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Quando mi è stato chiesto di scrivere del grande compositore Antonio Salieri, sono rimasta meravigliata e contenta. Per me questo significava dare vita a un personaggio famoso che ormai da tanti anni riposa nel silenzio in una lontana terra.




Antonio Salieri... un grande compositore
di
Elsa Dal Monego

 verena5@alice.it

 

Antonio Salieri nasce a Legnago in provincia di Verona il 18 agosto del 1750 in una casa di cui è rimasto solo l'arco della porta, che oggi si trova nel Museo Fioroni, da un'agiata famiglia proveniente dalla vicina Angiari. Infatti il padre era un ricco commerciante di salumi e lardo, questo fa sembrare quasi incredibile che il figlio sia diventato un grande musicista visto che in famiglia nessuno aveva questa tendenza per l'arte della musica. Anche se chissà per quale motivo o per quale suggerimento il padre mandò il figlio Francesco a scuola di musica e addirittura a quella famosa di Giuseppe Tartini a Padova.
Allora Legnago era una cittadina in cui l'economia si basava su una fiorente agricoltura e su un intenso commercio. Alla caduta di Napoleone, Legnago formò insieme a Verona, Mantova e Peschiera, il famoso "quadrilatero" difensivo dei domini austriaci nel Lombardo-Veneto.
I Salieri però vengono da Angiari (Franciscus Salier viduus de Anglari) queste sono le prime notizie che si hanno della famiglia, riportate in un documento, che si trova conservato in un registro dell'Archivio Parrocchiale di Legnago. Il padre di Antonio si era sposato due volte, la prima volta con la diciassettenne Elisabetta Bonanome, e da questo matrimonio nacquero cinque figli. Rimasto vedovo dopo soli 40 giorni si sposa con un altra diciassettenne Anna Maria Scacchi, la differenza di età tra i due era di 21 anni! Da questo matrimonio sono nati ben nove figli, tra di essi anche Antonio (18 agosto 1750)
Salieri era di statura piuttosto piccola, ne grasso ne magro, carnagione bruna, occhi vivissimi e capelli neri. Un uomo umile per amor di pace e che odiava oziare. Vestiva alla moda, ma evitava gli eccessi, amava molto i dolci e le confetture dei quali era molto goloso, invece non gli piaceva il vino e beveva solo acqua. Aveva la mania della pulizia e dell'ordine, da poterlo paragonare a un interessante soggetto di studi freudiani. Era generoso con tutti in particolar modo con gli allievi poveri, religioso e di carattere allegro e vivace. I suoi hobby erano la letteratura e faceva lunghe passeggiate solitarie, che forse lo aiutavano a meditare.

