A settanta anni dalla loro redazione ecco per
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MAGGIO 1939
COLLOQUIO COL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI DEL REICH
Milano, 6-7 maggio 1939 - XVII
Ho dato conoscenza a Ribbentrop dell'appunto redatto dal Duce e mi sono soffermato
ad illustrare ogni singolo punto di esso. Ribbentrop ne ha preso attenta nota
e ha dato le risposte che seguono:
1. Conferenza proposta dal Papa. - Il Führer ha ricevuto il Nunzio Apostolico
Monsignor Orsenigo e ha ascoltato quanto veniva da lui proposto. Ha però
evitato di dare qualsiasi risposta decisiva poiché intendeva prima consultarsi
col suo "amico Mussolini". Il Führer ritiene che l'idea della
Conferenza non sia accettabile, in primo luogo perché metterebbe l'Italia
e la Germania sempre nella incomoda posizione della inferiorità numerica
dato che dall'altra parte l'Inghilterra, la Francia e la Polonia, formerebbero
presumibilmente un blocco unico, in secondo luogo perché ritiene che
nell'attuale stato di cose la Conferenza non potrebbe raggiungere alcun risultato
pratico, e al contrario renderebbe piú esasperato "l'isterico stato
d'animo dei polacchi". Il Führer propone di far sapere al Vaticano
che si è grati dell'iniziativa del Papa, ma che non si ritiene possibile
di accettarla poiché l'atmosfera creata artificialmente contro le Potenze
dell'Asse non permette di sperare che una Conferenza dia utili frutti.
2. Polonia. - Ribbentrop ritiene che il Governo polacco e particolarmente Beck
sono vittime della situazione interna per aver permesso in questi ultimi tempi
una propaganda troppo attiva contro la Germania. I polacchi, che sono di natura
megalomane, sono stati esasperati al punto da non rendersi conto della piú
elementare realtà e cioè che in caso di scontro militare alcune
divisioni tedesche e le forze dell'aviazione basteranno a liquidare il conflitto
sul fronte orientale in meno di due settimane. Le proposte di accordo fatte
da Hitler sono particolarmente vantaggiose poiché nessun uomo politico
tedesco che non fosse lui avrebbe mai potuto affrontare l'impopolarità
determinata dall'accettazione e dalla garanzia del corridoio. Allo stesso Reichstag,
quando il Führer fece conoscere tali sue proposte, si notò un movimento
che significava molto chiaramente la sorpresa e forse anche la reazione degli
ascoltatori. Ma il Führer è deciso di marciare su una strada di
conciliazione e insiste per ottenere l'autostrada extra-territoriale, poiché
questo varrebbe anche a modificare la situazione psicologica tedesca. Viceversa
il Führer non può e non intende rinunciare a Danzica, la violazione
delle cui frontiere da parte polacca sarebbe considerata come la violazione
della stessa frontiera tedesca. I tedeschi non faranno piú offerte alla
Polonia. Ma non per questo considerano la porta chiusa ai negoziati. Il programma
è quello di non prendere iniziative: il tempo giuoca in favore della
Germania tanto più che già si notano segni di stanchezza in Francia
ed in Inghilterra nei confronti del problema polacco, ed è sicuro che
tra qualche mese né un francese né un inglese marcerà per
la Polonia. Comunque Ribbentrop conferma che è intenzione tedesca di
lasciare stagionare la questione, pronto però a reagire nella forma più
dura, qualora da parte polacca si cercasse di passare ad una politica di offensiva.
3. Periodo di pace. - Anche la Germania è convinta della necessità di un periodo di pace che dovrebbe essere non inferiore ai 4 o 5 anni. Il Governo tedesco intende impiegare molto attivamente questo tempo per la preparazione dell'esercito, sia dal punto di vista degli armamenti sia da quello dei quadri, tuttora incompleti, e per la costruzione della Marina che, nel giro di quattro anni, sarà anche se non estremamente imponente come tonnellaggio, molto efficiente dal punto di vista bellico. Ciò non vuol dire che prima di questo periodo la Germania non sia pronta alla guerra. Qualora vi fossimo forzati, il Führer intende tentare di risolverla attraverso un rapido corso di operazioni. Ma se ciò sarà impossibile, si prepara anche a sostenere guerra di durata pluriennale. Comunque ritiene che l'iniziativa sia sempre dell'Asse, la cui posizione militare e politica si è molto rafforzata in questi ultimi tempi attraverso la soluzione del problema cecoslovacco e l'occupazione dell'Albania. Dal punto di vista diplomatico ritiene anche che la stipulazione di un Patto di non aggressione con i Paesi Baltici e successivamente con i Paesi Scandinavi, sia di grande vantaggio per la Germania e per l'Italia.
