Sahara - ALGERIA - Ghardaià -
di Marco Maggioni


agosto '98

 

Marco Maggioni
un esperto di orientamento al MANAGEMENT

 

personaggi: LUI - LEI - SPEAKER -


MUSICA


LEI
scommetto che questi suoni ci portano dritti dritti ad un grande ritorno, al grande Sahara, missione incompiuta...si riprende

LUI
sì, difatti, anche se ad esser sincero i suoni che ricordo di più, che caratterizzano quei posti sono per me il tubare delle colombe, il gracidare delle rane e quello strano scricchiolio delle rocce arrostite dal sole!!

LEI
faresti felice Brian Eno, un altro materiale musicale su cui potrebbe esercitare nuove composizioni sonore

LUI
hai ragione, nel deserto infatti il suono ha una accezione diversa da quella cui siamo abituati, è l'ambiente stesso ad avere un corpo sonoro, anche il fischio di una piccola tromba d'aria, il suono di un vento lontano che fa eco, una eco stratificata dalla distanza..

LEI
hei!hei! huuuu!

LUI
sì sì fai la spiritosa, ma guarda che si può riprodurre anche qui in sala di registrazione...vuoi vedere?? (prova)...hai visto che fa rumble rumble e si ripercuote nelle tue orecchie come se fosse del materiale sonoro avvolto nell'ovatta!?! anche le nostre parole...vengono distorte...

LEI
beh hai ragione..come sempre del resto!!!ah!ah!...

LUI
invece di fare la furba, vediamo se sei capace di descrivermi quella splendida visione della città di Gardahià...ricordi? che siamo rimasti a bocca aperta...anche quella, sì, era musica, musica per gli occhi!!!....dai...pronti? via..

LEI
1° luglio- Ghardaià, un colle come tanti altri...

LUI
ma come?..dai, sii seria...

LEI
e fammi finire...Ghardaià, un colle come tanti altri, e una città appoggiata sui pendii, ordinata secondo precisi rapporti di linea, colore e organizzazione di spazio; almeno così sembra, dato che da lontano la visione reale si fa, direi, surreale, è questo il suo fascino! vuoi che te la dica tutta! quasi con parole tue??, ecco...è come la metafora di se stessa...

LUI
uffa! io non parlo così!!

LEI
così bene, vuoi dire!.ah!ah! ..le case sono ...così!..così...finte che creano quasi un effetto teatrale, di rappresentazione...una dimensione di false prospettive, di falso colore, di false strutture....quasi ad intendere la provvisorietà dell'esistenza e nascondere la continuità dell'anima che, guarda caso, è islamica, eterna, dominante, identica....e...e...insomma adesso aiutami tu, sono riuscita a parlare del fascino che aveva, vero??o no?!

LUI
...effettivamente no!...vediamo...il mio ricordo è una visione particolare...come un gioco di carte poste a castello, pericolanti, quasi un soffio, il fiato sospeso, le case poste in drastiche simmetrie, quadratini levigati senza spessore, sì, è vero, come una scenografia cinematografica appunto, appoggiata all'ombra della sua stessa struttura, e alleggerita da colori pastello.... diversi i colori...come se fossero pennellate, sorrette per miracolo....senza struttura....comunque resistenti...

LEI
...capirai! in pieno deserto...ne hanno passate e viste quelle case!...che siano l'espressione diretta di chi le ha plasmate? la metafora architettonica dei suoi abitanti??

LUI
bèh! adesso sei tu che parli difficile!

LEI
...tu fai scuola!!

