A settanta anni dalla loro redazione ecco per la
prima volta in rete i documenti che Galeazzo Ciano
allegava al suo DIARIO



Prologo

ALLEGATI
AL DIARIO
di Galeazzo Ciano
Di Enzo Antonio Cicchino & Roberto Olivo

 

Il 9 giugno 1936, a 33 anni, Galeazzo Ciano venne nominato ministro degli Affari Esteri. Dopo aver sposato Edda, la figlia primogenita di Mussolini la carriera del genero del Duce, che aveva fama di uomo fatuo e superficiale, anche se non privo d'ingegno, era stata eccezionalmente rapida. Quando era stato chiamato a occupare la grande sala d'angolo di Palazzo Chigi, l'Italia fascista stava appena cominciando la sua tragica marcia verso la catastrofe, che si sarebbe consumata nella seconda guerra mondiale.
La campagna d'Etiopia si era appena conclusa: il 5 maggio le truppe del maresciallo Badoglio erano entrate in Addis Abeba. Il 9 maggio Mussolini aveva annunciato al popolo italiano e al mondo che l'Italia aveva a finalmente il suo Impero. Quello stesso giorno Ciano, comandante della squadriglia da bombardamento "La Disperata", era ripartito per l'Italia.
Se la guerra in Africa Orientale era conclusa sul piano militare, non lo era ancora su quello politico-diplomatico. La questione delle sanzioni, innanzitutto, deliberate dalla Società delle Nazioni fra 1'11 ottobre e il 18 novembre 1935. Ma verso la fine del conflitto si erano rapidamente rafforzate in Gran Bretagna le correnti di opinione pubblica che reclamavano a gran voce la cessazione "della follia sanzionista". Gli inglesi, del resto, non avevano mai preso troppo sul serio le sanzioni, chiudendo un occhio, o anche tutti e due, per non vedere le sistematiche violazioni delle altre nazioni, quando non erano stati loro stessi a provvedere sottobanco ai rifornimenti delle truppe italiane.
L'11 maggio 1936, appena 2 giorni dopo il discorso di Mussolini, era stata convocata a Ginevra la 92a sessione del Consiglio della Società delle Nazioni: all'ordine del giorno il conflitto italo-etiopico. Tuttavia la sessione era stata prudentemente rinviata al 15 giugno. Una volta finita la guerra, comunque, la liquidazione delle sanzioni era solo questione di tempo. Intanto, però, la guerra di Spagna era già alle porte.
Il 10 giugno il "Times", commentando la nomina di Ciano, scriveva:

La nomina del nuovo ministro degli Esteri non causerà alcuna deviazione dalle direttive di politica estera, che sono e rimarranno sempre le direttive personali di Mussolini.

Tuttavia il giovane e ambizioso ministro si era gettato anima e corpo nel nuovo incarico, convinto che avrebbe dato la propria impronta alla politica estera italiana.
Nel 1936 Galeazzo Ciano aveva cominciato da tempo a scrivere il Diario, quello che e' giunto fino a noi parte invece solo dal 1937, la parte iniziale e' andata smarrita nel corso delle tragiche vicende sue e di sua moglie quando a fine ottobre 1943 fu rimpatriato dalla Germania e rinchiuso nel Carcere degli Scalzi a Verona per essere processato con l'accusa di aver pilotato il Gran Consiglio del 25 luglio a danno del suocero.
Mentre il marito era agli Scalzi, Edda nel frattempo fu ricoverata in un paesino presso Parma, Ramiola, nella casa di cura gestita da tali fratelli Melocchi
La condanna a morte di Galeazzo era cosa certa quando ad un tratto venne ad aprirsi uno spiraglio incredibile per merito della lotta intestina alla gerarchia nazista: Himmler contro Ribbentrop.
Durante la sua breve permanenza in Germania nell'agosto settembre 1943 Ciano aveva ventilato ad Himmler la possibilita' di potergli fornire i suoi Diari come prova per dimostrare non ben precisate colpe e tradimenti del Ministro degli Esteri tedesco nei confronti di Hitler, della causa germanica e del nazismo.
Mentre Ciano era detenuto, con la mediazione di Frau Beetz, Edda fece giungere ad Himmler alcuni estratti fotografici del Diario che vennero dai tedeschi immediatamente tradotti; questi fecero ottima impressione sul Ministro degli Interni di Hitler.
Si stabili' un accordo: la salvezza di Ciano in cambio del suo Diario. Si sarebbe fatta intervenire una squadra speciale di SS dall'Olanda che vestita in divisa fascista avrebbe assaltato la prigione in cui era rinchiuso Ciano e l'avrebbe liberato portandolo con se' all'estero. Si sarebbero adoperate SS olandesi per evitare che le sentinelle germaniche di Verona potessero riconoscerle.
Il piano sarebbe dovuto essere portato a termine la notte tra il 7 ed 8 gennaio 1944, ore prima che iniziasse il processo, ma venne abbandonato. Hitler per intervento di Kaltenbrunner venne a saperlo, lo proibi', con l'effetto di una severa reprimenda contro i suoi litigiosi collaboratori.
Edda Ciano al contrario, ignara di quella decisione, durante la notte pur fra disavventure si reco' all'appuntamento, nel freddo invano attese la staffetta nazista. I volumi di parte del Diario li nascondeva sotto la giacca, con essi accucciata nell'erba fino al mattino, al decimo chilometro della nazionale Verona Brescia.
Disperata dal non veder nessuno allora corse in citta'. Informata ancora da Frau Beetz della impossibilta' dello scambio Edda riparo' tempestivamente con i figli in Svizzera, portando con se' quei volumi, lasciando pero' gli altri a Ramiola, i quali caduti in seguito in mano nazista scomparvero.
Ma a parte questo, pochi sanno che il Diario di Ciano non era costituito solo dalle annotazioni "pure" con data ed ora che siamo soliti leggere e che vengono riportate in tutti i saggi di storia, bensi' anche da documenti significativi allegati in altri volumi: le relazioni che scriveva per il Duce, per il Ministero, per gli uomini delle Forze Armate. In pratica siamo alla presenza di un secondo diario, parallelo al primo, fatto di carte ufficiali riguardanti incontri con ambasciatori, ministri e capi esteri, resoconti di viaggio, relazioni politiche, militari, o quant'altro veniva producendo nel corso del suo lavoro di ministro. Questo secondo Diario non e' stato quasi mai pubblicato ed e' poco noto, peraltro godono della fortuna di non essere scomparsi e partono dall'inizio della sua carica agli Esteri, giugno 1936.

 


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