Verbale 7241
autografo
dell'autopsia effettuata sulla salma di Benito Mussolini




    Il documento in numero progressivo che qui segue e che riporta il N° 7241 è stato fotocopiato nel 1992 da me Enzo Cicchino direttamente dal librone ufficiale delle autopsie conservato presso l'Istituto di Medicina Legale e delle Assicurazioni in via Mangiagalli presso l'Università di Milano. Affermo il suo essere assolutamente autentico.
    Il fatto che la prima pagina del verbale fosse redatta sul ritaglio di un articolo tratto da -Italia Libera- non trovò giustificazione convincente quando ne chiesi ragione in Istituto, dicevano fosse stata null'altro che una bizzarria dell'epoca. Invece, a ben riflettere, dopo tanti anni, non credo alla casualità, mi verrebbe da dedurre che il gesto avesse avuto -al contrario- un intento preciso, quello di dare una chiave di lettura pilotata delle pagine che seguivano, vale a dire dell'autopsia stessa. L'articolo di Enrico Nigra infatti dà la versione ufficiale dei fatti, quella siglata dai partigiani e poi da quasi tutti gli storici contemporanei per circa mezzo secolo;  essa afferma che Mussolini e Claretta sono stati fucilati dinanzi al cancello di Villa Belmonte nel pomeriggio del 28 aprile 1945, fatto che qui non si narra nei dettagli ma se ne suggerisce la concordanza.
    Se però di tutta la faccenda Mussolini, dopo più di 50 anni, esistono ancora aspetti poco chiari, il fatto che invece è più certo è proprio quello che Benito e Claretta non furono per nulla esecutati a Giulino di Mezzegra dinanzi al cancello di Villa Belmonte come si è raccontato, bensì altrove, in circostanze ancora tutte da chiarire e molte ore prima delle fatidiche 16.00 ufficiose, forse nella mattina, se non addirittura nella notte. Da più testimonianze la cui veridicità però andrebbe capillarmente incrociata e verificata nei dettagli sembrerebbe che gli avvenimenti principali e tragici si fossero svolti tra le nove del mattino e mezzogiorno.
    Dunque l'articolo di ITALIA LIBERA di incipit non è una stranezza ideata da alcuni professori universitari estrosi, ma un messaggio ben chiaro -qualunque possa essere l'opinione che, lettore, ti fai, leggendo queste pagine, sappi che la nostra versione ufficiale dei fatti è quella espressa in precedenza-. Ed era proprio saggio porre le mani avanti, in quel clima estremamente critico nella Milano del tempo.
    Altro fatto non banale: sull'ultima pagina di questo referto autoptico potrete leggere anche un altro articolo, allo stesso modo incollato -Duce Was in the Pink-  tratto da una agenzia informativa della American Press e pubblicato il primo febbraio, forse del 46, nel quale si recensisce a distanza di un anno l'avvenuta autopsia a Mussolini. Si sofferma curiosamente oltre che sulla buona salute del Duce e sulla presenza di colpi mortali al petto ed alla testa, anche sui colpi post mortali ricevuti -cadavere- a Piazzale Loreto. Facendo dietrologia, si disse tra l'altro che tutte quelle mitragliate e pistolettate al cadavere quando era per terra ed appeso, avessero lo scopo di dettare confusione sul referto autoptico. L'articoletto affermava al contrario che questa confusione non c'era stata ed erano ben distinguibili i colpi reali da quelli finti. C'era forse bisogno di affermare che l'onore della scienza era salvo? o forse l'articoletto aveva tutta l'aria di sancire un dato di fatto? A cammeo di tutto ciò, precisazione affatto banale, vi si nominano accuratamente tutti i professori che hanno eseguito la necroscopia ed insistentemente anche il Colonnello Ash che in quell'occasione era presente in sala settoria per conto degli Alleati. Così questo innocente trafiletto, comincia a far venire il dubbio che vi sia stato messo per dire che quel referto, oramai è definitivo, ha avuto ormai anche la oggettiva approvazione degli Alleati.
    Ma cosa c'era scritto su queste pagine di così scottante? Ecco... leggetelo. Si tenga conto che esso non era in possesso neppure di Aldo Alessiani, quando ha sviluppato tutta la sua trattazione sulla morte di Mussolini.



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Segue trascrizione dal registro
del Referto autoptico
sul corpo di Mussolini


        Si dà atto che la necroscopia è stata eseguita alle ore 7,30 del 30 aprile 1945 nella sala anatomica dell'Obitorio Comunale. Settore il dottor Mario Cattabeni assistito dai proff. Emanuele Dabundo ed Enea Scolari, tutti della facoltà medica della Università di Milano. Presente il generale medico Guido, della Direzione Generale di Sanità del Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà.

        La salma è preparata sul tavolo anatomico priva di indumenti.
       