MUSICA

SPEAKER
un colle come tanti altri, levigato, implume da ingombri vegetali, insomma deserto tutto intorno del tipo più dolce, sabbioso con curve continue di cocuzzoli aridi ripetitivi quasi uguali l'un l'altro proiettati come bozzi contro la propria ombra unico contrasto alla povertà della luce del suolo scolorito assorbite tutte le varianti di una natura immaginaria lussureggiante solo raccontata, ambita, attraverso il mito o il desiderio di un deserto che fu e comunque affrontato e vissuto, l'arido, con caparbia sicurezza e forse religiosità poichè solo la fede ha sufficiente immaginazione per rendere credibile l'incredibile/

MUSICA

LUI
è come un messaggio per chi lo vuol capire che sembra voler dire: d'accordo, ci avete relegato nel deserto, bene, anzi noi stessi per primi lo abbiamo scelto come luogo impossibile ma privilegiato di difesa da voi, fratelli, e dai vostri pregiudizi

LEI
..è qui che costruiremo la nostra forza, è qui che diventeremo baluardo del vero islam, potenti nonostante la sfida del deserto e vostra: vi accorgerete di noi e la nostra potenza può farvi paura e potreste allora ricacciarci in altri deserti più deserti di questo, ma noi vi dimostreremo che non esiste deserto per noi che non sia docile alle nostre necessità e alla nostra fede....

LUI
e compariremo a voi con l'aspetto che più vi aggrada e cioè deboli remissivi inutili superficiali, come queste case a vederle così fragili; vi concediamo quindi l'immagine del cadùco del formale della menzogna del falso, l'ipotesi del vuoto per non spaventarvi...

LEI
una immagine di favola insomma..con le nostre cinque città adagiate timide una vicino all'altra, incasellate quasi per caso le case, potreste soffiare e sperderci di nuovo

LUI
...l'immagine della nostra debolezza sarà la forza per vincere la vostra!.
Sembra che parlino davvero così quelle case.... appoggiate sul colle....è il soffio di memorie antiche! certo che è più il fascino di ciò che nascondono che di ciò che manifestano!

LEI
.... è vero, la contraddizione poi si fa palese quando si entra in città.... quando vedi quei personaggi tutti in bianco svolazzante, la papalina bianca in testa, quasi tutti con occhialoni neri cerchiati, la barba del saggio, l'aria intelligente e dinamica, il sorriso del furbo sulla faccia, tutti che camminano spediti...neanche a Milano ho visto tanto via vai così convinto...professionale....

LUI
sì.. sempre indaffarati nel formicolìo delle strade piene di faccende commerciali, sicuri della loro potenza, indifferenti della antipatia che ispirano, ecco tenacemente diversi! identici a se stessi e a ciò cui credono, ad un islam migliore, ad una pratica religiosa più rigida e rispettosa delle tradizioni, dai valori assoluti, dove le regole sono intoccabili.....

LEI
... dove la donna compare all'esterno come un fantasma, sempre, tutta coperta di bianco fino a terra e fino al capo e perfino il volto ed anche l'occhio....forse coprirebbero anche l'altro se, a parte la sua indubbia funzione, non fosse comunque invisibile, dall'ombra e dal contrasto col bianco del velo.

LUI
..si ha la sensazione però che nonostante tutto, tutto sia permesso dietro il paravento dell'islam che salva le apparenze e le coscienze....non so, lo si legge sui volti, dai sorrisi sornioni, dagli occhi ispessiti dalle lenti che calcolano il vantaggio...

MUSICA

SPEAKER
tutti compresi in una missione che li fa sacerdoti di se stessi, dove vedi però trapelare il desiderio di assaporare ciò che è vietato in nome di allah, poichè in nome di allah si sono ingabbiati in una sovrastruttura di difesa che è la loro forza ma anche la loro miseria, che è la miseria del cieco fanatismo che uccide la coscienza, ormai perduta nei meandri di una morbosità latente che trova spazio nei continui compromessi quotidiani, nel maneggiare il danaro come conquista, la merce come possesso, la donna come appetito utile ai piaceri notturni, dove tutto quanto si risolve nel rappresentare più che nell'essere, e comunque dimostrare di aver vinto su tutti, sul deserto inospitale, sui vicini poco ortodossi a cui possono ora elargire quei servigi di cui detengono il potere, che è poi il potere commerciale

MUSICA

LUI
.... questo mi sembrava di capire camminando per le vie di Ghardaià

LEI
ma perchè poi hanno queste caratteristiche? cosa li costrinse ad esempio a rifugiarsi in uno dei posti meno facili e vivibili del mondo: il deserto!!

