A settanta anni dalla loro redazione ecco per la
prima volta in rete i documenti che Galeazzo Ciano
allegava al suo DIARIO

COLLOQUIO DEL DUCE CON SUMNER WELLES

 

Roma, 26 febbraio 1940 - XVIII


Il signor Sumner Welles ringrazia il Duce per averlo ricevuto ed incomincia il suo dire dichiarando che il Presidente Roosevelt è desideroso di eliminare una volta per tutte i malintesi e le incomprensioni che sono esistiti per lungo tempo fra gli Stati Uniti e l'Italia. È lieto di comunicare che il Presidente degli Stati Uniti ha già richiesto al Congresso lo stanziamento di due milioni di dollari per partecipare alla Esposizione del 1942 e desidera anche stipulare un Trattato di commercio tra gli Stati Uniti e l'Italia. Il Duce ringrazia di questa comunicazione e conferma che i lavori per l'Esposizione del 1942 verranno proseguiti in qualsiasi situazione politica. Anche egli concorda sull'opportunità di stipulare un Trattato di commercio regolare, tanto piú che le relazioni commerciali con gli altri Paesi sono rese piú difficili dal presente stato di guerra in Europa. Il Duce non ritiene che la questione del riconoscimento dell'Etiopia e dell'Albania possa venire ormai sollevata dagli Stati Uniti, dato che a tale riconoscimento hanno ormai proceduto i Paesi piú direttamente interessati. Il signor Sumner Welles dice che tale riconoscimento potrà aver luogo come "parte di un tutto" allorché si procederà ad una sistemazione generale del mondo ivi compresa la questione estremo-orientale. Il Duce risponde che ciò comporterà un lungo ritardo e che nel frattempo sarà utile stabilire un modus vivendi a larghe basi che permetta di intensificare gli scambi commerciali.
Il Signor Sumner Welles presenta al Duce un memorandum americano circa la possibilità di migliorare le condizioni generali di scambio internazionali e di giungere ad una limitazione degli armamenti, facendo rilevare che molte delle idee contenute in tale memorandum furono espresse dal Duce in un suo discorso alla Camera nel 1934. Il signor Sumner Welles domanda al Duce se Egli non sarebbe disposto a procedere subito ad uno scambio di punti di vista tra i Paesi neutrali per fissare le condizioni di una pace economica che dovrebbero venire prese in considerazione non appena venisse ristabilita nel mondo la pace politica.
Il Duce pur concordando sulla necessità di riaggiustare su nuove basi i rapporti economici fra Stati, fa presente che non ritiene possibile invertire i tempi: Egli cioè ritiene che la pace economica dovrà seguire, ma non può precedere la pace politica fra i vari Stati. Aggiunge che nella guerra economica l'Italia è arrivata buon'ultima: soltanto nel 1934 furono fissati i provvedimenti per i contingenti, il controllo sulle divise ecc., mentre il primo esempio era stato dato dagli Stati Uniti prima dell'amministrazione Roosevelt e dall'Inghilterra con la Conferenza di Ottawa, che divideva l'umanità in due parti: quella facente parte dello Impero Britannico e quella esclusa.
Il signor Sumner Welles prende atto di quanto il Duce afferma e si dichiara soddisfatto dell'impegno del Duce di dare il Suo contributo alla pacificazione economica fra gli Stati allorché la situazione politica consentirà uno sviluppo in tal senso.
Venendo a parlare della situazione in Europa il signor Sumner Welles domanda al Duce se Egli veda qualche elemento che permetta di considerare possibile un accordo fra gli Stati belligeranti. Il Duce risponde che l'ultimo discorso di Hitler contiene due elementi molto importanti: l'affermazione del diritto germanico allo spazio vitale nell'Europa centrale, e la richiesta delle vecchie Colonie. Con questo discorso il Führer ha fatto conoscere i suoi obiettivi: adesso si tratta di stabilite quale dovrà essere geograficamente il limite dello spazio vitale richiesto dalla Germania e quale struttura giuridica e politica dovrà avere. Il Duce continua dicendo che molti degli obiettivi di guerra degli alleati sono da considerarsi assurdi: primo tra essi il ristabílimento di un'Austria indipendente, la quale Austria non è altro invece che una provincia del Reich. Anche la Cecoslovacchia cosí come era stata inventata dalle democrazie, rappresentava un'artificiosa costruzione destinata a minacciare la Germania. Per quanto concerne la Polonia bisogna riconoscere che alcune zone e città sono nettamente tedesche e alla Germania debbono rimanere. L'altra parte della Polonia invece può costituire uno Stato nazionale polacco, in una forma che verrà successivamente definita. È certo che qualora si volesse ricostruire la Polonia nei suoi vecchi confini bisognerebbe decidersi a combattere non solo la Germania ma anche la Russia, che ha occupato una parte molto notevole e importante della stessa Polonia.
Il signor Sumner Welles prende atto di quanto il Duce gli ha detto e domanda se Egli ritiene che esistano ancora le condizioni per un eventuale contatto tra le due parti belligeranti. Il Duce ha risposto di non escluderlo a condizione che la guerra mantenga la sua statica posizione attuale; qualora invece dovessero ingaggiarsi battaglie in grande stile con grosse perdite da ambo le parti, le difficoltà sarebbero certamente insormontabili. Ma a questo punto il Duce sente il dovere di far presente che nell'eventualità di un accordo verrà sollevata anche la questione italiana. L'Italia è prigioniera nel Mediterraneo e lo sarà fino a quando non avrà un libero accesso agli oceani. Lo stesso piroscafo sul quale viaggiava il signor Sumner Welles ha dovuto subire un controllo a Gibilterra. Non c'è dubbio che tale stato di prigionia diventa sempre piú malagevole con l'aumentare della statura e della potenza dell'Italia. La questione italiana non è stata ancora sollevata per non turbare le già molto torbide condizioni politiche europee, ma ciò non esclude che essa esista nella realtà e nella coscienza del popolo italiano.
Il Signor Sumner Welles dopo aver ringraziato il Duce per quanto gli ha comunicato dice che alla fine del suo viaggio in Europa passerà nuovamente per Roma per imbarcarsi su un piroscafo italiano a Napoli. Il Duce lo invita a recarsi nuovamente a conferire con Lui qualora al termine del suo viaggio abbia elementi importanti di informazione.

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