A settanta anni dalla loro redazione ecco per la
prima volta in rete i documenti che Galeazzo Ciano
allegava al suo DIARIO


PRIMO COLLOQUIO CON HITLER

 


Berchtesgaden, 12 agosto 1939 - XVII, ore 14,30 - 17,45

Hitler incomincia il suo dire illustrandomi con l'aiuto di carte geografiche la situazione della Germania dal punto di vista delle sue fortificazioni di frontiera. La "Linea Sigfrido" completamente ultimata, va dal confine svizzero al punto in cui il Reno entra in territorio olandese. Tale linea è giudicata insuperabile specialmente nelle zone in cui storicamente fecero irruzione i nemici per le invasioni della Germania. Anche tutta la frontiera belga è coperta dalla fortificazione. La frontiera olandese invece lo è solo parzialmente. Ma ciò non preoccupa Hitler, dato che Belgio e Olanda sono disposti a garantire con le armi la loro neutralità contro qualsiasi invasione e comunque, in caso di violazione di tale neutralità da parte franco-britannica, i tedeschi potrebbero piú rapidamente degli avversari occupare il territorio olandese e provocarne l'allagamento attraverso la rottura delle dighe. Per quanto concerne il fronte orientale, l'opera di fortificazione è ben lungi dall'essere altrettanto progredita. La sola zona nella quale sono stati fatti lavori di notevole importanza è quella della frontiera polacca immediatamente prospiciente Berlino. Ma ad Oriente non si tratta di porsi sulla difensiva. Bisogna agire offensivamente e con la massima rapidità. A tal fine le forze sono ormai concentrate e disposte in modo da rendere possibile l'attacco in qualsiasi momento. Il Führer non precisa il numero delle forze concentrate contro la Polonia, ma accenna alla cifra di un milione di soldati. Come sola precisazione dice che nella Prussia Orientale si trovano 11 divisioni agguerritissime, delle quali alcune motorizzate. Quando verrà il momento dellattacco alla Polonia - e tale momento verrà in seguito allo scoppio di un incidente grave oppure perché la Germania imporrà alla Polonia di chiarire la sua posizione politica (sic) - le forze tedesche si lanceranno contemporaneamente da tutti i punti di attacco della frontiera verso il cuore della Polonia seguendo itinerari ben prestabiliti.
Le forze polacche oggi sono insufficienti per resistere sia pur brevemente ad un tale attacco. L'aviazione è minima, l'artiglieria è scadente, mancano completamente le armi anticarro. La stagione piú indicata dal punto di vista meteorologico per l'azione è quella che, avendo inizio adesso, termina col 15 ottobre. Dopo, la pioggia e le nebbie proteggerebbero la Polonia meglio di qualsiasi altra arma. Hitler si dichiara deciso a liquidare definitivamente la situazione entro il 15 ottobre. Dice che è spinto ad agire in tal modo per le seguenti ragioni:
1. perché la Polonia ha provocato la Germania, ne ha offeso l'onore, continua a far ciò quotidianamente, e una grande Nazione quale la tedesca non può tollerare piú a lungo un simile stato di cose senza perdere il prestigio. Ripete per ben due volte - e con molta energia - che il ritiro degli allogeni dall'Alto Adige è stato un duro colpo al prestigio germanico e suo personale. Questo gesto non può essere invocato a precedente da nessuno, ed anzi lo obbliga ad una maggiore intransigenza nei confronti della Polonia;
2. perché il terrore nel quale sono fatte vivere le minoranze tedesche in Polonia, ormai sottoposte alle piú brutali violenze (castrazioni, uccisione, rapine) ha agitato l'opinione pubblica germanica che reclama la guerra alla Polonia;
3. perché egli ha informazioni precise che la Polonia si appresta dopo il 15 ottobre ad occupare la città di Danzica ed eventualmente a distruggerla. In tale stagione la Germania non potrebbe che a costo di sacrifici molto maggiori e con esito naturalmente piú incerto portarsi in soccorso dei propri figli minacciati;
4. perché la Polonia rappresenta una minaccia nel dorso della Germania e quindi dell'Asse. Anche se con la Polonia venisse fatta una politica di collaborazione e di pace, questa non potrebbe modificare profondamente la situazione e quando la Germania e l'Italia si trovassero - come un giorno è inevitabile che si trovino - in lotta contro le democrazie occidentali, la Polonia troverebbe l'occasione per piantare un pugnale nel fianco della Germania. A questo proposito sottolinea subito che l'Italia si trova in situazione analoga nei confronti della Jugoslavia. Vi sono segni precisi che la Jugoslavia conserverà la sua neutralità nei confronti dell'Italia soltanto fino a quando la posizione di questo Stato sarà buona. Qualora invece difficoltà dovessero sorgere, la Jugoslavia attaccherebbe alle spalle. Per questo motivo Hitler consiglía all'Italia di cogliere la prima favorevole occasione per smembrare la Jugoslavia occupando la Croazia e la Dalmazia (sottolineo che non nomina la Slovenia).
