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Giovanni Paolo Bottesini
Il virtuoso del contrabbasso
di
Elsa Dal Monego

 verena5@alice.it



Il contrabbasso viene suonato come strumento solista (grandi compositori furono Franz Schubert, Wolfgang Amedeus Mozart, Giovanni Bottesini, Domenico Dragonetti, Joseph Haydn, Gioacchino Rossini, Sergei Koussevitzky. E Paul Hindemith von Dittersdorf.
Nelle orchestre da camera e sinfoniche, l'archetto può essere tenuto alla francese con: palmo verso il basso (più adatto ai solisti) o alla tedesca, verso l'alto, ottimo in orchestra. Il pizzicato nella classica è utilizzato non di frequente.
Nasce a Crema il 22 dicembre 1821 da una famiglia di valenti musicisti. Il padre Pietro era violinista, clarinettista, compositore e direttore d'orchestra, lo zio Luigi violinista, i fratelli Cesare violinista e compositore, Luigi suonava la tromba e compositore, e Angela cantante lirica. Lo zio Luigi violinista.
In un simile ambiente familiare, già da piccolo si fa notare per la sua straordinaria disposizione per la musica, tanto da venir affidato alle attenzioni dell'abate Carlo Cogliati, primo violino della Cappella del Duomo, direttore dell'Accademia e grande plasmatore di talenti musicali, che lo favorisce a esibirsi in un "a solo" a soli sette anni, al teatro di Crema. Da allora ancora ragazzino Giovanni Bottesini suonava (timpani e violino) in orchestre a Crema, Brescia e Bergamo.
Però ben presto viene notato che questo insegnamento non è sufficiente e che è necessario un più alto grado di perfezionamento.
L'occasione gli si presenta al Conservatorio di Milano con un concorso per due posti, uno per contrabbasso e uno per fagotto, allora Bottesini quattordicenne sceglie il contrabbasso e lo vince, però nel settembre del 1839 dopo aver ottenuto il diploma si allontana dal Conservatorio consapevole di non aver più niente da imparare dalla scuola e rinunciando al quadriennio di obbligatorio perfezionamento. Non era un gesto di giovanile imprudenza o spavalderia, ma bensì una coraggiosa iniziativa in piena coscienza della propria, della propria abilità, come da li a poco dimostrano i consensi riscossi, nella sua prima tournee concertistica nel 1840 a Vienna.
Fetis dice di lui: "Bottesini sorpassò di gran lunga quanti furono concertisti di contrabbasso sino ad oggi". Il divino suono che egli solleva dallo strumento, la straordinaria sua sicurezza nel superare le più grandi difficoltà. Il suo metodo di cantare fanno di lui un esecutore di gran pregio, e dimostrano il più grande intelletto che si possa solo immaginare. Per convincersi che i più grandi degli strumenti a corda può competere col violino per lo stesso genere del suono , per leggerezza e grazia, bisogna aver udito Bottesini.
Dopo il 1835 entrò nel Conservatorio di Milano come allievo di contrabbasso, il suo maestro era Luigi Rossi e i suoi professori di contrappunto e fuga furono Basily e Vacca.
Il principe dei contrabbassi antichi e moderni che si può dire di aver racchiuso in sé tutte le tradizioni artistiche degli avi nati e cresciuti per la musica.
Tutte le qualità artistiche di Giovanni compositore, insegnante, concertista, e direttore d'orchestra, sono certamente di chi se ne intende di musica e possiede una profonda cultura musicale. Il grande critico francese Francois Fetis particolarmente severo e avaro di lodi nei confronti degli artisti italiani all'indomani della sua morte, così lo elogiava: "Il Bottesini sorpassò di gran lunga quanti fino ad oggi concertistici contrabbasso. Con la prodigiosa sicurezza con cui sapeva superare qualunque più ardua difficoltà di meccanismo e per cui sapeva profondere. Il suo modo delicatissimo e pieno di sentimento fanno di lui un insigne esecutore e dimostrano il più completo talento che sia solo possibile immaginare, in grazia della pratica con la quale sa estrarre i suoi armonici in tutte le posizioni. Il Bottesini può gareggiare senza essere superato con i più abili violinisti. Nessun concertista di contrabbasso si legge nella "Gazzetta Teatrale Italiana" del 19 luglio 1889può essere a confronto con lui.
