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LUGLIO 1938
APPUNTO DEL GOVERNO ITALIANO IN RISPOSTA ALLA NOTA DEL GOVERNO BRITANNICO DEL 20 GIUGNO 1938
Roma, 1 luglio 1938 - XVI
1. Il Governo Fascista prende atto del riconoscimento da parte del Foreign Office
che il Governo Fascista ha già applicato - dimostrando in maniera cristallina
la sua buona fede - le clausole degli Accordi che maggiormente interessavano
la Gran Bretagna: quali il ritiro delle truppe dalla Libia, il disinteressamento
nelle questioni della Palestina, la sospensione di ogni propaganda spiacevole
per radio o sulla stampa.
2. Il Governo Fascista deve viceversa constatare che nessuna contropartita è
venuta da parte della Gran Bretagna, neanche dopo le decisioni di Ginevra, circa
la questione etiopica e neanche dopo l'accettazione da parte dell'Italia del
piano inglese per quanto concerne il ritiro dei volontari dalla Spagna; piano
finora inapplicato non per causa dell'Italia, ma per l'atteggiamento di altri
Stati sui quali e non sull'Italia deve ricadere la relativa responsabilità.
3. Sulle tre ipotesi formulate dal Foreign Office, l'Italia dichiara: a) che
l'idea di proporre a Franco un armistizio è inammissibile a meno che
i rossi non si arrendano a discrezione, nel qual caso l'Italia potrebbe rappresentare,
come già fece dopo la caduta di Bilbao, un elemento di moderazione; b)
che non meno inaccettabile è, nel momento attuale, l'idea di un ritiro
unilaterale dei volontari italiani; c) che non rimane quindi che attendere lo
sviluppo degli eventi spagnoli, sia attraverso il Comitato di Non Intervento
sia attraverso lo sviluppo della guerra, per l'applicazione degli Accordi del
16 aprile. Il Governo Fascista ha - non senza rammarico - l'obbligo di dire
che questo ritardo - non dovuto all'Italia - rischia di compromettere gli effetti
morali degli Accordi stessi.
4. Per quanto concerne la Francia, il Governo Fascista riconferma che non v'è
né può esservi connessione alcuna fra tali eventuali Accordi italo-francesi
o anche la semplice ripresa delle conversazioni italo-francesi, con l'applicazione
degli Accordi italo-britannici, Lo stabilire oggi una connessione del genere,
connessione che non fu mai affacciata né all'inizio delle trattative
italo-britanniche né durante il loro svolgimento ed anzi fu sempre formalmente
esclusa, significherebbe correre il rischio di far decadere anche gli Accordi
italo-britannici. La ripresa delle conversazioni italo-francesi potrà
eventualmente verificarsi dopo l'applicazione degli Accordi del 16 aprile, non
mai prima e ciò per ragioni così intuitive che si stima inutile
rappresentare.
Il Governo Fascista è quindi deciso ad attendere, nella speranza che
una troppo lunga ed ingiustificata attesa non diminuisca o annulli il valore
di un atto che - come quello del 16 aprile - fu non solo in Italia e in Inghilterra,
ma in tutto il mondo salutato come un avvenimento essenziale per la pace.
webmaster Fabio D'Alfonso