LUI
...loro sono i discendenti di una dinastia che fa capo ad un cugino di Maometto, un certo Alì, che fu sconfessato in vita dallo stesso Maometto per la sua intransigenza e la sua intolleranza ascetica; per questo furono perseguitati nei secoli, furono oggetto di sterminio, furono cacciati da tutti i posti della terra allora conosciuta... e....ultimo baluardo alla loro esistenza fu un luogo, appunto il meno vantaggioso, dove la sopravvivienza è una continua sfida al buon senso, il deserto, il nulla quindi, ma loro ce l'hanno fatta, hanno vinto il nulla con tenacia, sofferenza, fede...tantissima fede! e giustamente ne sono orgogliosi oggi.... visto che li volevano morti i loro parenti antichi...

LEI
ho capito...ecco perchè sono così altezzosi, per orgoglio dell'immane battaglia che da secoli hanno combattuto...;figurati! coi disagi del deserto!... ed ora ostentano il potere e il benessere raggiunto, rivendicano il diritto ad essere vivi, nonostante le persecuzioni di cui sono stati oggetto!...bèh ora quasi quasi mi sono diventati più simpatici!!

LUI
è vero! dietro gli atteggiamenti e i comportamenti della gente c'è sempre una spiegazione storica e culturale che arricchisce e giustifica i nostri giudizi .....che ci convince su ciò che è bene e ciò che è male...

LEI
è relativo vuoi dire!..quello che piace a me può non piacere ad un altro, se accetto questa differenza, allora, posso capire di più degli altri ed anche di me stesso!!

LUI
già, proprio così ...come di fatto poi è stato anche per noi...non so se ricordi...il nostro ritorno...da un viaggio del genere..è stato quasi uno shock!

LEI
bèh! ricordo certamente la difficoltà a riprendere le consuetudini di vita cittadina...ci abbiamo messo due settimane prima di ingranare...

LUI
ricordo, sì!....eravamo come sospesi...come avessimo protratto il viaggio fino alle nostre case di città e il disagio di essere contraddetti dall'evidenza....

LEI
ci lascò il segno certamente il deserto..perchè è facile dire, ma come, il deserto è uguale a niente, lo dice la parola stessa, no? No, non è vero sta lì per essere riempito quel niente, dipende da te, con cosa? ....chiaro, con cosa c' hai dentro tu! se non hai niente, è uguale a niente...puoi fare tutti i più bei viaggi che puoi...girare il mondo, ma torni a casa come prima...vuoto...un vuoto a perdere...

LUI
già....è una questione di spazio...di concezione di spazio...da riempire..

MUSICA

SPEAKER
Lo spazio, nel deserto, non è un percorso, non è un ambiente, non è estetico come un quadretto, non è uno spazio da guardare insomma, non è definibile a colpo d'occhio, non è uno spazio umano, per ciò che di umano finora conosciamo, non ha niente a che vedere col concetto di spazio che ci portiamo appresso per vizio, inteso unicamente in funzione dell'uomo al servizio della nostra incapacità a sentirci presenti, il nostro sforzo di avere per alleato uno spazio fittizio che è poi la nostra maschera, la rappresentazione di ciò che vorremmo essere, dell'idea che abbiamo del mondo, per questo lo modifichiamo perchè non lo vediamo, il mondo intendo, vediamo solo la rappresentazione che di esso ci siamo fatti per coprire il pudore di esserci, nel mondo. Qui è diverso. Lo spazio inizia da te come punto, si espande come linea come curva come cosmo, si dilata e si appoggia alle cose quasi indugiando, è uno spazio che accarezza tutto ciò che comprende e ogni cosa compresa vive della sua specificità, perchè tutto è in funzione di se stesso in quanto tutto è mutevole e tutto è immutabile, è mutevole nel suo movimento, è immutabile nel suo stare nello spazio, in quello spazio. La sensazione di scoprire mondi sconosciuti, orizzonti mai visti da occhio umano, umano occidentale s'intende, uno spazio che ti avvolge ed è come stare al centro di tutto e poter ruotare trecentosessanta gradi e contemporaneamente avanzare, come fa la terra del resto; ecco, proprio la sensazione che sta accadendo qualcosa, qualcosa che si rompe da dentro per aprirsi, è il criterio di misura che sballa; è il sentimento del tempo che non ha più senso, è il sentimento di sè, la presenza, una presenza dimenticata che ora ritrovi nella sua pienezza, nella pienezza di uno spazio vuoto immenso, onnicomprensivo, tutto da riempire.
Picchi di granito, massi enormi appoggiati quasi per caso su distese piatte di lava, montagne incalzate alle pendici da sabbia arrampicatrice, morbida anche al colore, ma inesorabile nello smussare e ricroprire con dolce persuasione di linee mobili al vento.

