IL VIAGGIO VIRTUALE
di Marco Maggioni

agosto/settembre '98

 

Marco Maggioni
un esperto di orientamento al MANAGEMENT

 

personaggi : LUI - LEI - SPEAKER -

MUSICA

LEI
hai preso la macchina fotografica, con tutti gli obiettivi?? guarda che senza quella che ci andiamo a fare?...

LUI
vuoi dire che andiamo là solo per fare foto? che mi importa delle foto!

LEI
ma sì, dai, come documento, abbiamo un archivio immenso di fotografie, serviranno a qualcosa no? o...

LUI
le brucerò tutte prima o poi...la foto di viaggio è faticosa.. perchè ti distrae talmente! e poi impone un codice : sembra che tu esisti solo se ti vedi in cartolina con lo zaino sulle spalle: ecco vedi? ero là!!!

LEI
ma come, tu, il viaggiatore!!

LUI
no, no, non mi sono spiegato bene...io amo viaggiare , non vedo l'ora di farmi un viaggio, di partire, è che sto diventando insofferente ai ricordi

LEI
sfido! segno che invecchi, caro mio!

LUI
può darsi...ma non drammatizziamo e diamoci da fare...del resto il posto l'hai scelto tu...io ne ho convenuto..mi piace...e quindi si parte...d'accordo?

LEI
e chi parla...è che se mi aiuti a chiudere la valigia...non riesco a spingere

LUI
no, tu non riesci come al solito a privarti di cose inutili e ingombranti, non si può andare in giro con quel baule lì....dai!

LEI
ma non è un baule, è una semplice valigia

LUI
appunto!...di venti chili di roba inutile!...mi dici a che ti servono tutti quei vestiti?? quando lì a mala pena avremo un perizoma per coprire le nostrevergogne!

LEI
ma che dici! lo sai che esiste l'imprevisto...a te piace tanto...che poi significa anticipare, prevedere, programmare e quindi immaginare cosa può servirti se capita questo o quella occasione...

LUI
e il bello del rischio allora? dov'è? dov'è il brivido di rischiare di non essere accettatati, metti, all'ambasciata del Ghana perchè non ho lo smoking, e comunque andarci lo stesso!! sì, anche col rischio di essere fucilati!

LEI
ho capito...ti sei alzato male stamattina... adesso vedo se qualche cosetta posso eliminarla, ok ok, tranquillo, che tanto non andiamo in Ghana

LUI
ma io dicevo così tanto per dire...piuttosto hai visto i miei sigari?

LEI
ma tanto in aereo non si fuma lo sai! per dare fastidio a tutti poi!!

LUI
a ridai, coi sigari, è una vita che li fumo!

LEI
ed è una vita che non mi piacciono

LUI
e le tue sigarettacce allora?

LEI
beh devo pur difendermi, no?!

LUI
ok, d'accordo, ...allora, ricapitoliamo, guide e cartine ce le abbiamo...
dizionaretto pure...soldi cambiati, ok, i travel cheque ok e...gli indirizzi, le tappe con le indicazioni di alberghi, agenzie, eccetera, quelle le hai tu!

LEI
sì sì, tutto sotto controllo, ho messo in borsa ....è tutto pronto! e ora che facciamo? che mancano tre ore prima di uscire?!

LUI
già...che si fa?...mi viene un'idea!...così, tanto per calarci dentro l'atmosfera vacanziera...perchè non ci leggiamo, ricordi? quei raccontini estivi che abbiamo scritto l'altr'anno in Sardegna?

LEI
ottima idea...facciamo così...tu leggi il mio ed io il tuo, ti va?

