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Una figlia, una donna
...Assuntina
 
 
Assuntina a 10 mesi con mamma
    Sia il vestito bianco della ragazzina che fa la comunione (in basso) che quello della bimba, come presumibile, è ricco di ricami fatti a mano tipici di gran parte della cultura contadina.
    Questa semplice arte (ricamo dall'arabo raqama disegno) troppo spesso sottovalutata come 'povera' è invece di grande tradizione e non soltanto relegata al femminile come si potrebbe credere. L'ornato, con ago e filo, generalmente su stoffa, veniva sapientemente adoprato anche dai vardari, gli artigiani del cuoio, che ne creavano di raffinatissimi per i guarnimenti e per le selle dei cavalieri principeschi. Se all'ornato si voleva aggiungere particolare pregio vi venivano inseriti fili di oro e d'argento.
la ragazzina che ha fatto la prima comunione è figlia della mia madrina, poi vien mamma con la mia sorellina e io, Enzo, con il secondo vestito della mia storia.
    Nella Cina di Marco Polo per creare decorazioni, risparmiando sui costi, le donne adopravano carta colorata opportunamente intrecciata e poi tanta fantasia.
Ne la Bibbia e nei poemi omerici, si parla specificatamente di ricamo. Di ricami assai semplici sono rinvenuti su stoffe nelle antiche sepolture. Fu in Estremo Oriente però che quest'arte riuscì a diventare una vera e propria attività; durante il medievo, con i contatti commerciali se ne ebbe la diffusione del gusto anche in Occidente. Dal XIII secolo divenne uno dei più diffusi motivi di decorazione. Una certa moda ebbero i ricami copti, di cui già nel sec. VI se ne trovavano di grande bellezza.
1967  Veneziale Carmela, moglie di zio Vincenzo, Assuntina e Rita.Carmela, zia di mia madre, era tornata da tre anni dall'Argentina, dove era emigrata con il marito ed i due figli.
Anche lei era una valente ricamatrice. Forse però era ignara del fatto che in Europa, a precederla, e famosissimi per l'arte del ricamo, erano stati i fiamminghi, alcuni dei quali ne realizzarono su disegni di Van Eyck. Eppoi in Spagna vi ebbe forte influsso l'arte moresca, che attraverso la Sicilia si diffuse in tutta Italia. Ed I Normanni a loro volta la estesero in Germania.
Opere significative dell'arte del ricamo, nell'Italia di quell'epoca: il gonfalone di S. Fosca di Torcello.
Anche agli artisti italiani furono richiesti disegni da ricalco, tra cui Iacopo Bellini, Botticelli, Pollaiolo, lo stesso Raffaello. Ve ne è testimonianza in numerosi volumi riguardanti l'arte dell'ago e del filo dal Libro  d'arte di Cennini, ai trattati specialistici del 1500, quali Il Buratto di A. Paganino, l'Esemplariodello Zoppino, l'Esempio di Racammi di Tagliente, l'Esemplario dei lavori del Guadagnino.
Maddalena è al centro vestita in nero,
la bimba a sinistra è Assuntina.
 Quante di queste persone hanno imparato e trasmesso ai figli il paziente segreto dell'arte dell'ago e del filo!? Sarà solo una questione di tempo ma anche in Isernia e nel Molise questa tecnica è destinata all'oblio. Ormai tutto è sostituito dalla efficacissima quanto economica produzione industriale, per la quale non è necessaria alcuna passione.
Assuntina, la sua cuginetta Carmen,  figlia di zia Maria, che era tornata dall'Argentina per ritrovare zio Vincenzo, suo suocero
Per tutto il '500 ed il '600 invece il gusto del ricamo italiano trionfa in Europa soprattutto per merito dei grandi artisti che ne progettano il disegno.
Nel '700 però, il nuovo gusto della corte francese di decorare gli abiti con forme orientali (conseguenza dei commerci con la Compagnia delle Indie), mette in crisi ancora una volta questa manifattura mediterranea.
zio Vincenzo, i merletti lui li realizzava con le pietre, faceva il muratore.
E' l'uomo che ha costruito la casa nuova
Carmen, mia madre, Assuntina.
Carmen oggi è a sua volta mamma di due bambine che suonano il pianoforte
...ricamo... ricamo... una tradizione che non muore! nell ' 800 la vede rifiorire nella cultura veneziana, dove non era stato mai dimenticato. E da Burano si ridiffonde per tutta Italia, creando anche ad Isernia una rivoluzione di stile, per cui il tipo di artigiananto che si era esercitato fino allora venne detto antico, per distinguerlo dal nuovo, che nacque allora, a cui però nel corso del tempo fu dato alcun nome. E' presumibile che i costanti contatti culturali con Venezia siano stati tenuti dai cittadini di Agnone, che era uso fossero da secoli cuochi della Serenissima.
Nel ricamo sono diverse le tecniche adoprate. Tra le forme più antiche il punto passato, la catenella, il serrato, il diviso, il punto steso, il trapunto, il punto croce. Forme recenti il punto risparmiato, il punto di figura o di Palestrina, il Bandera, il punto ombra, l'imbottito, etc.
non conosco chi fosse la ragazzina a sinistra,
chissà che nome avrà, chissà se vedrà mai queste foto... chissà se è una donna felice!
Splendidi i ricami bizantini, il parato di San Cesario ad Arles (sec. VI) ed il velo di Classe (sec. IX), la dalmatica detta di Carlo Magno (basilica Vaticana) ed il ricamo del Paleologo (Palazzo Rosso, Genova). A Palermo, verso il 1000, i Musulmani fondarono un laboratorio di ricamo, che esportò i suoi prodotti in tutta Europa; tra l'altro, nel sec. XII produsse il manto imperiale di Vienna e forse la tovaglia del Sancta Sanctorum in Vaticano.
Assuntina è a destra.
