A settanta anni dalla loro redazione ecco per la
prima volta in rete i documenti che Galeazzo Ciano
allegava al suo DIARIO


 

 

MARZO 1938

 


AGENDA PER UN ACCORDO ITALO-BRITANNICO

Roma, 8 marzo 1938 - XVI

Lord Perth ha iniziato il colloquio dichiarando di essere autorizzato dal Governo britannico ad aprire le conversazioni ai fini di realizzare un accordo tra il suo Paese e l'Italia, ed ha aggiunto di essere lieto di rimettermi un messaggio personale di Halifax.
Ho ringraziato del messaggio e ho assicurato che non avrei mancato di far pervenire al piú presto una risposta al Ministro degli Esteri della Gran Bretagna.
Continuando il colloquio preliminare Lord Perth ha tenuto a ripetermi, a nome del suo Ministro degli Esteri, che l'intervista concessa al Negus non doveva assumere nessun particolare rilievo. Il Governo britannico, nella situazione attuale, non può esimersi dall'aver contatti col rappresentante dell'ex-Impero Etiopico né poteva respingere una richiesta di udienza da parte del Negus.
Noi avremo certo rilevato che la stampa ha fatto passare sotto silenzio questo avvenimento. Ho risposto prendendo atto della dichiarazione, ma aggiungendo che per parte mia non ero del tutto d'accordo nel ritenere che la richiesta di udienza del Negus doveva venire accettata. Comunque facevo rilevare che anche la stampa italiana, secondo il desiderio espresso dal Governo inglese, si era astenuta dal polemizzare in materia, per quanto l'avvenimento non fosse sfuggito all'attenzione generale ed avesse determinato, particolarmente in Francia, commenti assurdi e in ogni caso sgradevoli. Lord Perth mi ha parlato della propaganda esercitata dalla stampa ed ha pregato che durante il corso delle trattative una tale azione di propaganda venga limitata da parte nostra. Halifax ha già, per suo conto, rivolto un appello alla stampa britannica, salvo naturalmente quella di opposizione, affinché, non vengano svolte campagne antitaliane. Ho fatto rilevare a Lord Perth che già da alcune settimane il tono della nostra stampa si è sostanzialmente modificato ed anche la radio svolge un'attività che non può dar luogo a rilievi.
Perth ha detto che anche un cambiamento di tono nei confronti della Francia sarebbe di utilità ai fini delle prossime trattative. Tale suggerimento era da considerarsi comunque personale. Ho risposto che le polemiche tra noi e la Francia sono determinate piuttosto da ragioni ideologiche in considerazione del carattere del Governo francese: ciò rende evidentemente più difficile una modifica del nostro atteggiamento. Per quanto concerne i problemi internazionali, tranne quello spagnuolo, non esistono motivi di diretta polemica tra l'Italia e la Francia. Continuando nella conversazione preliminare, Lord Perth mi ha detto che il problema cui l'opinione pubblica britannica annette la maggiore importanza, è quello della evacuazione dei volontari dalla Spagna. Sarebbe perciò necessario realizzare quanto prima un concreto progresso in tale questione. A titolo personale suggeriva la possibilità di evacuare le nostre forze dalle Baleari, dato che, a suo avviso, un simile gesto sarebbe destinato ad avere la piú larga e favorevole eco nella opinione pubblica britannica. Gli ho risposto che tale suggerimento mi appariva strano, dato che, come è noto, noi non abbiamo forze terrestri alle Baleari e che, almeno fino ad ora, le discussioni del Comitato di Non Intervento hanno preso in considerazione soltanto le forze terrestri. Se dei reparti aerei si trovano alle Baleari, si tratta di aviazione legionaria nella quale il materiale è italiano e gli equipaggi misti. Comunque mi pareva che una tale proposta non potesse venir presa in considerazione. Lord Perth non ha insistito. Continuando nella conversazione preliminare egli mi ha ripetuto che il Governo britannico tiene a dare all'eventuale accordo tra i due Paesi il carattere di un gesto destinato a facilitare la generale pacificazione europea. Ho risposto che anche noi condividiamo tale punto di vista.
Lord Perth mi ha quindi rimesso l'agenda delle conversazioni angloitaliane. Nell'accettarla gli ho fatto presente che io mi riservavo di aggiungere quegli argomenti che il Duce avesse eventualmente ordinato di discutere.
Abbiamo quindi proceduto all'esame degli undici punti che costituiscono l'agenda.
1. Spagna. - Di tale argomento l'esame è stato rinviato al capoverso 11, in connessione col riconoscimento dell'Impero italiano di Etiopia.
2. Conferma degli accordi mediterranei del 1937 compreso lo scambio di note. - Ho detto a Lord Perth che non vedevo obiezione, da parte nostra, a confermare quanto avevamo sottoscritto lo scorso anno.
3. Estensione degli articoli concernenti lo status quo mediterraneo alle altre Potenze mediterranee. - Lord Perth si è riservato di sottoporre una formula con la quale verrebbe praticamente dichiarato che l'Italia e l'Inghilterra accetterebbero con piacere una dichiarazione delle Potenze mediterranee nel senso dei capoversi 4 e 5 del genlemen's agreement. I capoversi in questione suonano così:
"Il Regno Italiano e il Governo di S.M. del Regno Unito... escludono ogni proposito di modificare, o, per quanto li riguarda, di vedere modificato lo status quo relativo alla sovranità nazionale dei territori nel bacino del Mediterraneo; si impegnano al rispetto dei loro reciproci interessi e diritti su tale zona".
Ho domandato a Lord Perth quale concetto avesse ispirato questo suggerimento inglese. Egli mi ha risposto che si trattava unicamente di aggiungere una garanzia al mantenimento della pace e dell'equilibrio mediterraneo.
Pur riservandomi ogni risposta dopo aver ricevuto gli ordini dal mio Capo, ho fatto rilevare a Lord Perth che un simile invito apriva la strada a quel Patto Mediterraneo che, per il suo carattere di sicurezza collettiva, non incontrava le simpatie del Governo italiano. Ho aggiunto che per parte nostra non avevamo bisogno di una simile dichiarazione, dati gli accordi che ci legano con gli altri Stati mediterranei, completati, dopo la firma del gentlemen's agreement, col patto di Belgrado che ha consacrato le ottime relazioni tra l'Italia e la .Jugoslavia. Ho infine fatto rilevare che una simile richiesta alle altre Potenze sarebbe stata oggetto di controversie nei confronti del Governo spagnuolo, poiché, mentre noi abbiamo formalmente riconosciuto il Governo di Franco e soltanto il Governo di Franco, gli inglesi mantengono invece rapporti diplomatici ufficiali col Governo rosso di Barcellona. Lord Perth ha dovuto ammettere la fondatezza di quest'ultimo rilievo e si è riservato di riferire al suo Governo.