Egli manifestò fin da piccolo uno spiccato talento musicale, Antonio ancora bambino e alle prime armi con la musica criticò un organista molto famoso in quell'epoca e al rimprovero del padre rispose che lui avrebbe suonato con più solennità.
Non gli furono risparmiate le disgrazie familiari, come la morte della madre e di lì a poco quella del padre, inoltre i disagi economici portarono alla disgregazione della famiglia. Quando rimase orfano del padre aveva appena 14 anni, andò a stare a Padova e fu ospitato dai frati minori, dove un suo fratello Pierantonio era monaco e che gli insegnò le prime nozioni musicali e anche a suonare il violino e il cembalo. A 15 anni si trasferì a Venezia per imparare l'arte del contrappunto, alla scuola di Giovanni Pescetti. In quel tempo solo Napoli faceva concorrenza a Venezia per il primato di Musikstadt (città musicale) in Italia. Qui conobbe Florian Leopold Gassmann, Kapellmeister (Maestro di cappella) Gassmann era un compositore boemo nato a Brux e già celebre per le sue messe, sinfonie e opere, che nel 1770 ascoltandolo ne rimase affascinato e fece pressione perchè il promettente giovane lo raggiungesse ad ogni costo in quella che era allora la capitale della musica classica europea per raffinare i suoi studi e trovare orizzonti più ampi di quelli ormai angusti e soffocanti della Repubblica Serenissima in declino, anche se un declino fastoso e splendido soprattutto per le arti e per la musica, ma purtroppo sempre un declino. Gassmann gli insegnò contrappunto e composizione, oltre alla lingua tedesca, francese e latina. Lo fece entrare alla Corte di Giuseppe II d'Asburgo, e lo amò come un figlio fino alla morte, dove poi trascorrerà la maggior parte della sua vita. Anche nella capitale austriaca Salieri ottiene subito un grande successo, si presenta per la prima volta con l'opera "La Locandiera" aveva 20 anni, un anno dopo a 21 anni presenta "Le donne letterate" che ha avuto un grande favore del pubblico, e da personaggi di spicco nel teatro dell'epoca come Pietro Metastasio, Ranieri de'Calzabigi, ma soprattutto Gluck che ha dato al giovane Salieri l'avallo della sua benevolenza e della sua stima che poi ne è diventato un grande amico. Salieri fu dunque un artista affermato, le sue opere furono apprezzate in Europa. Ripete il successo con l'opera "L'Armida" rapresentata un anno dopo 1771 che fece il giro dei più importanti teatri tedeschi, fino ad arrivare a Copenaghen. Grande compositore di musiche sacre , liriche e classiche, ma soprattutto teatrale, in cui si rivelano notevoli qualità drammatiche. E nel 1773 compone un concerto per organo, un concerto per flauto, oboe ed orchestra, e due concerti per piano. Salieri faceva ampio uso dei tromboni, questo strumento che Mozart aveva usato solo nel "Don Giovanni".
Quattro anni dopo nel 1774 alla morte di Gasmann, Salieri per le sue grandi capacità assume il ruolo di Maestro di cappella, (il più giovane che si abbia notizia) poi nel 1778 scrisse l'opera "Europa riconosciuta" nel 1784 "Le danaidi" in cui appare come una persona che anticipa espressioni romantiche. 1790 compositore alla Corte Imperiale Asburgica di Vienna. Dove poi trascorrerà la maggior parte della sua vita. Salieri non era per niente geloso tanto è vero che aveva rifiutato di prendere la direzione della Cappella Imperiale per dedicarsi solo all'insegnamento. Tra i suoi allievi ci furono Beethoven, Schubert, Liszt, Hummel, Czerny e fra i suoi pupilli vi fu anche uno dei figli di Mozart Xavier, quasi a legare indissolubilmente i loro due nomi. Dopo i grandi successi viennesi ed europei, egli fu invitato a tornare in Italia. E' molto ammirato dalla Corte Imperiale di Maria Teresa e a 28 anni l'Imperatrice Maria Teresa d'Austria gli commissionò per l'inaugurazione del Regio Ducal Teatro, (oggi Teatro alla scala di Milano) fatto costruire a Milano, con la sua opera "Europa riconosciuta" che venne rappresentata il 3 agosto del 1778 e che lo portò al massimo livello di notorietà. E nel 1779 all'innaugurazione del Teatro alla Cannobiana. Da quì per Salieri inizia una carriera sfolgorante.
Il 10 ottobre del 1774 Salieri si sposa con Teresa Helferstorfer, testimoni furono il signor Hoffmann e il dott. Leopoldus Auenbrugger. Le chiacchiere non furono favorevoli a questo matrimonio, ma a dispetto di questo fu un'unione felice, con la nascita di otto figli a differenza del film di Amadeus di Milos Forman dove viene propagandato stupidamente il voto di castità!
Salieri andò ad abitare in Seilergasse, oggi con il nome di Gottweihergasse n°1 nel primo distretto di Vienna, nella casa della moglie, dove visse tutta la vita.