E' quasi certo che nessuna delle due ragazze ha imparato quest'arte, anche se pregevoli sono gli esempi di ricamo antichi testimoniati sino a noi.
Nel tardo Medioevo erano ricercatissimi in Inghilterra, dove ornavano arredi sacri di grande valore artistico. Le opere più preziose la tappezzeria di Bayeux, forse del sec. XIII,  una striscia di 63 metri raffigurante la conquista dell'Inghilterra da parte dei Normanni. Medievali sono pure i ricami germanici nel tesoro di Buda, il mantello di S. Enrico di Bamberga, il paliotto del tesoro di Halberstadt. Manifatture ricercate quelle di Sassonia, di Praga, di Colonia, il gusto del ricamo è bianco su bianco, con piccoli motivi di ornato. In Francia, il più antico ricamo si pensa essere dell'età merovingia (l'Assunzione della cattedrale di Sens); anche qui il periodo più raffinato del ricamo risale al tardo medioevo, tra il XIII ed il XIV secolo.
1976  Assuntina, il giorno della prima comunione, tra mamma Maddalena e zia Carmela. Io non c'ero, ero a Pisa, cercavo me stesso. Neanche mio padre era a casa... dove fosse... proprio non ricordo... forse lavorava in quel di Orvieto presso il Consorzio Ferro Fir che costruiva la direttissima ferroviaria Firenze Roma.
Attraverso queste foto sto ricostruendo il vuoto che mi appartiene... un volto della mia famiglia...  ormai perso...
Questa strada chiusa al traffico era la ex Strada Statale n.17 detta Appulo Sannitica, che collegava l'Abruzzo al Molise e poi conduceva in Puglia. Non era una via qualsiasi essa era stata in parte costruita come bretella scorciatoia del tratturo Pescasseroli Candela a sua volta adottato dai romani come linea veloce di collegamento con il Sannio.
In fondo a sinistra si nota il furgone del Panificio Giancola che riforniva la Trattoria di Emma di cui si scorge parte del fabbricato
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mi chiedo chi abbia messo in testa a queste due donne di far vestire mia sorella da suora! Si tenga presente tra l'altro che le cognate Maddalena e Carmela in questo periodo vivevano insieme nella stessa casa e da qualche anno.
Il loro grado di parentela sembrerebbe davvero labile! cognate! solo per aver sposato rispettivamente i fratelli Giuseppe (mio padre) e Vincenzo (mio zio), invece no! erano anche l'una nipote dell'altra in quanto la madre di Maddalena e Carmela erano sorelle carnali, dunque mia madre era nipote diretta di sua cognata che le era zia!
Che gran casino! nelle famiglie del meridione c'è sempre stato il vezzo di moltiplicare in simultanea le parentele quasi che al mondo non esistessero altre donne o altri uomini da sposare!
Il legame di semplice cugino, cognato, zio, nipote, lo si è ritenuto sempre banalissimo! ecco perché si è sentito il bisogno di intrecciarlo a filo doppio e triplo! se lo rappresentassimo su stoffa ne verrebbe un ricamo fitto fitto degno dei bizantini!
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1975 Assuntina è la ragazzina con la gonnellina rossa, come ovvio, al matrimonio del cugino Damiano, operaio
Nei secoli successivi giunsero a Parigi diversi abili artigiani italiani del ricamo: Napoleone Conte fu chiamato da Carlo VIII; Federico Vinciolo fu invitato da Caterina de' Medici.
Nel 1830 a Gallo in Svizzera, entrano in funzione le prime macchine per ricamo automatico, che mettono definitivamente in crisi il settore per il conseguente crollo dei prezzi.
sono stato sempre attratto dalle identità, almeno da quella che emerge dalle carte
la burocrazia è così certa di quello che siamo che... talvolta ne provo tenerezza. Quale acuto ventre degli umani è l'Anagrafe?!
ride Assuntina, non sa ancora che le aspetta nella vita!
un dialogo spesso molto difficile...
farà l'infermiera in Ospedale
e metterà su parecchi chili, guardate come mangia?!
timidamente ironica
un pò perplessa... malinconica... impaurita...
...solitaria
non ancora sposata, lo afferma lo stato!
nacque il 16 agosto. Per seguire l'antico uso dell'apporre il nome in omaggio al santo del giorno, a rigore, la si sarebbe dovuta chiamare Rocca! infatti quel giorno è la festa di San Rocco! Il nome, a  zia Carmela, che in assenza di mio padre sovraintendeva a queste cose, parve un tantinello sgradito anche perché s'usava dire 'per la marrocca' simulare una poco lieta bestemmia.
Dunque si ripiegò sul ferragosto che come tutti sanno, per bolla papale, è la ricorrenza dell'Assunzione in cielo di Maria Vergine. Nostra zia, comunque, invece che registrarla con il nome vero di Assunta, per darle un tocco di personalità, preferì quello di Assuntina, quasi a suggerire la delicatezza della bambina; così piccola... Assunta? troppo in punta!?
Intanto quella scelta ancora crea confusione. "Ti chiami? Assunta o Assuntina?" le chiedono sul lavoro.
i timbri hanno sempre esercitato fascino ai miei occhi, posseggono il segreto della eternità
Anagrafe e Stato Civile, proprio sicuri che in guerra... lo Stato... e se bombardano l'Anagrafe scompare la civiltà?
Assuntina balla guardando dove mette i piedi... chissà dove li mette?
indovinate chi è quell'uomo? ...non è il marito ...sono io... suo fratello Enzo,
mio padre Giuseppino, mia madre Maddalena, mio cognato Michele, Assuntina
...qui è in Campidoglio a Roma...
però chi può accorgersene...
2 settembre 98, mamma è morta da tre giorni.
Michele, Assuntina, zia Maria sorella di mia madre, papà. I piedi della bambina seminascosta a terra sono di Emanuela, figlia di Assuntina
ooOoo
 