LUI
va bene, inizio, si intitola

La strana coppia MUSICA

Aveva un volto tirato, colmo di rimprovero. Gli occhi abbassati. Ogni tanto a capo chino li rivolgeva verso l'uomo seduto di fronte: fessure piene di rancore, le guance livide, il labbro imbronciato, spaventato.
Una bella ragazzina; avrà avuto sui 16 anni, non di più. Il corpo proteso sulla tazza di caffé e latte, la mattina al risveglio durante il brackfast in albergo. Di fronte l'uomo appariva indifferente e neanche la guardava, dall'alto dei suoi 40 anni.
C'era qualcosa che non funzionava in quella coppia, così silenziosa ma così eloquente nel contrasto.
Da una parte la calma dell'uomo maturo consapevole della propria capacità di tener testa alle situazioni, anche le più scabrose, che sa che il broncio di lei passerà, oppure che sa di essere dalla parte del giusto, perché é così che va il mondo. Lei, impreparata invece ad affrontare una situazione che credeva di dominare per incoscienza giovanile , stava lì quasi implorante con le spalle ricurve a mò di supplica insieme al rancore negli occhi per aver osato troppo lui, forse, o forse per delusione, ecco, delusa che lui l'abbia messa nelle condizioni di dover essere ciò che non é , una donna fatta.
Forse lui ha preteso troppo da lei. Non puoi impormi a fare certe cose; non sono ancora pronta, lo so, sono una bambina; ma tu hai rovinato tutto; hai forzato quello che magari potevi ottenere col tempo, con calma, con la tenerezza, sembrava dicesse quel volto innocente stravolto da una pena interiore che la faceva diventare molto più grande di quanto fosse.
Un altro fatto sconcertante era che per tutto il tempo della colazione tra i due neanche un gesto, un intenzione di intesa, uno sguardo, un sorriso, uno scarto di movimento che potesse presagire non dico una soluzione, ma un dialogo liberatorio, un gesto d'affetto, una complicità o almeno un indizio di rapporto comunque fosse.
Erano sicuramente appena sposati perché con quella differenza di età non li avrebbero certo potuti accogliere all'albergo! Anzi, avrebbero chiamato i carabinieri. Non avevano anelli al dito, ma questo non vuol dire niente.
La loro era comunque, a ben guardare, una intimità palese, quasi sfacciata, dovuta al fatto che nonostante non si comunicassero, era tangibile un legame forte quasi scontato, nel senso che non c'era disagio in lei nel manifestare la propria contrarietà e disappunto, non c'era disagio in lui nell'ostentare una pacifica facciata.
La ragazzina, così imberbe, cosi bellina nel suo broncio, per la prima volta scopre con sgomento e sospetto di essere diventata grande e non vuole esserlo. Si leggeva in lei la resistenza della donna ancora non fatta che ha nostalgia della propria innocenza perduta.
Perduta per colpa di quell'uomo tanto sicuro di sé, severo, così poco incline al sorriso e alla tenerezza.
Accomodato al tavolo accanto , percepivo monosillabi lanciati dal lei quasi suppliche o rimproveri. L'astio era evidente in quel bel taglio degli occhi che come fendenti ferivano l'uomo senza scalfirlo e ancora più indispettita per questo, ribadiva languente con la mano una preghiera, triste e attristata per qualcosa di irrimediabile, o irragiungibile?
Il rancore insomma di essere diventata donna, così in fretta, forse in malomodo, presa per diritto d'uomo, per di più marito, e non per amore. Scoprire di essere alla mercé di leggi spietate, poco avvezze alle necessità del cuore e della giovinezza. Indecifrabile coppia, sconcertante rapporto quasi contro natura, improponibile.
Si é compiuto un misfatto stanotte! tutta la pena e la comprensione per lei, povera figlia!
Li ho rivisti la sera, a cena, di fronte a noi, contro la finestra di proflo entrambi. Spiccavano i loro volti, il naso aguzzo di lui, le labbra febbrili di lei, sempre lo stesso distacco, quasi indifferenza. Si parlavano a scatti
Ad un tratto un sospetto: quel sopracciglio sollevato, si solleva ad entrambi! allo stesso modo! il taglio degli occhi anche, é lo stesso. Per la prima volta lui sorride , anche lei di malavoglia, ma sorride, rivelando una crosta di denti luminosi. Identici!!
E quel gesto della mano é preciso al gesto di lui quando si tocca la nuca, come un tic. Quando a un tratto lei con dispetto, col solito broncio dipinto sulla faccia, lo stesso rancore della mattina e il tono aggressivo ed insolente, tipico di un giovane della sua età che vede tutto in modo esclusivo e irrimediabile, esclama " ma te l'avevo detto ...babbo...!!" eccetera eccetera!.
Babbo?!! semplice, ecco una parola risolutiva, tranquillizzante, che azzera la fantasia insieme alla malizia.
Che spreco di energia se poi la realtà é così deludente!

