavera senza vita, una madre senza lacrime, e un corpo martorizzato sopra a una croce di supplizio. Ero affascinata ma ero triste, su quel tavolo davanti a me c'era la testimonianza che Gesù è esistito e che è morto per liberarci dal peccato. Con queste sensazioni mi allontanai dal tavolo, e uscii dalla sala, ma qualche cosa era cambiato in me, non ero più come quando sono entrata al Kursaal per curiosità, ora avevo capito tante cose davanti
a quel lenzuolo avevo pianto, pianto di commozione e di liberazione e ho portato con me qualche cosa che avevo cercato per tanto tempo. Una risposta.
Questo è quanto ho provato, non era importante che la Sacra Sindone non fosse autentica perchè per me quel lenzuolo rappresentava ugualmente Cristo, il suo cammino verso il Calvario, e la sua morte.