MUSICA

LUI
Il guaio è invece quando torni da un viaggio pieno di troppe cose, emozioni, impressioni, conoscenze....allora dai fuori di testa....ricordo come non mi sembrava naturale addirittura l'abbaiare del cane: aveva un suono isterico, inutile, senza direzione, quasi una rappresentazione di cane che abbaia perdendo il senso dell'abbaiare di cane!!

LEI
il solito sofisticato...dì pure che ci rompeva le scatole di notte e non ci faceva dormire!

LUI
e le formiche??

LEI
le formiche!!?

LUI
sì, mi ero fissato anche con le formiche che occupavano il campo sul bianco del tavolo su cui poggiavo fogli bianchi da riempire..illuminati da una lampada che anch'essa fingeva...sì; fingeva luce di sole..altrochè..il vero sole dov'era?.. un pallido ricordo..le formiche dicevo..giravano, giravano sensa senso o forse, non so, lo cercavano, ma non aveva senso il posto in cui stavano, e così la farfalla, sì, anche una farfalla che impazzita frusciava intermittente sul pavimento in un angolo....

LEI
anche lei rompeva le scatole??

LUI.
.anche lei aveva sbagliato percorso, aveva sbagliato tutto... ricominciare da capo! doveva imparare insomma ad essere farfalla che vola..

LEI
..la filosofia della farfalla..

LUI
tutto era irritante, una innaturalezza di cose naturali e di rumori, senza contesto e di percorsi senza meta e di fatiche improduttive se non nocive, mi rendevano perplesso, circospetto ...quasi misterioso al mistero di questa contraddizione, teso a capire il senso se ce n'è uno

LEI
non credere, anch'io ero circospetta...ma... per il mistero della tua afasìa, che fa rima con pazzìa!...eri lì imbambolato..non ti convinceva proprio il fatto di essere tornato...eri come ipnotizzato...

LUI
....mi sembrava che niente fosse al suo posto, nè io nel mio.....effetto deserto...era tutto in funzione dell'immagine forse e non della capacità di riprendere a vivere e basta, certe immagini e sensazioni mi inseguivano..resistevo alla loro dissoluzione.. le volevo trattenere ancora un pò ...il rumore del disco ..forse era musica ma non per me... non veniva solo ascoltata, era solo udita come poteva essere udito per assurdo il quadro appeso di fronte che non mi diceva nulla anche lui, era più concreto semmai il muro che lo sosteneva, forse...e il rumore dello zoccolo dell'amica sul pavimento?

LEI
vogliamo parlarne?!

LUI
....era stonato! e il rumore inutile di parole inutili che si lasciavano dire per essere dette a qualcuno o qualcosa che si aspetta che qualcuno dicesse qualcosa, pena il silenzio...ecco, il silenzio..

LEI
...appunto, silenzio!!

