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Richieste di offerte in denaro
Icone di santi

e preghiere
 










Mia nonna, da giovane, conobbe Bibbiana Cifelli, la contadina a cui, così come a Bernadette, apparve la Madonna Addolorata

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Ho avuto sempre una certa simpatia per Sant'Antonio. Essendo nato il 12 giugno, dunque alla vigilia della sua festa mi è stato imposto come secondo nome Antonio appunto, perciò mi chiamo Enzo Antonio. Per giunta, mia madre quando nacqui mi votò alla protezione di Sant'antonio e mi vestì per due anni da fraticello, con un piccolo saio nero ed il cordone bianco.

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"Santa Barbara mea!" dicevano i contadini quando all'improvviso saettavano i fulmini...

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si notino i calzari da antico romano


San Cosmo e Damiano si festeggia, ad Isernia, il 27-28-29 settembre di ogni anno, per la cui ricorrenza un tempo si effettuava anche una immensa fiera di animali proprio sul costone opposto a quello dove è sito il noto Eremo, detto appunto di San Cosmo e Damiano. In questo luogo, sino al Tardo Medioevo era ancora molto sentito il culto di Priapo ed Esculapio a cui, nonostante la cristianizzazione, venivano rivolte offerte, processioni e riti di fertilità. Il papa fu costretto a trasformare il vecchio tempio pagano a forma di fallo in chiesa e vi introdusse il culto di Cosmo e Damiano che essendo medici potevano ben competere con Priapo ed Esculapio. Tra l'altro, per gestire il culto cristianizzato, nei dintorni dell'eremo fu istituita anche una comunità di monaci, a cui -le male lingue- attribuivano il miracolo delle molte donne sterili che partivano da paesi lontani per venire lì a pregare per una gravidanza. Parecchie rimanevano davvero incinte! soprattutto durante la veglia notturna sotto il portico le poverette -con la benedizione dei due santi- potevano avere finalmente incontri adulterini lontane dai mariti.
Questi venivano narrati come ' ri miriaculi di santi Cosimi e Dammiani'

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C'era e c'è, non so perché, un gemellaggio religioso tra i devoti a San Cosmo e Damiano e quelli devoti alla Madonna di Canneto. Consiste nel fatto che un gruppo di uomini di Settefrati portano durante la processione sulle spalle i due santi ad Isernia, cortesia che poi viene ricambiata dagli isernini a Settefrati.

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