Antonio Salieri è stato anche uno dei primi musicisti ad usare le "sordine" e anche il primo compositore ad arricchire un motivo con le "variazioni". E fece un autentico capolavoro con il tema le "Follie di Spagna" (di anonimo) col quale creò ben 26 variazioni per orchestra, sfruttandone ogni variazione e tutte le possibilità sonore.
Per l'onomastico di Giuseppe II d'Asburgo, nell' "Ouverture Accademica" in Do maggiore, Antonio Salieri inserì l'Inno Nazionale austriaco del "700. Non si contano i suoi riconoscimenti: il cavallerato della Legion d'Onore, la nomina a membro dell'Academie Royale des Beaux Arts, la decorazione con la Civil - Ehrenmedaille d'oro. E fu socio di innumerevoli istituzioni musicali francesi e tedesche. Contribuì alla fondazione del conservatorio di Vienna.
Schubert non ancora ventenne, sotto l'esperta guida di Antonio Salieri, musicò più di 500 Lieder per canto e pianoforte e molti di essi sono dei veri capolavori. Salieri compose anche molta musica strumentale, serenate, sinfonie, overtures, variazioni, oratori, cantate, come anche un Requiem e sei Messe, ingrandendo sempre di più la sua immagine. Fra le sue trentanove composizioni per il teatro si ricorda: "Armide" (1771) "La scuola dei gelosi" (1778) "Der Rauchfangkehrer" (1781) "Les Danaides" (1784) "Tarare" (1787) "Axur re d'Omus" (1788) "Palmira regina di Persia" (1795) "Falstaff o Le tre burle" (1799) un tema tratto da "Le allegre comari di Windsor" di Shakespeare poi verrà ripreso da Giuseppe Verdi per il suo Falstaff.
Salieri non aveva mai imparato bene la lingua tedesca, pur avendo un'ottima istruzione letteraria. Però l'amore per la moglie e i figli, la protezione al figlio di Mozart, e quella alla famiglia di Gassman, la munificenza come vicepresidente dell'Istituto Pensioni. Insomma Salieri fu un galantuomo.

Col passare degli anni si diffuse una leggenda in cui Antonio Salieri si vide coinvolto nella rivalità con Wolfgang Amedeus Mozart di sei anni più giovane, a sotterranee manovre di palazzo, gravato da accuse di plagio, e anche di aver provocato la morte di Mozart mediante avvelenamento per gelosia, e a questa diceria priva di fondamento si sono ispirati diversi artisti nel corso dei secoli.
Alexander Sergeevic' Puskin, che ha creduto a queste voci scrisse nel 1830 un breve dramma in versi intitolato "Invidia" che poi cambiò in "Mozart e Salieri", nel quale si narra che un Salieri roso dalla gelosia commissiona un "Requiem" all'odiato Mozart suo rivale, con l'intenzione di rubarglielo, una volta avvelenato e spacciato per suo.
Invece secondo alcuni storici musicali potrebbe addirittura essere stato Mozart ad aver plagiato Salieri più di una volta.
Possibile che Antonio Salieri, di carattere buono, famoso, ricco, poteva mai essere geloso di un artista ancora sconosciuto e povero? Poi i due si stimavano e Mozart ha composto variazioni su pezzi di Salieri e Salieri le ha fatte su brani di Mozart.
Era anche poeta e scrisse più di 200 poesie,e come compositore ha avuto dei splendidi trionfi, e oltre a una quantità di musiche da balletto , ha scritto anche i concertos compreso un concerto per organo e uno per pianoforte, una sinfonia per compleanno, e un insieme delle variazioni di "folia di Spagna" (il folly della Spagna) l'aria di ballo usata da Corelli e molti altri compositori di musica baroque era un grande compositore e un vero gentiluomo. Lo dimostra anche il fatto che rifiutò di prendere la direzione della Cappella Imperiale, rinunciando così i tanti onori, denari e privilegi, per dedicarsi solamente all'insegnamento dei suoi allievi, che per lui erano la sua missione e il suo mondo. E aveva ragione!
Ma gli innamorati di Mozart non volevano mai credere che un genio creativo tanto amato dagli Dei potesse poi proprio da questi essere fatto scomparire, ancora in giovane età. Era molto più logico in termini emotivi inventarsi che fosse stato Salieri ad avvelenare Mozart. L'invidia è un sentimento diffuso e molto più accettabile che l'improvvisa scomparsa di un genio.
Sappiamo invece che era insofferente alla superficialità, voleva da chi prendeva lezioni da lui il massimo impegno, la serietà, la precisione e la perfezione. Salieri lodò ogni opera di Mozart, ha avuto parole di lode per il "Flauto magico" e non fischiò il "Don Giovanni" e fu proprio lui a far conoscere a Mozart la musica di Bach (allora quasi dimenticata)
Salieri fu anche insegnante di Beethoven, che grato gli dedicò tre sonate (Op.12) con tanto di dedica per il suo maestro.
Ma ancora oggi malgrado le molteplici smentite, viene da molti ricordato come responsabile dell'avvelenamento di Mozart e della sua morte, anche se è stata storicamente provata l'infondatezza di tale calunnia. Anche perchè il movente che egli avrebbe dovuto avere per fare un simile delitto sarebbero stati la gelosia e l'invidia, cosa impossibile per via dei suoi grandi e continui successi. Che invece Mozart finchè era in vita non aveva mai conosciuto,credo che questa dovrebbe già essere una prova sufficiente. Ma la leggenda perdura ancora e si pensa che Salieri ammalato e anche mentalmente turbato si fosse confessato colpevole di tale delitto, ma tanti biografi hanno approfondito, questa storia attraverso testimonianze attendibili e fonti storiche, fino a renderlo innocente oltre ogni dubbio.
Salieri fu tra i musicisti di allora (e non erano pochi) l'unico a seguire il funerale di Mozart, e dopo alcuni anni su insistenza della vedova a dare lezioni di musica al figlio.



