A settanta anni dalla loro redazione ecco per la
prima volta in rete i documenti che Galeazzo Ciano
allegava al suo DIARIO

LETTERA DI VON RIBBENTROP A CIANO

Berlino, 20 marzo 1939
Personale


Traduzione

Mio caro Ciano,
dopo il mio ritorno da Praga e Vienna desidero utilizzare la prima ora libera innanzi tutto per ringraziarvi sentitamente dell'atteggiamento pieno di comprensione e di amicizia che il vostro Governo ha tenuto nei riguardi degli ultimi avvenimenti. È mia ferma persuasione, che la nostra azione, la quale ha procurato calma e ordine definitivi alla frontiera sud-orientale del Reich, significa un importante rafforzamento dell'asse Roma-Berlino e che questo mostrerà sempre più chiaramente in corso di sviluppo la sua efficacia. Che il rapido svolgimento dell'azione ed il suo risultato siano stati per voi, come avete ultimamente fatto conoscere al signor von Mackensen, in un certo senso una sorpresa posso capirlo agevolmente. Le decisioni del Führer hanno dovuto, quando nelle ultime settimane le cose si sono acutizzate in modo sorprendente anche per noi, esser prese molto rapidamente e senza possibilità di lunghi preparativi. Ho tuttavia, per quanto era possibile sotto la spinta degli eventi turbinosi, tenuto sempre al corrente l'Ambasciatore Attolico e, a Praga, sono stato lieto di potere informare diffusamente il vostro ex-Ministro in quella sede. Inoltre mi preme però oggi informarvi in modo assolutamente chiaro ed inequivocabile sul nostro punto di vista nella questione croata che avete menzionato al signor von Mackensen. Conoscete la decisione del Führer, che in tutte le questioni del Mediterraneo la politica dell'Asse dev'essere determinata da Roma, e che pertanto la Germania non farà mai in Paesi mediterranei una politica indipendente dall'Italia. Questa decisione del Führer sarà sempre una legge immutabile della nostra politica estera. Come anche il Duce si è disinteressato della Cecoslovacchia, cosí siamo noi della questione croata e, comunque, agiremmo in questa direzione solo in strettissima unione con i desideri italiani. Fu perciò una completa sorpresa che a questo riguardo vi fossero giunte all'orecchio, a quanto mi comunica il signor von Mackensen, voci d'altro tenore ed ho subito indagato personalmente per determinare dove queste voci potessero essere basate. Ho cosí stabilito che circa quattro settimane fa alcune personalità croate hanno avuto contatti a Berlino con un organo non ufficiale e cercato di venire a conoscere da esso qualche cosa di piú preciso sull'atteggiamento tedesco. Questo organo non ufficiale non ha lasciato ai visitatori croati il piú piccolo dubbio che a questo riguardo non v'è alcuna possibilità di attività tedesca indipendente e che per di piú l'atteggiamento tedesco sarà determinato dalle intenzioni e dai desideri italiani. Questo e altri dettagli ho comunicato oggi verbalmente ad Attolico prima della sua partenza. Sarebbe forse possibile che i croati, come accade frequentemente nei viaggi di uomini politici di tal genere, avessero cercato di sondare anche un altro organo irresponsabile. Indagherò su questo e troncherò una volta per sempre tutto ciò che possa dare occasione a false voci sulle intenzioni tedesche o ad equivoci.
Inoltre ho oggi informato Attolico ancora una volta dettagliatamente su tutte le questioni attuali e sono stato altresí con lui dal Führer, che anche da parte sua, per il Duce e per Voi, ha preso posizione sulle questioni che principalmente interessano l'Italia. Vi sarei molto grato se voleste portare il contenuto di questa lettera anche a conoscenza del Duce e trasmetterGli i miei piú devoti saluti.
Con i piú cordiali saluti sono, mio caro Ciano, vostro sempre devotissimo Ribbentrop




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