Muller, Dragonetti e dell'Oglio suonavano il contrabbasso in un modo 'perfetto, però allo strumento di mantenere il suo timbro, mentre nelle mani di Bottesini diventava uno strumento qualche cosa di speciale tra il violoncello e il violino. Per farsi un'idea di quella malinconica e ineffabile sonorità che riusciva a suscitare un piacere così intenso e penetrante che quasi si avvicinava al dolore. Era quasi impossibile che da quel grosso strumento potessero uscire quelle note umane che perfettamente rispondevano all'idea del più dolce canto che entrava fino all'animo. E che dire anche della sua straordinaria abilità nella sua sicurezza e nelle variazioni del suo archetto?
Il suo Carnevale di Venezia era più notevole nel suo genere della fantasia dello stesso nome di Paganini.. Giovanni ha interessi molteplici e perfetto sotto molti aspetti, insuperabile interprete, direttore d'orchestra, compositore drammatico e didattico. Non aveva segreti l'arte per lui tutti i tasti sotto la pressione delle sue dita mandarono suoni. E così si può imprimere nella mente una delle più complete nature d'artista che l'Italia vanti. Bottesini controbassista non occorre presentarlo. Chi non l'udì, chi non si entusiasmò a quei prodigi di meccanismo di perfezione? Chi non l'acclamò freneticamente?
Le sue tappe più significative della sua entusiastica e molteplica attività nel 1846 lo vedono a Buenos Aires come primo controbassista e l'anno dopo a Cuba è già direttore d'orchestra, dove il 31 gennaio 1848 mette in scena e dirige la sua prima opera lirica il "Cristoforo Colombo" anzi "Colon en Cuba" dato che il libretto era di Ramon De Palma Romay un poeta cubano. E nel 1849 fu il suo debutto londinese di un ininterrotto successo di una vera e propria conquista di un paese che gli ha sempre riservato una calda accoglienza.
La Gazzetta Teatrale Italiana in un articolo scrive: "Il paese deve Bottesini ha avuto col suo prodigioso talento di contrabbassista e che gli aveva suscitato anche più grandi soddisfazioni fu senza dubbio l'Inghilterra che diverse volte percorse riuscendo ad avere un successo di meraviglia e di ammirazione, passando poi anche in Irlanda e in Scozia, lasciando in tutti i luoghi indimenticabili ricordi della sua virtuosità.
Giovanni Bottesini suonava su un magnifico strumento a tre corde costruito da Giuseppe Testore e trovato nel magazzino di un teatro delle marionette a Milano, tutto coperto di ragnatele e impolverato,dopo aver pellegrinato per tutta l'Italia Bottesini porta anche all'estero le sue esibizioni sia come controbassista e anche in qualità di direttore d'orchestra e compositore. E fu con questo strumento che il Bottesini a metà dell'800 si era esibito in tutto il mondo guadagnandosi il sopranome di "Paganini del contrabbasso".
L'America, l'Europa e in modo particolare l'Inghilterra e la Francia però anche la lontana Russia e l'Egitto sono testimoni dei suoi trionfi. A Parigi nel 1850 dove sarà nominato direttore del Theatre des Italiens e dove a più riprese tornerà dirigendo anche accanto a Berlioz, l'orchestra dell'Esposizione Universale.
Per questa ragione dopo Milano, Palermo, Napoli, Madrid, e ancora Londra, Parigi e il Cairo, dove dal 1871 al 1877 prende la direzione del Teatro Regio e dove nel 1871 del 24 dicembre davanti ai dignitari di tutto il mondo convenuti là per festeggiare il taglio dell'istmo di Suez, dirige la prima dell'Aida. Ma il suo vagabondare continua instancabile portandolo anche a Roma, Napoli, Firenze, Vienna, Berlino, e Pietroburgo, riscuotendo unanimi consensi e riconoscimenti meritatissimi.
Nel 1888 viene distinto da Giuseppe Verdi e suo amico di cui al Cairo aveva diretto la prima dell'Aida e ottenuto la nomina di direttore del Conservatorio di Parma. Il successo fu splendido, tale da meritargli le più ampie lodi da parte di Verdi.
Grande musicista e grande uomo, ma non senza difetti, anche se soprattutto erano "eccessi" di affetto, generosità, semplicità e zelo, dei quali fu la prima vittima e non solo lui.