Allorché gli domando quali sviluppi prevede nella situazione generale, in seguito al suo attacco contro la Polonia, Hitler afferma ripetutamente che egli è convinto che il conflitto verrà localizzato e ne espone le ragioni nel modo seguente: Francia e Inghilterra faranno certamente dei gesti molto teatralmente antigermanici, ma non entreranno in guerra poiché la loro preparazione di armamenti e di spirito non è tale da permettere loro di iniziare il conflitto. Hitler ripete che un giorno sarà necessario batterci contro le democrazie occidentali, se non fosse altro per liquidare il pregiudizio di superiorità morale che anima Francia e Inghilterra nei confronti dell'Italia e della Germania. Ma esclude che questa lotta possa iniziarsi adesso. Francia e Inghilterra non hanno modo di offendere la Germania. Al massimo potranno mettere un blocco nel Mare del Nord tra le coste della Scozia e quelle della Scandinavia e all'imboccatura occidentale della Manica.
Potrebbero anche tentare qualche azione aerea contro i centri tedeschi, ma ciò non è probabile, sia per il timore di rappresaglie (Ribbentrop mi dice però che non è nemmeno sicuro che tali rappresaglie verrebbero compiute dai tedeschi, almeno in un primo tempo), sia per tema della difesa antiaerea tedesca che è ottima e tale da garantire la quasi inviolabilità di tutti i centri urbani, tranne Berlino la cui superficie troppo estesa la rende piú facilmente vulnerabile. Nessun altro Paese avrebbe possibilità di muoversi. Gli Stati Baltici sono neutri per definizione e la loro neutralità sarebbe in ogni caso favorevole alla Germania. Anche la neutralità svizzera si può considerare assicurata. Gli svizzeri tireranno su chiunque tenti di violare il loro territorio. Per quello che concerne l'Oriente è già prima stato detto. Bisogna aggiungere adesso che l'Ungheria amica varrà insieme alla Bulgaria cui la Germania ha fornito e fornisce armi, a neutralizzare l'ostilità, del resto molto incerta, della Romania. Jugoslavia e Grecia saranno immobilizzate dalla paura dell'Italia.
La Russia non si muoverà. Le trattative di Mosca sono state un completo fallimento. Le missioni militari franco-britanniche sono state inviate in Russia unicamente per coprire il grande insuccesso politico. Al contrario procedono molto favorevolmente i contatti russo-germanici, ed è proprio di questi giorni una richiesta russa per l'invio a Mosca di un Plenipotenziario tedesco che dovrà trattare il patto di amicizia. Queste ragioni inducono il Führer ad affermare con assoluta certezza che il conflitto verrà localizzato e che la Germania potrà definitivamente e senza maggiori complicazioni liquidare la Polonia rendendo anche a un grande servizio alle Potenze dell'Asse poiché ogni rafforzamento di un membro dell'Asse deve essere considerato un rafforzamento del sistema politico italo-tedesco. La Germania è stata lieta che iniziative individuali e coronate dal successo quali l'Abissinia, la Spagna e l'Albania, abbiano, aumentando la potenza e il prestigio dell'Italia, accresciuto nel mondo il peso dell'Asse".
Ho preso la parola e ho esordito ringraziando il Führer per le molto franche e dettagliate comunicazioni che mi ha voluto fare aggiungendogli che l'interesse era in me reso anche maggiore dalla novità delle notizie che mi dava, dato che nei nostri precedenti colloqui la situazione generale e i problemi singoli erano stati esaminati sotto un altro aspetto. In realtà si era concordato di lasciar decorrere un periodo di due o tre anni, prima di prendere iniziative che avessero potuto avere conseguenze belliche, e ciò al fine di migliorare l'apprestamento militare dei due Paesi.
Il Führer ha interrotto dicendomi che era verissimo quanto gli dicevo e che anche lui concorda con Mussolini nel ritenere che due o tre anni - non però piú - siano utili all'Asse per migliorare la sua posizione e la sua preparazione. Li avrebbe attesi, secondo quanto era stato concordato. Ma le provocazioni della Polonia e l'aggravarsi della situazione ha reso urgente l'azione tedesca. Azione però che non provocherà un conflitto generale. Il Führer è quindi certo che, per quanto concerne l'Italia, egli non dovrà chiedere l'aiuto secondo l'impegno esistente.
Prendo atto di tali dichiarazioni del Führer e continuo l'esposizione delle ragioni per le quali l'Italia preferisce che un conflitto generale venga rinviato del periodo di tempo già prestabilito. Svolgo la mia esposizione e le mie argomentazioni sulla base degli appunti già in precedenza redatti dal Duce e degli ordini ricevuti. Hitler ascolta con molto interesse quanto gli dico ma non fa osservazioni di sorta.
Parlo quindi della possibilità di fare un comunicato, secondo le istruzioni datemi dal Duce, diretto a far conoscere che vi sono ancora possibilità di risolvere pacificamente le vertenze che turbano la vita politica europea. Spiego dettagliatamente i vantaggi di varia natura che deriverebbero all'Asse da un passo di questo genere.
Hitler ascolta con attenzione. Dice di avere già avuto copia del comunicato (da Ribbentrop, ma di non avere ancora potuto esaminare a fondo la proposta. Ritiene opportuno fissare un colloquio per il giorno successivo. Data l'ora tarda leva la riunione non senza prima aver riaffermato la sua volontà di agire rapidamente contro la Polonia e la sua sicurezza assoluta della localizzazione del conflitto in modo tale che l'Italia non dovrà per nessuna ragione trovarvisi coinvolta.

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