4. Forze italiane in Libia. - Lord Perth ha premesso che a tale argomento il Governo britannico annette la maggiore importanza. Pur senza avanzare una richiesta specifica e formale il Governo inglese chiede a noi l'assicurazione di diminuire le forze dislocate in Libia. Ho risposto a Lord Perth riservando al Duce ogni decisione in merito: a titolo personale ho aggiunto che il concentramento delle forze in Libia doveva venire considerato come una conseguenza e non come una causa della frizione tra Italia e Gran Bretagna. Il Governo inglese aveva a suo tempo concentrato nel Mediterraneo la "Home Fleet": a preparativi militari è stato risposto con preparativi militari.
5. Scambio di informazioni militari. - Questo era un suggerimento di S. E. Grandi che il Governo britannico accoglieva con simpatia, essendo disposto a concertare con noi un periodico scambio di informazioni circa le forze del Mediterraneo e del Mar Rosso. In via preliminare ci rimetteva un promemoria concernente i prossimi movimenti di forze britanniche.
6. Trattato navale. - Il Governo britannico chiede al Governo fascista l'adesione al Trattato navale, poiché ritiene una tale adesione vantaggiosa per la pacificazione generale e di grande effetto morale. Tale effetto sarà particolarmente e benevolmente risentito negli Stati Uniti.
7. Palestina. - Mentre il Governo britannico si impegnerà al rispetto degli interessi italiani in tale regione, chiede la cessazione dell'attività di agenti italiani o al servizio dell'Italia colà esistenti e desidera ottenere dal Governo italiano un impegno di astenersi da ogni tentativo di creare difficoltà al Governo britannico nel decidere circa la politica e l'amministrazione della Palestina. In altre parole Lord Perth ha detto che dall'impegno pel mantenimento dello status quo nel Mediterraneo deve venire esclusa la Palestina, qualora dovessero in tale zona verificarsi modifiche sulla base del rapporto Peel. Su questo punto ho formulato le più ampie riserve.
8. Richieste analoghe a quelle per la Palestina vengono avanzate anche per la Siria.
9. Arabia. - Lord Perth mi consegna una formula secondo cui i due Governi si impegnano, per quanto li concerne, di non far niente che possa disturbare lo status quo territoriale in Arabia nonché di astenersi dal ricercare una posizione privilegiata sulle coste arabiche del Mar Rosso. Tale formula è giudicata da Lord Perth conforme agli accordi già esistenti in merito tra l'Italia e l'Inghilterra.
10. Propaganda. - Lord Perth si riserva di sottopormi uno schema di formula relativo alla cessazione di ogni attività di propaganda antibritannica. Tale formula gli dovrà venire dal Governo di Londra.
11. Questione etiopica
a) Riconoscimento dell'Impero. - Lord Perth mi consegna una formula nella quale è detto: "Se un accordo è raggiunto in tutte le principali questioni esistenti fra il Governo di Sua Maestà e il Governo italiano, il Governo britannico, non appena possibile, farà passi a Ginevra al fine di rimuovere gli ostacoli che si oppongono al riconoscimento della sovranità italiana sull'Etiopia".
Tra le questioni esistenti, Lord Perth mette nettamente la questione spagnola e dice che l'accordo potrà considerarsi raggiunto quando si sarà realizzato un concreto progresso nella questione della evacuazione dei volontari.
Ho fatto rilevare a Perth che mi pareva di scorgere una netta differenza tra quanto egli mi comunicava e quanto precedentemente ci era stato comunicato da Londra. Salvo errori il signor Chamberlain aveva richiesto, per aprire le conversazioni con noi, una dichiarazione di accettazione da parte nostra della formula britannica relativa al ritiro dei volontari. Tale accettazione era stata da noi comunicata. Adesso invece si parlava di progresso sostanziale nell'effettivo ritiro dei volontari. Ciò poteva determinare un notevole ritardo, dipendendo non soltanto da noi e dalla nostra buona volontà, bensí dalla volontà di tutti i membri del Comitato di Non Intervento. Domandavo pertanto a Perth:
1. che cosa intendeva con precisione per concreto progresso nella evacuazione dei volontari; 2. che cosa avrebbe il Governo britannico inteso di fare, se tra l'eventuale intesa tra i due Governi sui vari punti sottoposti al nostro esame e la soluzione del problema spagnolo fosse intercorso un certo periodo di tempo; 3. quando e come il Governo britannico intendeva portare a Ginevra il problema del riconoscimento dell'Impero.
Lord Perth mi ha risposto per quanto concerne il primo punto che egli non era in grado di darmi precisazioni e che pertanto avrebbe a sua volta posto il quesito a Londra; per il secondo punto che un accordo eventualmente raggiunto tra l'Italia e l'Inghilterra avrebbe potuto essere tenuto in sospeso fino al momento della soluzione richiesta per il problema spagnolo, magari rendendo di pubblica ragione quanto fatto; che infine il Governo britannico intendeva portare il problema del riconoscimento dell'Impero alla prossima riunione del Consiglio della Società delle Nazioni che avrà luogo a Ginevra nel prossimo maggio.
Su tutti questi punti ho formulato le piú ampie riserve. Anche Lord Perth si è riservato di chiedere maggiori istruzioni al suo Governo.
b) Frontiere dell'Impero. - Il Governo britannico proponeva di rinviare la discussione per la delimitazione dei confini a dopo il riconoscimento della sovranità italiana nell'Etiopia. Nel frattempo potrebbe realizzarsi una intesa di bon voisinage.
c) Lago Tana. - Il Governo britannico chiede che venga da parte nostra riaffermato il riconoscimento degli interessi inglesi in tale regione, cosí come precedentemente fu fatto.
d) Reclutamento di armati indigeni. - Il Governo britannico ci chiede di confermare l'assicurazione data nella nostra nota diretta a Ginevra il 29 giugno 1936, nel senso che l'Italia è per suo conto favorevole ad accettare il principio che gli indigeni non debbano essere obbligati ad altro servizio militare che non sia quello della Polizia locale e della difesa territoriale.
e) Trattamento dei missionari in Abissinia. - Il Governo britannico chiede che venga applicato l'articolo 11 del Trattato di San Germano che conferisce libertà di propaganda religiosa ai missionari di ogni confessione pur sottoponendoli al controllo dell'autorità politica e delle leggi locali.
f) Interessi generali del commercio britannico in Etiopia. - Siccome il Trattato di Commercio del 1883 si estende al Regno e alle Colonie, il Governo britannico chiede che esso, una volta realizzato il riconoscimento giuridico dell'Impero, si estenda all'Impero stesso.