        Pesa kg. 72. La misura non può misurarsi che con approssimazione in m. 1,66, data la cospicua deformazione traumatica
       
        Il volto è sfigurato da complesse lesioni d'arma da fuoco e contunsive che rendono pressoché irriconoscibili i tratti fisionomici. Non si effettuano rilievi antropometrici del capo perché deforme da comminuta frattura dello scheletro cranio-facciale.
       
        Rigidità cadaverica risolta alla mandibola. Persistente agli arti. Colorazione verde putrefattiva assente.

       
        Capo:
        deforme per lo sfacelo scheletrico completo, con profonda depressione dell'intera regione parieto-occipitale di sinistra e schiacciamento della regione orbitale dello stesso lato, ove il globo oculare appare afflosciato e lacerato con fuoriuscita dell'umore vitreo: il cellulare adiposo dell'orbita, vastamente scoperto da un'ampia lacerazione, non è infiltrato di sangue.
       
        In regione frontale mediana ed in sede parieto-frontale sinistra, due vaste soluzioni di continuo lineari del cuoio capelluto, a margini laceri dell'ampiezza di circa 6 cm. ciascuna, discoprenti la teca cranica.

        In regione occipitale, a destra della linea mediana, due fori ravvicinati a margini estroflessi, irregolari, del diametro massimo di circa 2 cm., dai quali affiora sostanza cerebrale spappolata, senza aspetto di infiltrazione ematica.

   
    Alla nuca, poco a destra della linea mediana, ampio foro lacero, del diametro di quasi 3 cm., con margini estroflessi non infiltrati di sangue.

   
    In regione temporale destra due fori ravvicinati, tondeggianti, a margini finemente laceri, non infiltrati di sangue.

   
    In regione temporale sinistra ampio forame lacero con margini estroflessi ed affioramento di sostanza cerebrale spappolata.
       
        Vasto foro d'uscita alla conca del padiglione auricolare di sinistra. Anche queste due ultime lesioni hanno tipico aspetto di lesioni post-mortali.

   
    Alla radice del naso piccolo foro lacero con frammenti ossei comminuti estroflessi, infiltrati modicamente di sangue.

        Sulla guancia destra un gruppo di tre fori seguiti da un tramite diretto in profondità verso l'indietro, con lieve obliquità verso l'alto con margini imbutiformi verso l'interno non infiltrati di sangue.

        Frattura comminuta dal mascellare superiore con vasta lacerazione delle parti molli e scheletriche della volta palatina, avente carattere di lesione post-mortale. Alla palpazione è apprezzabile frattura comminuta della mandibola.

        Nel restante ambito dei tegumenti del capo si notano numerose aree variamente distribuite di escoriazioni e piccole lacerazioni lineari dermo-epiderniche, tutte con aspetto di lesioni post-mortali.

        In regione sopraioidea, a destra della linea mediana, foro di entrata di proiettile con netto alone escoriativo emorragico.

        In regione sopraclaveare destra, presso la linea mediana, foro di entrata con ampio e netto alone escoriativo emorragico; 3 cm. al di sotto sulla parasternale destra altra lesione del tutto simile.

        All'emitorace sinistro, anteriormente, nella metà superiore, un gruppo di quattro fori ravvicinati con alone escoriativo emorragico, compresi tra la linea emiclaveare e l'ascella anteriore.

        All'emitorace di sinistra, posteriormente, nella metà superiore quattro fori d'uscita compresi nell'area tra la linea mediana e la marginale della scapola, con margini infiltrati di sangue.

        Sempre al dorso, in regione sopraspinosa destra, due fori d'uscita con infiltrazione emorragica dei margini.

        Alla base dell'emitorace destro, posteriormente, un foro d'uscita con aspetto di lesione post-mortale.

        Al fianco destro, poco al disopra di un livello alla spina iliaca superiore, un foro d'entrata con ampio alone escoriativo emorragico, cui fa seguito un trami sboccante in un foro d'uscita al livello della regione glutea di destra, nel quadrante anterosuperiore.

        Poco al disotto ed all'esterno della spina iliaca anteriore di destra, un foro d'entrata con margini privi d'infiltrazione emorragica cui fa seguito un tramite diretto verso l'alto e verso sinistra con obliquità verso l'indietro.

        Nel quadrante addominale superiore di sinistra una breve soluzione di continuo lineare a margini netti dell'ampiezza di circa 1 cm., senza infiltrazione emorragica, approfondendosi pochi millimetri nel cellulare sottocutaneo.

        All'avambraccio destro, sul margine ulnare, due fori ravvicinati: uno più esterno di entrata con netto alone escoriativo emorragico e l'altro più interno e distale con tipico aspetto di foro d'uscita e di lesione prodotta in vita.

        Ferita lacera post-mortale del polpastrello del pollice destro.

        Sulla faccia anteriore della coscia destra tre antiche cicatrici lineari parallele, dirette quasi verticalmente aderenti ai una più mediale di circa 15 cm.