p.s. per rendere il film "Amadeus" di Milos Forman, drammatico a tinte fosche e misterioso (e naturalmente commerciale) si è utilizzata una banalissima cattiverie. Dove si racconta del presunto avvelenamento da parte di Salieri. Mentre invece la vita di Salieri è costellata di pregi grandissimi. Uno dei migliori maestri nel firmamento musicale di tutta Europa.
Nelle ultime composizioni di Mozart e di Beethoven e in molti altri, c'è sempre qualche cosa di Salieri, come uomo e come musicista ha più dato che ricevuto.

 


Minoritenkirche.

La chiesa nazionale di Vienna dedicata alla Madonna della neve, fu un posto caro a Antonio Salieri, in quale ne è diventato un aggregato dal 1770.
In questa chiesa il 22 giugno 1825 è stata eseguita per la prima volta la "Messa di Requiem" da lui composta e da eseguire nell'occasione della sua morte.
Il 22 giugno dell'anno 2000 a 175 anni dalla sua morte, in un atmosfera carica di romanticismo, la Messa è stata riproposta nella stessa chiesa, in ricordo del Maestro e della sua grande umanità.
Nella prima navata a destra della chiesa si trova un monumento in marmo di Carrara, eseguito da Luccardi nel 1885. Per ricordare la lunga permanenza a Vienna di Metastasio, come poeta di corte di Maria Teresa.
Nel panello centrale vi è riprodotto il solenne momento in cui il poeta riceve la visita e la benedizione di Papa Pio VI che con il volto stanco guarda fiducioso il Papa che lo benedice, dietro di lui il compositore Antonio Salieri, che gli sorregge il cuscino, lo segue Mozart che si asciuga le lacrime, mentre Franz Joseph Haydn, inginocchiato guarda il Papa in atteggiamento fiducioso. Al centro il crocifisso che ha cristianamente orientato la vita del poeta.



Notturno

Mi piace di pensare che una sera, uscendo da teatro, ancora stordito dagli applausi che scroscianti avevano salutato l'esecuzione della tua ultima fatica, tu abbia fermato la pariglia che trainava la carrozza verso casa, per scendere lungo la riva del Danubio. Alle spalle sentivi lo scalpitio dei cavalli che, impazienti battevano gli zoccoli al suolo e mentre nel cuore il tumulto della serata s'andava lentamente placando, ti sovvenne d'un altro fiume, d'altri cavalli d'una terra lontana e ricordasti l'aria assopita di meriggi estivi, le strade sterrate, le voci nei campi, le brume autunnali, le notti silenti di inverni solitari...
Era il tempo in cui, camminando lungo le rive erbose del fiume, giunto a un boschetto di pioppi radi le cui tremule foglie vivravano leggere nell'aria sospesa della sera, per trasformare in musica il mormorio dell'acqua, il fruscio delle fronde e il volo di stormi radenti i filari. Ed era una musica sempre nuova, ora solenne ora gioiosa, ora discreta ora sommessa, ora prorompente e imperiosa, un turbinio di note che s'affollavano nella mente facendoti tremare d'emozione mentre le ombre dei pioppi s' allungavano inerpicandosi pigramente lungo l'argine dell'Adige che scorreva davanti a te ignaro di quel tumulto, proprio come ora faceva il Danubio.
Con gli occhi della mente, tracciavi il profilo irregolare dei tetti, disegnasti quello semplice ma severo di un campanile lontano; a ben altri palazzi eri avvezzo da anni eppure il ricordo di quelle povere case ti colpì con la forza di un pensiero da tempo trafugato dalla memoria. Un dubbio ti colse, avrebbe mai quella terra finalmente conosciuto la tua musica, saputo della tua giornata? Alcuni di quelli uomini, che avevano sperimentato solo la fatica del vivere, avevano creduto in te nei giorni della tua prima giovinezza, e qualcuno forse avrebbe continuato a credere...
Sorridesti a quel pensiero, voltasti le spalle al grande fiume e risalisti in carrozza, i cavalli frementi per l'attesa ripartirono ad un allegro galoppo e di lì a poco la notte si richiuse alle tue spalle, in un silenzio quasi devoto.

