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COLLOQUIO CON L'AMBASCIATORE DI GRAN BRETAGNA
Roma, 2 luglio 1938 - XVI
Ho rimesso a Lord Perth il documento redatto dal Duce, non senza mettere in
rilievo questo fondamentale elemento. Lord Perth lo ha letto con profonda attenzione
e durante la lettura il suo volto ha lasciato spesso trasparire segni di incertezza
e di preoccupazione. Alla fine della lettura gli ho detto che verbalmente volevo
aggiungere alcuni punti che non erano stati fissati per iscritto dal Duce, ma
che egualmente rappresentavano la Sua volontà.
1. Egli richiedeva una risposta precisa a quanto contenuto nell'appunto;
2. si riservava di riprendere ogni libertà di azione nei confronti delle
condizioni già da noi puntualmente osservate, libertà di azione
che avrebbe mantenuto fino a quando anche il Governo inglese non avesse dato
effettiva esecuzione all'Accordo;
3. Il Duce, al fine di illuminare, allorché ciò fosse apparso
necessario, l'opinione pubblica internazionale sull'andamento di queste ultime
trattative, desiderava concordare con Lord Perth la pubblicazione dei documenti
che ci eravamo scambiati, ivi compreso l'odierno.
Ho infine aggiunto che il Duce era molto profondamente risentito per quanto
si sta verificando in molti settori internazionali, che alcune attività
britanniche nel Mediterraneo e nei Balcani non potevano non apparire ambigue
ad ogni osservatore imparziale, che infine la pubblica opinione italiana, della
quale il Duce non è certamente, come altri, lo "schiavo", ma
della quale pur tuttavia deve tener conto essendone volta a volta l'interprete
e il formatore, si raffreddava di ora in ora sempre di più nei confronti
dell'effettiva portata degli Accordi del 16 aprile.
Lord Perth ha tentato di polemizzare sulla sospensione del ritiro dei soldati
dalla Libia. Gli ho subito risposto che ciò era mille volte nel nostro
diritto, in virtù degli Accordi ed anche per il fatto che andando al
di là della lettera dell'intesa, avevamo ritirato ben 20.000 uomini dalla
Libia. Lord Perth mi ha domandato: "Ciò significa che il Duce rimanderà
forze in Libia?". Ho risposto: "Ogni decisione sarà da Lui
presa in corrispondenza agli avvenimenti. Per parte mia devo confermare che
Egli si riserva la massima libertà di azione".
Lord Perth è venuto a parlare dell'accordo con la Francia, ed ha detto
che anche nel suo stesso documento si ripeteva che l'Accordo anglo-italiano
e l'eventuale Accordo italo-francese non erano connessi. Ho risposto che la
insistenza britannica nel parlarci delle trattative con la Francia non poteva
passare inosservata, dato quanto da noi era stato con precisione chiarito fin
dall'inizio delle conversazioni. Inoltre non potevamo ignorare tutto quanto
si dice e si scrive in merito a Parigi, cercandosi colà di dare a queste
affermazioni un carattere ufficioso, nel senso che l'Accordo anglo-italiano
non entrerà in vigore se non preceduto da analogo Accordo italo-francese.
Come recente ed indiscutibile prova ho citato l'articolo pubblicato tre giorni
or sono dall'ultraispirato "Temps". Lord Perth ha espresso tutto l'accoramento
che provava in questa ora ed ha aggiunto che la grandissima parte del popolo
britannico avrebbe provato una tremenda delusione nel vedere pericolare un Accordo
sul quale erano state fondate tante speranze. Gli ho fatto rilevare che nel
documento del Duce un analogo sentimento era espresso per quanto ci concerne,
e che, appunto la pubblicazione del promemoria era richiesta per fissare nell'opinione
pubblica internazionale, se ciò sarà del caso, le responsabilità
di un simile evento. Lord Perth ha lasciato la mia stanza molto abbattuto. Anche
uscendo ha ripetuto: "Temo che andiamo incontro ad una situazione difficile
nei confronti dell'Accordo." Ha anche lasciato intendere che penserebbe
di chiedere udienza al Duce, se le cose dovessero ancora complicarsi.
Ho consegnato anche copia dell'appunto a von Mackensen e gli ho succintamente
narrato il mio colloquio con Lord Perth. Von Mackensen ha espresso i suoi ringraziamenti
per la prontezza con la quale il Duce ha voluto mettere al corrente Berlino
ed ha ripetuto la sua fiducia nella crescente e quotidiana affermazione della
solidità dell'Asse.
webmaster Fabio D'Alfonso