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Animali, uomini


una delle galline di mia madre Maddalena

Ai primi del '900, degli italiani che emigravano nelle Americhe solo il 29 per cento era alfabetizzato, il resto era analfabeta come questa gallina.

un cavallo, una giumenta, anni '50, l'uomo è Giacinto, il marito di Emma l'ostessa. Il padre di Giacinto era emigrato negli Stati Uniti e faceva il bidello presso un famoso College universitario


Raffaele Succi. alla sua destra in campo lungo si scorge il Ponte di Santo Spirito, della ferrovia per Isernia


alle spalle un campo di granturco. Tonino, la mamma e il ciuco senza testa


uomo e toro


esuberante!


tosatura tosatura di pecore... di pensieri. Mario, il bambino con le mani in tasca, è orfano del padre


l'asino... fa partre della famiglia


la lepre!


1978. Ormai anche nel Molise, i ciuschi sono in via di estinzione...
Narrano gli storici greci e latini che le popolazioni italiche, vissute su questo territorio appartenevano al ceppo sannitico - sabellico, a sua volta derivato dai Sabini che, secondo la leggenda, avevano parentele addirittura con i Pelasgi.


L'attività della transumanza, già notevole prima della romanizzazione del territorio, ebbe uno sviluppo particolare con il consolidarsi del potere di Roma e permise il concentramento di grandi mandrie che percorrevano le calles (i tratturi) dall'Abruzzo alla Puglia e viceversa. Nel Sannio Pentro, situato al centro di tali percorsi, dal II secolo d. C., le mandrie divennero demanio imperiale.

le congiunzioni canine destavano sempre molto scandalo nel Molise!
L'accoppiamento dei cani è una costante di ogni epoca. Dunque anche a Sepino, famosa città sannitica, di cui ancora non ho immagini. Era Sepino uno dei centri più importanti, all'incrocio dei tratturi. Divenuta municipio romano, Saepinum ebbe un nuovo assetto urbanistico. Negli anni tra il 2 a. C. e il 4 d. C. il perimetro urbano fu circondato da mura in opus reticulatum nelle quali si aprivano quattro porte monumentali ad un solo fornice in corrispondenza degli assi stradali principali ed una piccola porta a Nord per l'uscita dal teatro. La cinta muraria 1.270 metri di lunghezza era provvista di 29 torri, delle quali oggi solo 19 sono identificabili.

un capraro di Miranda
II disastroso terremoto del 346, la caduta dell' impero romano, le invasioni barbariche e la guerra greco-gotica ridussero Saepinum in grave decadenza, la città si spopolò. Nel IX secolo, le scorrerie dei Saraceni spinsero gli abitanti di a rifugiarsi in montagna dove oggi si trova l'attuale Sepino, abbandonando definitivamente la citta' romana.
Probabilmente anche questa signora, come tutti gli isernini proveniamo dall'Homo Erectus Iserniensis. E di quell'epoca sono giunte fino a noi anche parecchie essenze arboree: salici, olmi, pioppi e platani; pur rari anche querci e pini.

primi anni '70. l'uomo sul carretto è mio nonno materno Arturo Armenti. Il ciuco fu venduto per l'acquisto di un motozappe con carrello. Di questo carretto resta ancora una ruota, con il cerchio arrugginito... ad intarlire al sole...


questo bel signore... non so come si chiama. Sulla varda sono legati due cesti con masserizie


una mucca di razza brunoalpina


due bastardi inseparabili

Una delle abbazie molisane più importanti fu quella di San Vincenzo sul Volturno, sorta sui resti di una basilica protocristiana nel IV secolo, eretta per volere di Costantino e dedicata a  San Vincenzo martire. Ai benedettini si devono anche numerosi castelli tra cui quelli di  Colli al Volturno, Scapoli e Cerro al Volturno.



novella Dulcinea... senza lo sposo...


...un oscuro pollaio in zona Castelpetroso


ciuchi al pascolo... il terzo ciuco guarda e non sa ragliare

 L'insediamento di Isernia La Pineta, il più remoto giaciglio umano sul territorio di Isernia risale a circa 730 mila anni fa. L'Homo Erectus Iserniensis viveva in ampie praterie con pochi alberi. Ma vicino ai corsi d'acqua la vegetazione era ricca, con ippopotami, cervi e cinghiali, mandrie di bisonti e pachidermi. Il clima alternava una stagione lunga e arida ad un'altra breve e umida con forti piogge. Successivamente eruzioni vulcaniche cambiarono la situazione del suolo, seppellendo tutto fino al 1978.