Antonio Salieri muore a Vienna il 7 maggio 1825 a ed è sepolto al Zentralfriedhof di Vienna. Al suo funerale Schubert suo allievo prediletto diresse il Requiem che lo stesso Salieri aveva scritto diverso tempo prima per la sua morte. Sulla sua tomba è incisa una epigrafe nata dalla mente e dal cuore di un suo allievo e successore Joseph Weigl nella direzione dell'opera di Vienna, che dedicò al grande musicista, e dice così:

"Riposa placido, liberato dalla polvere, ti fiorirà l'eternità.
Riposa sereno, in eterne armonie si libera il tuo spirito
che cammina, su note magiche, verso eterne bellezze."


Fra le tante e bellissime opere del grande compositore ne ho scelto una della quale vi racconto la trama:

Axur, Re d'Ormus

Opera in un prologo e cinque atti su libretto di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Prima rappresentazione: Opera, Parigi, 8 giugno 1787


Atto primo

Il soldato Atar di umile origine che grazie al suo comportamento, al suo coraggio, e al suo eroismo si è guadagnato il posto di comandante, torna a casa da Aspasia la sua amata sposa, dopo una guerra vittoriosa.
L'unica infelicità le frequenti separazioni da lei, ma fedele al suo Re (al quale una volta ha anche salvato la vita) suddito devoto e amato dal popolo come un eroe. Attaccato al suo dovere anche se spinto dalla moglie ad abbandonare il servizio non riesce ad abbandonarlo.
Un giorno mentre Atar e Aspasia si trovano in giardino, vedono lingue di fuoco levarsi dalla loro casa. Atar accorre per spegnere il fuoco, Aspasia viene rapita da un soldato, e Atar quando torna fa appena in tempo a vedere trascinare via sua moglie con la forza e caricarla su una nave.


Atto secondo

L'azione si svolge nel palazzo di Re Axur.
Il guardiano del serraglio Biscroma, sa che Axur ha ordinato di rapire Aspasia e implora al Re pietà per Atar al quale anche lui deve la vita.
Ma già da tempo Axur è invidioso e geloso per la stima che Atar gode presso il popolo e per la felicità con Aspasia. Che a lui pur essendo un Re e avendo centinaia di donne a sua disposizione viene negata, così decide di rovinargli la vita.
Altamoro, il figlio del fedele servitore e Grande Sacerdote di Axur communica la notizia della buona riuscita del rapimento e Axur da ordine a Biscroma una festa per il giorno dopo.
A palazzo si trova anche Atar che disperato chiede aiuto a Axur per ritrovare Aspasia. Axur finge di essere addolorato per la notizia, ma in cuor suo gioisce e ironizza delle lacrime di Atar, "le lacrime di un eroico soldato per una donna" e gli promette di mettergli a disposizione una nave per le sue ricerche.


Atto terzo

Axur viene informato da Arteneo il Grande Sacerdote che nuovi nemici minacciano il regno. Si deve nominare un condottiero per l'esercito, ma per rafforzare la vigoria guerresca del popolo, vuole che si creda che sia il cielo stesso a sceglierlo.
Artenio chiede a Axur quale sia il nome che vorrebbe suggerire al'indovino. Axur suggerisce Altamor il nome del figlio di Arteneo.
Biscroma nel fratempo incontra a Palazzo Atar e gli dice la verità su Aspasia, cioè che si trova prigioniera sotto falso nome (Irza) nel Serraglio di Axur, e intende calare una scala in un punto che sia raggiungibile dal mare, per dare la possibilità a Atar di introdursi di notte nei giardini. Il popolo che nel frattempo si è riunito davanti al tempio giura obbedienza e fedeltà al condottiero scelto dal cielo, il cui nome viene annunciato dalla innocente bocca del bambino Elamir.
Anche dietro i suggerimenti di Arteneo, Il bambino Elamir pronuncia il nome di Atar. Il popolo gioisce felice e Atar si dichiara pronto a prendere il comando dell'esercito. Altamoro lo offende mettendo in discussione la scelta e Atar lo sfida a duello.