        Un'altra antica cicatrice lineare a decorso verticale esiste sulla faccia anteriore della gamba destra, esterna per circa 15 cm., dal terzo medio alla regio piede, aderente al piano osseo tibiale.

        Null'altro è giudicato degno di rilievo nell'esame del cadavere.

        Allo scollamento del cuoio capelluto non si osserva sulla faccia profonda infiltrazione emorragica a livello delle diverse lesioni.

        La teca cranica è comminutamente fratturata con delimitazione di numerosi frammenti mobili, rimossi i quali si accede dírettamente alla cavità endocranica.

        Normale è lo spessore della calotta ossea.

        La pachimeninge appare afflosciata con ampie lacerazioni nella metà anteriore; nessuna traccia di versamento emorragico epi ed ipodurale.

        Liberi, esangui i seni durali.

        La rimozione dell'encefalo non può compiersi in toto perché il cervelletto, ponte mesencefalo e una parte inferiore dei lobi cerebrali occipitali appaiono spappolati, senza traccia peraltro di infiltrazione emorragica. Integra è solo la maggior parte delle convessità emisferiche, il corpo calloso e parte del basiencefalo; le arterie della base encefalica sono solo in parte individuabili tra i frammenti mobili di frattura comminuta dell'intero basicranico ed in parte ancora connesse alla massa encefalica: i tronchi così individuati (tra i quali le arterie cerebrali anteriori) appaiono con pareti sane.

        L'aracnoide non presenta ispessimenti patologici, modica congestione tra i solchi cerebrali; il distacco della leptomeninge dalla superficie corticale è agevole e completo a livello delle circonvoluzioni frontali.

        Il massiccio scheletrico basicranico è sfracellato con affioramento delle cavità dello sfenoide e dell'etmoide.

        Alla dissezione delle parti molli anteriori si osserva infiltrazione emorragica estesa al livello delle lesioni descritte nella metà antero-superiore. I cavi pleurici sono beanti ed assolutamente privi di aderenze: cospicuo versamento emorragico con grossi coaguli cruorosi nel cavo di sinistra.
        Nel cellulare adiposo del mediastino antero-superiore non sono apprezzabili residui di ghiandola timica. Aia cardiaca di normale ampiezza.
        Pericardio illeso; sierosa sana.
        Cuore: Di volume normale. Abbondante grasso subpericardico. Apparati valvolari integri e sani. Normale lo spessore delle pareti atrio-ventricolari. Miocardío sano.
        Arterie coronarie pervie, sane.
        Aorta: L'intima è disseminata, nel tratto iniziale, da numerose placche lipoidosiche, acminate. Normale lo spessore e l'elasticità delle pareti.

        Polmone sinistro:
        Il lobo superiore è attraversato da due tramiti con estesa infiltrazione emorragica periferica, diretti dalla alla regione dell'ilo che è vastamente infiltrata di sangue e parzialmente dilacerata. Nel lobo inferiore qualche circoscritta infiltrazione ematica a distribuzione lobulare come da aspirazioni.

        Polmone destro:
        Di volume e d'aspetto normale sia in superficie che al taglio.
        Nulla alla trachea ed ai bronchi.
        Estratti il cuore ed i polmoni, osservasi cospicua infiltrazione emorragica del mediastino posteriore.
        L'aorta toracica nella sua prima porzione presenta due lacerazioni grossolanamente stellari (che discontinuano ampiamente le pareti), situate contrappostamente sulle faccie esterne del vaso.
        Infiltrazione emorragica extrapleurica a livello di entrambe le cupole apicali della gabbia toracica.

        Addome:
        Nessuna traccia di infiltrazione emorragica alla dissezione delle pareti.
        Visceri in situ. Cavo libero. Síerosa sana. All'ispezíone osservasi: l'esistenza di una piccola briglia aderenziale fra la regione del bulbo duodenale, ed il colletto della cistifellea: previo il foro di Winslow.

        Milza:
        Di volume e di aspetto normale sia in superfici taglio.

        Stomaco:
        Ampio: cavità contenente poco liquido torbido bilioso.
        Pareti mucose spianate con disegno aereolare poco non vi si osservano soluzioni di continuo.
        Mucosa pirolo-duodenale integra sana.

        Nulla degno di nota all'intestino tenue ed al colon le cui pareti mucose hanno aspetto del tutto normale.
        Il cieco presenta una lacerazione post-mortale, della parete posteriore lungo un tramite di proiettile penetrante in regione lombare destra.

        Fegato:
        Di volume e di aspetto normale sia in superficie che al taglio.
        Vie biliari pervie e sane.

        Reni di volume normale, ben scapsulabili.
        Superficie corticale liscia. Sostanze d'aspetto sano.
        Surreni indenni.
        Vie urinarie e genitali non offrono reperti degni di rilievo.