MUSICA

LEI
bene, non mi dispiace letto da te...bravo...hai reso l'atmosfera...la suspence... adesso tocca a me, dammi il tuo racconto...dunque...titolo:

Anna e le formiche MUSICA

Era giuliva come sempre, strizzata nel suo vestitino a fiori vistosi tirata dal suo cagnolino barboncino del tipo bastardo, uscendo a precipizio dalla finestra della veranda dell'albergo. Era l'Anna. Mi saluta festosa rompendo il silenzio dell'alba e la mia visione mattutina del mondo, seduto in terrazza a contemplare le complesse figure ritagliate dalle rocce protese sopra il mare tranquillo dell'alba.
Trotterellando insieme al cagnetto la vedo scomparire dal sentiero tra le rocce, uscendo dalla mia vista come cala il sipario dopo una rapida performance di grande effetto drammaturgico.. E' ritornato il silenzio, quello vero, quando puoi ascoltare quei rumori interdetti durante il giorno nel formicolìo della vita quotidiana.
Come quel trambusto lì sotto i miei piedi contenuto in una striscia lunga tutta la terrazza, una sequenza di formiche interminabile, barriera quasi invisibile di vita trasversale un andirivieni continuo , due file ben incolonnate, autostrada a due corsie dove tutte sanno cosa devono fare e soprattutto dove andare, non ci sono ripensamenti per nessuno, imperterrite filano avanti imboccando magari al volo una mollica e salutando con le antenne una compagna cui destinare una notizia . Intanto le formiche caporali- ce n'é una ogni trentina di formiche - fuori della fila fanno avanti e indietro per controllare suggerire aiutare, come quella lì che si é messa in testa di trasportare un ramoscello che sarà venti volte più lungo e pesante di lei, facendocela lo stesso, ma interrompendo la fila e questo non é ben fatto tant'é isolarla , se la vedesse poi lei da sola a sbrigliarsela sia col ramoscello e sia poi con la grande capa che sicuramente aspetta dentro la tana e farà giustizia.
Ho cercato di seguire il tracciato di una o due protagoniste di tale maratona, ma sia perché non é facile per l'umano distinguere le differenze tra formiche come del resto le differenze tra cinesi per chi non sia cinese, e sia perché mi mancavano gli occhiali da vicino, non ho potuto capire se fosse tutto regolare questo andare imperterriti in una direzione anzi due una in avanti e una fila di ritorno, ma avanti per dove? e ritorno da dove per andare poi dove? ecco il mistero, o forse l'evidenza: era come il mare, come le onde che mica ne puoi seguire una per vedere dove va, no, perché quell'onda rimane sempre lì , si ripercuote semplicemente sull'altra che viene dopo, le dà la spinta ed é così che il mare rimane sempre lo stesso, le onde si rifrangono sempre sullo stesso punto accanto alla battigia, imperturbabili avanzano senza avanzare , procedono per simpatìa, é come se tu dessi una gomitata di intesa al tuo vicino, il tuo vicino desse una gomitata all'altro suo vicino, il vicono col vicino e così via, rimanendo ognuno fermo, dinamici ma statici nello stesso tempo.
Era fatta così quella fila di formiche che con moto ondoso regolare attraversava la mia vista ormai ipnotizzata da tanto clamore, da tanto da fare almeno apparentemente senza meta, come noi del resto quando crediamo di stare facendo qualcosa che serve e invece é sempre un tirare a campare.
Ad un tratto un formicone di razza diversa dalle dimensioni gigantesche almeno rispetto alle altre sorelle, intendeva attraversare la fila con sicumera e arroganza di stazza, ma non c'é stato verso per lui, son bastate due o tre formiche ben addestrate staccatesi dalla fila ad un fischio del capo, che subito lo hanno attaccato con grinta fino a farla scappare a gambe levate.
Con la coda dell'occhio vedo riemergere dalle rocce una mole imponente che sale che sale fino a coprire tutto il mio campo visivo , non era una formica gigante , era l'Anna che nonostante la erta salita dal mare mi appella stentorea la sua contentezza mattutina fresca e gocciolante di acqua e di allegria, chiamando argentina il suo cagnolino che arrancava poveretto.
Volevo fermarla, avvisarla che non poteva passare di lì, scegliesse una altra strada, volevo presentarle le mie nuove amiche , proteggerla anche dalle squadracce di formiche ben addestrate forse anche contro gli umani; e la donna quasi mi avesse sentito, con naturalezza, o istinto animalesco, leggiadra compie un balzetto rotondetto come le sue forme strette strette in un corpetto che sembrava un bauletto e supera di getto la fila senza intaccarla per nulla; ho controllato io stesso , le formiche non si sono scomposte per nulla per questa improvvisa ventata d'aria sopra la loro testa, ben piantate come sono per terra.
L'Anna rientra nella veranda lanciando un saluto a me ma anche al destino col braccino sollevato a mò di diva che esce dalla comune con un gridolino.
Riprendo la mia meditazione, ma sento subito un pizzicore sulle gambe e vedo con meraviglia di essere assalito da una delle squadracce anti disturbo; ho capito sono importuno anch'io, ho osato troppo ho voluto capire o anche carpire il vostro segreto di formiche, scusate me ne vado via anch'io. Con due , tre manate sulle gambe mi libero delle ardite combattenti lasciandole per terra tramortite.