Bottesini era un cattivo amministratore delle sue sostanze e di se stesso, aveva condotto una vita nomade fatta di una voglia incontenibile e di ritmi impossibili che ridussero le sue sostanze e le sue energie.
Anche se i suoi guadagni furono incalcolabili, ma le spese furono più alte. Malgrado la continua fraterna insistenza di Giacomo Rossini, Bottesini è riuscito solo a mettere in pratica la prima parte del consiglio che gli è stato dato, guadagnava molto ma risparmiava ben poco, e non aveva nemmeno riguardo per se stesso.
Non sapeva frenarsi al fascino delle belle donne e nemmeno a quello della buona tavola.
Spesso si indebitò per aiutare amici e fu generoso con tutti, però fece anche cose fuori del comune, cose da miliardario come quando impiantò al Cairo un serraglio di belve!
Nel suo sguardo buono, nei suoi piccoli occhi ma vivaci e mutabilissimi, nei suoi modi affabili e cortesi dove nulla era artefatto e niente era presuntuoso e dove nulla c'era di ricercato, che avesse potuto solo far trasparire un ombra che lui si sentisse grande o ne vanti i propri meriti. Ma lui era grande per davvero!
Lo stesso comportamento lo aveva anche nel suo lavoro di direttore d'orchestra. Non prendeva pose, ma considerava solo l'esenziale e persino durante le prove i gesti di stizza erano contenuti. Proprio nelle peggiori occasioni sbatteva a terra il capello accompagnando il gesto con qualche efficace espressione in dialetto cremasco. Lasciava libera uscita al suo improvviso moto di ribellione sul pianoforte sul quale stava scrivendo "Giuseppe Depanis" suonava, urlava, parlava, cantava, imitava il rullare dei timpani, il sospirare dell'oboe, il languore della tromba, il colpo secco dei piatti, il trillare del flauto, fino a che spossato smetteva, si metteva a posto una ciocca ribelle sulla fronte, dirigeva gli occhi verso gli uditori e in silenzio li interrogava con i suoi occhietti scrutatori per entrare nell'intimo dei loro pensieri.
Giovanni Bottesini il principe dei contrabbassi antichi e moderni, prima di ogni altra cosa volle essere italiano e ardere nuovi incensi alla sovrana melodia.
Le conseguenze dei prolungati sforzi richiesti a un fisico non proprio degno di Ercole, L'ultima sua apparizione solistica risale al 5 maggio dell'89 nel concerto di chiusura del Casinò di Lettura affiancato al violinista Romeo Franzoni, ancora una volta il successo è entusiastico, ma il fisico ormai stremato del musicista non sopporta la fatica: il giorno dopo cade in preda ad una violenta febbre e il 4 luglio, spira nella sua casa di via Farmi. Viene sepolto a Parma accanto a Nicolò Paganini.
Bottesini non si è mai dedicato all'insegnamento (l'unica sua opera didattica è il metodo per contrabbasso a quattro corde edito da Ricordi), tuttavia la sua presenza nella cultura musicale dell'800 rimane di per sé il più grande impulso al progresso che il contrabbasso abbia ricevuto dalla sua nascita: ancora oggi le sue partiture restano il più elevato banco di prova per i contrabbassisti. Si dice che alle sue doti naturali aggiungesse un'impressionante perizia tecnica che gli permetteva di suonare con facilità sorprendente anche i concerti per violino di Beriot.
A lui si deve il processo di rinnovamento dell'arco, con l'immissione delle varianti più virtuosistiche nelle sue partiture, la pratica completa della tastiera, soprattutto dal capotasto in giù, con il frequente uso ed abuso degli armonici che Bottesini trae da diverse posizioni (anche dalle prime, dove l'emissione è sovente problematica) e l'aumento della velocità tecnica a tempi fino ad allora per il contrabbasso impensabili non tardarono a farsi sentire e i primi sintomi della malattia si manifestarono all'inizio della sua splendente carriera, che lo condussero immaturamente alla tomba.
Giovanni Bottesini muore a Parma il 4 luglio 1889
Oggi si parla ancora di lui e al grande strumentista, compositore e direttore d'orchestra cremasco è stato dedicato

"Basta una semplice scala di Dio ben fatta per conoscere la valenza del suonatore"

Giovanni Bottesini

 


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