LUI
...la paura del silenzio è la nostra rovina..la paura di ascoltare il proprio battere di ciglia, se solo sapessimo ascoltarlo, poi! ....la paura di escogitare il caos con fantasie clamorose, la paura della paura, e poi riempire di sè uno spazio fisico e mentale da concedere all'esterno....

LEI
....ho paura che....

LUI
.....l'immagine che abbiamo di noi stessi è l'immagine rappresentata del mondo, non è il mondo.... e ci perdiamo come le formiche, come l'abbaiare del cane....

LEI
...come la musica, come la farfalla.....non c'è che dire!..qui ci vuole un rapido intervento...chiamare la neuro, non so.. ecco l'ennesimo attacco mistico o metafisico..è un pò di tempo che ne sei afflitto! caro!...chissà, forse da quando si parla di viaggi.....mi sa che ti fa meglio farli i viaggi! senza parlarne.. ti fa male, vero caro?

LUI
sì, sì cara...apprezzo la tua ironia, non credere, mi fa scendere tra i mortali, anzi piombare, ma con te non fa male...fa sorridere....
ma vedi, a me quel viaggio, come del resto tutti i viaggi, ma quello in particolare, mi ha davvero cambiato, me lo ricordo come un clic, un cambiamento....mi sono da allora guardato in modo diverso, anzi con curiosità, ad esplorare i cambiamenti, piccoli certo, ma sostanziali nell'approccio con la realtà, nella comunicazione con gli altri, e soprattutto nella capacità di riflettere e pensare...vivere....

LEI
forse contemplare è la parola più giusta! l'eremita, questo dovresti fare... la tua vocazione reale..

LUI
perchè no! se solo ci fossi anche tu..però!

LEI
ah! ah! e che eremita saresti!!..mica male, saremmo i novelli Adamo ed Eva!....

LUI
già...e subito a litigare per la mela!!!
(risate)

MUSICA

SCHEDA - Speaker:

L'Algeria si estende su due milioni e mezzo di chilometri quadrati con una bandiera verde e bianca su cui è stampata una stella rossa nel mezzo. Il '62 è l' anno dell'indipendenza, ma trent' anni dopo, dal '92 vive un conflitto interno ancora oggi non risolto, che induce a sconsigliare viaggi turistici nell'entroterra desertico.
Ghardaià è una cittadina di 150 mila abitanti circa, in un territorio a sud del Paese, ed è il centro più importante della regione di Beni Mzab; collocata su di una oasi estesa e fertile, ricca di 200 mila palme. La popolazione è formata prevalentemente da musulmani nomadi sedentarizzati da secoli, discendenti dal ceppo asiatico, e da indigeni prevalentemente Berberi che abitano da sempre nel bacino saharico dello Mzab, conservando i loro dialetti e occupandosi prevalentmente di commercio e di lavori artigianali, come la lavorazione dell'argento, del ferro, delle pelli.
E' uno dei centri abitati dell' Hoggar, massiccio roccioso, grande quanto la Francia, su cui in sporadiche oasi sono impiantate e fiorite alcune città come appunto Ghardaià. I vecchi corsi d'acqua scomparsi e in parte inabissati o le zone in cui la direzione degli strati più profondi permette l'arrivo di falde acquifere profondissime hanno creato e mantengono queste zone privilegiate, in cui compare l'acqua da sola o dove è facilmente catturabile; il ché vuol dire la vita di piante, animali, uomini, per la immediata presenza di palme e del sottobosco, coltivato a cereali, frutta, ortaggi.
E dove c'è oasi vi sono gli animali domestici e da allevamento, mentre nel resto delle sconfinate solitudini, arse dal sole e irrigidite nella notte dal rapidissimo raffreddamento dell'aria e del suolo, non vivono che cammelli, grandi attraversatori del deserto, e pochi altri animali a dimora fissa. L'uomo si limita a passare non avendo con sè che il cammello e la tenda, ma tende sempre di più a sedentarizzarsi nelle oasi organizzate. Solo i fieri tuareg resistono in parte alla completa trasformazione della loro cultura nomade.

MUSICA