MUSICA

LUI
brava...ecco qua...che pace...ero così nervoso prima che...ti avrei picchiato!

LEI
me ne sono accorto...tanto, ce le avresti prese tu!

LUI
sei più aggressiva tu! lo so!

LEI
...vedi come ci vuole poco per tirarsi su?! vedi che sono importanti i ricordi...altro che!

LUI
hai ragione, come sempre...cara...è che mi sentivo compresso, come preso in un ingranaggio che esce dalle mie possibilità di controllo...non so, il viaggio per me è sempre stato una aspirazione al cambiamento, al gusto della sorpresa, al compiacimento della scoperta....

LEI
bèh! e allora, oggi pensi il contrario forse? viaggiare non ti basta più?

LUI
e già, viaggiare non basta più!!...ma com'è che dici delle grandi verità senza accorgerti di dirle?!

LEI
sei tu che sottovaluti i miei livelli di consapevolezza, caro...il viaggio per me è stato sempre una occasione di vitalità, di mettere a repentaglio il mio fisico, del resto ho affrontato viaggi numerosi tutta da sola, prima di conoscerti... era come una sfida...elettrizzante...come se volessi esporre il mio corpo alle grinfie del mondo ed avere la consapevolezza e l'accortezza di sfuggire ai suoi artigli, ai pericoli ...e non hai idea come ci si sente quando ci si rende conto di stare ad esempio in luogo sconosciuto con gente sconosciuta, dove devi apprendere tutto, sentirti una formica, un nulla , ma nello stesso tempo sentirti tutt'uno con quella atmosfera, con la terra su cui poggi i piedi, che sei simile ai tuoi simili, che puoi comunque comunicare con un gesto , una espressione, è allora che ti riscatti, recuperi tutta l'energia della presenza, di una sana e forte presenza...io intendo così il viaggio...