4. Gran Bretagna. - Ribbentrop prende atto di quanto gli comunico circa le nostre relazioni con Londra. Non ha niente di particolare da dirmi per quanto concerne i rapporti anglo-germanici.
5. Francia. - Ribbentrop è assolutamente d'accordo con la politica che
il Duce intende seguire. Non ritiene però possibile una guerra isolata
tra l'Italia e la Francia poiché la Gran Bretagna non lascerebbe mai
battere la sua alleata continentale senza tentare ogni sforzo per salvarla.
Ciò provocherebbe l'automatico intervento della Germania.
6. Spagna. - Il Governo tedesco è soddisfatto dell'atteggiamento di Franco.
Concorda sulla necessità di continuare a svolgere un'azione comune dell'Italia
e della Germania per rafforzare ancora i legami tra l'Asse e la Spagna; bisognerebbe
possibilmente giungere ad una vera alleanza, poiché pur non facendo soverchio
assegnamento sulle forze armate spagnole, sarebbe per noi di grande utilità
inchiodare alcuni Corpi d'Armata francesi alla difesa della frontiera pireneica.
7. Svizzera. - Si concorda nel considerare la Svizzera una Nazione fondamentalmente ostile all'Asse e si concorda anche sulla opportunità di non rivelare la cosa pubblicamente e formalmente fino a nuove disposizioni.
8. Jugoslavia. - A Berlino si è rimasti molto soddisfatti dei colloqui avuti con Markovic che ha ripetuto quanto aveva già detto a Venezia: in ogni eventualità la Jugoslavia si manterrà neutrale con appoggio economico alle Potenze dell'Asse. Ribbentrop ritiene che è, allo stato degli atti, nel comune interesse di salvaguardare lo status quo jugoslavo. Qualora però la dissoluzione del Regno trino avvenisse per processo interno, Ribbentrop conferma che dovrà l'Italia, quale Paese che ha interessi assolutamente prevalenti in Jugoslavia, dirigere la soluzione della crisi.
9. Grecia. - Ribbentrop ritiene che, dopo l'occupazione dell'Albania, l'importanza della Grecia sia molto diminuita e che sia comunque piú facile esercitare una influenza dell'Asse su questo Paese. A tal fine bisognerebbe arrivare a sostituire l'attuale Re, ostilissimo all'Asse, col Principe Ereditario, che è di idee assolutamente opposte. Ciò non dovrebbe essere impossibile data la caotica situazione interna e le moltissime ostilità che convergono sulla persona del Re attuale.
10. Turchia. - Attendere di conoscere dei suoi nuovi impegni con l'Inghilterra.
11. Bulgaria. Continuare a svolgervi una politica di collaborazione ai fini sopratutto di impedire che la Bulgaria dia la sua adesione al Patto balcanico cosí come viene continuamente sollecitata dalla Turchia e dalle democrazie occidentali.
12. Russia. - Ribbentrop è convinto che bisogna cogliere l'occasione che si presenta favorevole per impedire l'adesione della Russia al blocco antitotalitario, ma concorda in pari tempi sulla assoluta necessità di svolgere una tale azione con molta discrezione e con un assoluto senso di misura. Qualsiasi esagerata manifestazione in senso filorusso avrebbe dei risultati negativi. Però insiste sulla necessità di continuare e di sottolineare la distensione che si è prodotta nei rapporti tra l'Asse e l'Unione Sovietica.
13. Alto Adige. - Ho parlato a Ribbentrop con molta chiarezza del problema e gli ho dato una quantità di particolari di cui egli non era a conoscenza. Mi sono formato la convinzione che fino ad oggi il problema non gli era mai stato prospettato nella sua pienezza e nella sua serietà. Ribbentrop, dopo avermi ripetuto l'assoluto disinteresse presente e futuro del Governo del Reich per l'Alto Adige, mi ha dichiarato che intende mettersi immediatamente all'opera, insieme ad Attolico, per risolvere al più presto almeno il problema che concerne l'evacuazione dei 10.000 tedeschi ex-austriaci. Attolico oggi stesso conferirà con Mastromattei e, subito dopo il suo ritorno a Berlino, prenderà contatto con Ribbentrop per dare al problema una soluzione concreta.
14. Alleanza militare. - Per quanto concerne l'alleanza militare Ribbentrop
si riserva di mandarci al piú presto uno schema di trattato di alleanza
che dovrebbe venire da noi esaminato e discusso. La firma del Patto propone
che abbia luogo a Berlino non appena possibile ed in forma molto solenne. Ribbentrop,
che non ha del tutto abbandonato l'idea di acquisire il Giappone all'alleanza
militare, ha molto apprezzato il suggerimento del Duce di formulare l'alleanza
in modo tale da costituire un Patto aperto all'adesione di quegli Stati che
intenderanno in seguito parteciparvi.
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