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ORLANDO DI LASSO

di Elsa Dal Monego

 verena5@alice.it

 

Un grande musicista ma del quale si sa solo quel poco che degli antichi documenti rimasti nel tempo ci hanno rivelato.

Orlando di Lasso, si conosce anche come Roland de Lassus, e viene considerato da molti il più importante compositore del XVI secolo. Nasce a Mons in Belgio capoluogo della provincia di Hainaut. Si suppone per giudizi fondati e su probabili indizi sia nato nel 1532.
Ancora bambino, aveva otto anni quando a Mons lo accolsero alla scuola dei coristi della chiesa di San Nicholas. Dove era già corista e per ben tre volte è stato rapito per la sua bella voce, da persone inviate da nobili che volevano farlo cantare presso le proprie corti. All'età di dodici anni dopo il terzo rapimento, aveva scelto di sua iniziativa di mettersi al servizio
del vicerè di Sicilia, Ferdinando Gonzaga con il quale viaggiò molto sia in Francia che in Italia.
Rimase in Italia per circa dieci anni, dove ha studiato a Roma, a Milano, a Napoli e in Sicilia. Sebbene ancora ragazzo vent'enne già dimostrò quali fossero le sue capacità musicali e nel 1553 è diventato maestro di cappella presso la basilica di S.Giovanni in Laterano a Roma, dove diresse la cappella musicale pontificia. Fu così che conobbe Pier Luigi (Palestrina) e dopo di lui divenne il più famoso personaggio del secolo XVI. Nello stesso periodo andò ad Anversa per pubblicare le sue prime composizioni.
Nel 1556 passò al servizio del Duca Alberto V di Monaco che lo ha chiamato presso la cappella Ducale, in veste di questo titolo fece diversi viaggi in Boemia, Germania, e nei paesi bassi, ma soprattutto in Italia. Ricevette titoli importanti come il "titolo onorifico" dall'Imperatore Massimiliano II e nel 1574 il titolo di "Cavaliere dello Speron d'oro" dal Papa Gregorio XIII. Inoltre divenne tenore e anche maestro di cappella di corte, e di questo periodo sono i celebri "Psalmi poenitentiales".
E data la grande religiosità del Duca, Di Lasso compose in questo periodo anche un gran numero di musica sacra.
Nel 1579 alla morte del Duca Guglielmo, il suo successore che era un grande seguace della contro-riforma ha portato grossi tagli a tutto quello che secondo lui sembravano "le frivolezze della musica" e anche Di Lasso è stato allontanato dalla sua posizione di maestro di cappella, causa a questo allontanamento dalla corte, si è venuto a trovare in una profonda depressione. Gli anni che seguirono erano molto meno produttivi a confronto dei precedenti. In qualità di maestro di cappella però ha avuto modo di visitare l'Europa e diventando famoso uomo di mondo, continuamente in viaggio dall'una all'altra capitale europea, fu così in grado di assimilare le più disparate esperienze stilistiche, e così riuscì a fondere in uno stile che bene armonizzarono l'antica tecnica del contrappunto con le invenzioni madrigalesche e gli effetti decorativi della scuola veneziana. Questo gli permise di rifiutare le proposte che gli vennero fatte dalle corti europee, per rimanere alla corte bavarese fino alla sua morte. Anche se la cultura umanistica e la tradizione musicale italiana, lo influenzarono significativamente, però mai dimenticò i compositori fiamminghi.
Musicista fiammingo, scrisse oltre duemila lavori di tutti i generi perciò incluse, messe, salmi, mottetti, inni, passioni e altri brani secolari, in italiano, tedesco, e francese, musiche profane e gioiose, madrigali, mottetti, musiche sacre, di cui sette Salmi penitenziali di Davide. La sua produzione musicale è di una ampiezza impressionante.
Di Lasso oltre alle duemila composizioni e che aveva pubblicato già gran parte della sua musica mentre era ancora in vita, in quel primo secolo della stampa, ci ha anche donato un segno della sua grandezza intellettuale. Non solo ma è stato anche portato per lo stile polifonico che in quel tempo dominava la musica sacra, come è stato anche per il più moderno stile secolare che si stava sviluppando in Francia, Italia e Germania.
La musica sacra di Di Lasso contiene messe delle quali molte erano basate su precedenti lavori , mottetti, madrigali e canzoni, suoi o di altri compositori inusuale è il numero di "Magnificat" usato da lui nelle sue opere. e tra questi vi sono molti in particolari dei suoi migliori lavori che esprimono una ampia gamma di emozioni e un modo particolarmente sensibile di svolgere il testo. Fra i più noti sono i: "Sette Salmi Penitenziali" (1560) e le dodici "Prophetiae Sibyllarum" (1560).
Della musica di Di Lasso quello che ci colpisce sono due stili, da una parte quello rinascimentale in se stesso, ma dall'altra molto di più la sua diversità, quattro differenti lingue e un numero ancora maggiore di stili. Vi si trovano: canzoni d'amore, canzoni allegre sulla gioia di vivere, malinconiche canzoni d'amore, inoltre satire e musica sacra, musicate tutte in modo perfettamente unito al contenuto del testo.
La musica secolare di Di Lasso include nel periodo francese, chansons tra le quali "Susanne un jour" popolare internazionalmente per decenni. Poi le Lieder nel periodo tedesco su testi religiosi e profani, e il madrigalle che si distingueva nelle composizioni del genere italiano, è stato un personaggio del XVI secolo che viaggiò molto di più della media degli altri cittadini ed i ogni luogo dove visse o ha visitato ha lasciato evidenti tracce nella sua musica.
E con caratteristiche differenti fu espresso ogni genere che Di Lasso trovò con caratteristiche differenti, melodiche e delicate le canzoni, i Lieder meno fluidi, e più rigorosi e severi i mottetti . Nella sua scrittura è certo che Orlando Di Lasso si è davvero dimostrato cosmopolita.
E' stato senza dubbio uno dei maggiori maestri della polifonia cinquecentesca, pubblicò cinque grandi volumi di musica sacra con il titolo di "Patrocinium musices" scritti dal 1573 al 1576 e dopo la sua morte i figli realizzarono un'altra raccolta con il titolo: "Magnum opus musicum" nel 1604. Causa ai suoi straordinari meriti musicali, venne chiamato "Orfeo de Belgio" e "Principe dela musica" e inoltre ricevette il titolo di "Cavaliere dell'Imperatore Massimiliano, con la croce di Malta dal Re di Francia, e "Principe della musica", per la sua opera.
La sua produzione musicale è stata vastissima e unici i suoi lavori religiosi, per la struttura e per la forma drammatica, piuttosto che seguire la liturgia i suoi canti erano e formavano un'unità logica, tecnica insolita per l'epoca e il genere musicale.


 

webmaster Fabio D'Alfonso


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