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Colloquio col Principe d'Assia
Roma, 18 febbraio 1938 - XVI
Ho avuto un colloquio col Principe d'Assia in relazione al viaggio del Führer.
Mi ha detto che Hitler, messo a conoscenza delle linee generali del programma,
ha manifestato la sua intera approvazione. In via riservata ha aggiunto che
potrebbe darsi che il Führer, terminata la permanenza ufficiale, volesse
trattenersi ancora privatamente alcuni giorni in Italia in una località
marina o montana. Di tale eventuale decisione saremmo informati per tempo, per
facilitare il soggiorno, del quale, per ora, il Führer non ha fatto parola
con nessuno ed il cui progetto prega di mantenere ancora assolutamente riservato.Col
Principe d'Assia abbiamo parlato anche della situazione che si è prodotta
dopo i recenti avvenimenti in Austria. Dato che il Principe d'Assia avrà
l'opportunità di vedere domani sera (19 febbraio) il Ministro von Ribbentrop,
ho creduto di precisargli in via personale ed amichevole tre punti.
1. La reazione ufficiale italiana nei confronti dell'incontro Schuschnigg-Hitler
e relative conseguenze è nota al Governo tedesco che certo vi avrà
riconosciuto una cordiale e concreta prova di amicizia. Il Principe d'Assia
ha detto che in realtà il nostro atteggiamento aveva determinato un'approvazione
entusiastica negli ambienti tedeschi.
2. Ciò premesso, dovevo però francamente fargli rilevare che il
modo in cui si erano svolte le cose non poteva riuscirci del tutto gradito.
Dati gli stretti legami che corrono fra i due Paesi dell'Asse, tenuta presente
la esemplare dirittura della nostra politica nei confronti della Germania, considerati
gli accordi verbali esistenti in merito all'Austria che contenevano l'impegno
di non fare niente senza reciproca consultazione, noi avevamo tutte le buone
ragioni per pensare che il Führer, prima di procedere ad un incontro dalle
cosí importanti conseguenze, ci avrebbe opportunamente informati e richiesti
di far conoscere il nostro avviso. Naturalmente era opportuno che questa mia
osservazione fosse tenuta presente per il futuro dal Governo tedesco. Tenevo
a far rilevare che noi non avevamo mai mancato di informare anche nei più
piccoli particolari il Governo del Reich di questioni che erano ben lungi dall'avere
per i tedeschi una importanza così grande come duella che il problema
austriaco ha per l'Italia.
3. L'impressione degli avvenimenti recenti era stata indubbiamente profonda
in tutto il mondo. Però, ai fini del bilancio generale, aveva ancora
grandissima importanza il modo col quale il Führer si sarebbe espresso
in merito nel suo prossimo discorso. Mi auguravo che in questo discorso venisse
parlato esplicitamente della indipendenza dell'Austria. Siamo tutti d'accordo
nel riconoscere che la Germania ha fatto un passo innanzi molto notevole nell'accrescimento
della sua influenza in Austria, ciò nonostante è bene che venga
dichiarato che l'Austria continua ad esistere come Stato indipendente, poiché
la minaccia di un assorbimento definitivo dell'Austria determinerebbe, nell'opinione
pubblica mondiale, reazioni che oggi non è facile prevedere né
prudente far sorgere. Il Principe d'Assia, che ha manifestato opinioni molto
moderate nei confronti del problema austriaco, ha detto che non mancherà
di esprimersi in modo opportuno con Ribbentrop. Personalmente, dopo aver anche
parlato con Göring, il quale non era ancora completamente al corrente dell'accaduto,
e che ha dichiarato essere stato il Führer il promotore e il realizzatore
dell'incontro di Berchtesgaden, il Principe d'Assia ritiene che il Reich sosterà
sulle posizioni raggiunte senza, almeno per un certo tempo, sferrare nuove offensive
contro l'indipendenza, ormai assai limitata, dell'Austria. Teme però
che la situazione interna dell'Austria sia suscettibile di nuovi e gravi sviluppi.
webmaster Fabio D'Alfonso