Atto quarto

Axur cambia idea e la festa prevista nel serraglio che doveva svolgersi il giorno successivo, vuole che venga fatta subito, Inutilmente Biscroma cerca di fargli cambiare idea, perchè in questa notte Atar intende furtivamente introdursi nel serraglio, ma Axur rimane fermo nel suo proposito. Allora Biscroma con una astuzia decide di far terminare prima del tempo la festa.
La festa incomincia, Aspasia viene fata entrare da alcune schiave.
Si esegue un'arlecchinata con l'approvazione di Axur. Biscroma riceve le lodi di Axur, mentre intona una canzoncina, nella quale si racconta del suo salvataggio avuto per mezzo di Atar. Ma appena Biscroma ne pronuncia il nome viene aggredito da Axur che si avventa su di lui in preda all'ira, e tutti fuggono.
Fiammetta che teme per la vita di Aspasia lancia un grido, la quale nel aver sentito nominare Atar sviene, questo fa tornare indietro Axur che si precipita nelle stanze di Aspasia. Intanto Atar si è introdotto nel serraglio dove si incontra con Biscroma che per non farlo riconoscere da Axur lo traveste da negro. Axur irato lascia in quello stesso momento la stanza di Aspasia che lo aveva fermamente respinto. Per vendetta e punizione, per l'umiliazione subita, alla vista del negro gli viene in mente una nuova azione malvagia, e intende fare sposare Aspasia al negro. Aspasia disperata per la sorte che l'attende e convinta che Axur abbia fatto uccidere Atar, invoca la morte.
Quando Biscroma annuncia a Aspasia che il negro sarà il suo futuro marito, lei piangendo prega Fiammetta di farsi condurre da lui al suo posto con un travestimento. Deluso Atar scopre che Irza non è la sua Aspasia. Axur che ha dato ordine di uccidere il negro, perchè ancora una volta vuole tentare di ottenere la simpatia di Aspasia, ma in quel momento le sue guardie irrompono nel Serraglio, Biscroma trattiene i soldati rivelando loro che il negro è Atar. Ma sapendo che ormai per lui non c'è più scampo, si fanno indietro inorriditi.


Atto quinto

Atar viene condotto da Axur il quale gli infligge la pena di morte.
Atar stesso disperato invoca la morte per lui e maledisce Axur mettendolo in guardia sulle conseguenze delle sue cattive azioni.
Gli communica anche che quella che lui ha in suo potere col nome di Irza non è Aspasia.
Axur risentito fa condurre da lui Aspasia, Atar e Aspasia come si vedono felici cadono uno nelle braccia dell'altro. Fiammetta confessa a Axur del travestimento e lui la punisce con la morte.
Axur ordina di separare Aspasia e Atar e che Atar venga ucciso. Ma Aspasia minaccia di uccidersi estraendo un pugnale, se le guardie si fossero avvicinate a Atar.
Ai piedi di Axur si precipitano schiavi e schiave scongiurandolo di avere pietà e il popolo in tumulto ha invaso il Serraglio e pretende che Atar venga liberato. Biscroma è a capo di una schiera di soldati per liberare Atar. Ma Atar gli incita al rispetto verso il loro Re e e prega loro di fermarsi. Axur ormai si è convinto che il potere di Atar sul popolo è molto più superiore del suo, maledicendolo insieme al popolo si trafigge. Atar viene acclamato dalla folla come il nuovo Re, che prima rifiuta, ma poi accetta i loro desideri, ma non si lascia togliere le catene perchè esse devono indicare al popolo che userà il suo potere solo per il loro bene


In ricordo di un grande compositore.

Dei rinomati vini DOC della provincia di Verona oggi portano con onore l'eticchetta di Antonio Salieri , i vini sono: Amarone, Bardolino, Recioto, Valpolicella, e Custoza.





webmaster Fabio D'Alfonso


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