 
 
 
 

SENZA TITOLO
(1988)

Sorella
ho la voce
ubriaca
dell'impeto
che geme
in questa danza
lastricata d'amore.
Certo non basta
il vino dolce
bevuto intorno
alla graticola,
dove il capro
d'autunno
portò il suo pane
unto, del profumo
più vasto
del giardino.
Invano la testa
dritta
sul fuoco
intonò il silenzio
de la cetra,
che le note
accese
tra il rubeo riflesso
del tuo calice.
Nemmeno servì
a nozze
la coppa
che alzammo pigramente
d'oro.
Perché
su la foschia
tra l'avido
riflesso
de le nozze
venne
crudemente
il marmo.
Spezzò
l'orgoglio
del corpo tuo
che affiora
su l'uscio
stridulo.
Bocca
scoperta
come la coscienza
di un toro
appena sgozzato.
Vedo muggire gli occhi
sul barbaro
profumo
dei biancospini.
Ma non urlare
piccola
gitana
d'amore;
anche se
tagliato
avvelenato
usato
il cuore tuo oggi
per la prima volta
è colto
da un rasoio
che ne estirpa
de la pietà, il perdono.
Eclisse
vuoto
del giorno.
Senza corpo,
il mattino.
Sognato
ecco
il tuo amore
inciso nella brezza,
irraggiungibile momento!
Ogni anno
trattiene
i giorni
come grani
di un rosario.

ci fu un tempo in cui... .mia sorella visse l'abbandono... e sembrava che le nozze promesse svanissero nell'oblio (e. c.)