LUI
non male...mi riconosco anch'io in parte in quello che hai detto...soprattutto questa carica che ti dà il fatto di sentirti svuotato da tutti i pregiudizi e classificazioni pronto a predisporti a capire senza mediazioni culturali, soddisfatti della propria fisicità, pronti ad esplorare il mondo....comunque per me viaggiare è anche un processo mentale, è certo partecipazione fisica, come dici tu, ma più importante è l'elaborazione dell'esperienza, quello che catturo dalla novità, dall'insolito, da ciò che non conosco, il mio vero viaggio è quello mentale, per questo non si limita al tempo del viaggio fisico, ma spesso si dipana si prolunga nel tempo , i ricordi, i ripensamenti, ...insomma tutta materia itinerante nella coscienza...senza limiti di spazio, di tempo...di aerei, di orari, di attese, di spese....già...ci hai pensato mai? il viaggio mentale non costa niente...

LEI
...ho già capito dove vuoi arrivare, sai?!

LUI
...che ne dici se facciamo adesso una gara..?

LEI
una gara?

LUI
sì, scriviamo un racconto ciascuno e poi ce lo leggiamo...è così bello sentire la tua voce che legge..

LEI
beh! non è una brutta idea, con la voce che ho!!!ah! ah!, dimentichi una cosa però..... abbiamo l'aereo che ci aspetta

LUI
e tu fallo aspettare...se gli va...altrimenti...pazienza!!

LEI
...ah! è così? ci rimborsano i biglietti, dici???

LUI
certo, ci mancherebbe!!!

LEI
...e il tema? qual'è? 'come ho perso l'aereo'?

LUI
no, potremmo raccontarci i nostri viaggi passati, quelli fatti insieme e quelli no, che ne pensi?...non è come viaggiare??

LEI
sai che ti dico? è una ottima idea!..ci sto...ad un patto...

LUI
e dagli con questi patti...son sempre capestri...

LEI
...a patto che organizzi tutto tu in terrazzo: l'ombrellone, le sdraio, una pompa d'acqua a portata di mano, bibite fresche a disposizione, un bacetto sulla guancia quando te lo dico io, e....ti alzi tu a mettere la musica...perchè è essenziale il sottofondo musicale, no?! caro?!!

LUI
sì, cara!!! evviva.... ci sto...affare fatto...tutti fermi...inizia il viaggio...magnifico!

MUSICA

SCHEDA - Speaker:

E' sufficiente che fai di tutto per partire, prepara bagagli, prenota treni o aerei, alberghi o case per vacanze, aspetta fino all'ultimo fino alla soglia della porta di casa, dai per certo che stai partendo, fai la mossa insomma, sarà più elettrizzante poi se ti ravvedi, simultaneamente disdici tutto, disfi con calma le valigie, disposto magari a pagare qualche mora, ma quanto guadagni in salute?? solo la soddisfazione e la consapevolezza dello scampato pericolo!
Recuperi subito con sane mangiate in casa , riabilitando cibi e ricette che volevi collaudare da un pezzo e non avevi mai il tempo di sperimentare, ti cali in letture sane, raramente interrotte dal telefono o da guai d'ufficio o di lavoro, o addirittura puoi permetterti un pò di lavoro, se fatto in casa in agosto può assumere un senso diverso, più intrigante, creativo, libero da orari , verifiche di superiori, lamentele, stress decisionali, ritmi di consegna.
Beato te la godi , esci quando vuoi, e trovi sempre una città a misura d'uomo, vaghi addirittura a piedi senza stress, guardi con occhi diversi la città, il tuo quartiere che ti sembrava tanto brutto e sgradevole, recuperi i musei che non hai visto, accogli col sorriso il turista che ti importuna, fai amicizia coi pochi locali rimasti come te, astuti, a godersi le meraviglie di casa sua.

MUSICA