Questi i punti contenuti nell'agenda. Infine Lord Perth ha sollevato il problema concernente la persona di Tafari; pur non volendo includere un tale argomento in quelli ufficialmente avanzati per la discussione, Lord Perth mi ha lasciato intendere che il Governo britannico è desideroso di conoscere le nostre intenzioni nei riguardi del predetto signore.
Ho risposto che non potevo comunque in via ufficiale prendere in considerazione un tale argomento. Parlavo quindi a titolo strettamente personale e cominciavo col dirgli che in Italia si nutre il piú profondo disprezzo per questo individuo che dopo aver determinato un conflitto, ha disertato il suo posto sottraendo denaro e proprietà al popolo abissino. La sorte di questo disertore non ci interessava. Escludevo quindi nel modo piú formale ed assoluto che il Governo italiano fosse comunque disposto a fare qualsiasi concessione politica nei confronti dell'ex-Negus, cosí come a permettere a lui ed ai suoi discendenti di tornare in Etiopia. Lord Perth mi ha domandato se saremmo stati disposti a venire incontro alle sue necessità economiche. Gli ho detto che tale questione appariva di secondaria importanza e che forse avrebbe potuto venir presa in considerazione a seconda dell'atteggiamento di Tafari. Siamo rimasti d'accordo con Lord Perth che un secondo incontro avrà luogo quando nuove e piú dettagliate istruzioni gli saranno pervenute da Londra. Pertanto egli prenderà l'iniziativa del prossimo incontro.


webmaster Fabio D'Alfonso