racconti - stories

 


Alessandra Bassi


Alessandra Bassi è nata a Cassino (FR) l'11-6-79. Ha frequentato il Liceo Scientifico "Leonardo da Vinci" di Vairano Scalo; ha poi proseguito gli studi fino a giungere alla laurea in lettere moderne il 13-12-04.
La sua vita è stata come "troncata in 2" da un gravissimo incidente automobilistico che ha subito il 25-4-95, nel quale persone a lei molto care hanno perso la vita;lei ha riportato un grave trauma cranico che le ha provocato un coma di circa due mesi e danni alla vista,oltre allo sconvolgimento psicologico provocato dallo sfaldarsi della sua famiglia, prima molto unita.Dopo un prolungato soggiorno in ospedale, il ritorno a casa è coinciso con l'inizio di un lungo e faticoso percorso di riabilitazione fisica e mentale,nel quale è stata sostenuta dall'appoggio di sua madre,di sua sorella,della zia Anna Maria,dei suoi parenti e di tutti i suoi amici. La scrittura è sempre stata un mezzo di comunicazione molto congeniale ad Alessandra, oltre ad essere un salutare sfogo per le sue emozioni.Scrivere le è sempre piaciuto molto,anzi spesso ha scelto questo mezzo d'espressione, preferendolo ad altri.Ancora oggi ama molto la scrittura. Ora,dopo la laurea, si augura di trovare un tipo di lavoro che le consenta di rispettare queste sue preferenze e realizzare le sue aspirazioni.

 

 

IN TRENO

 

Si muove.Finalmente si muove.Dopo un ritardo di 3 quarti d'ora…ecco che cosa sono le ferrovie italiane! E poi,negli spot televisivi,osannano i mezzi di trasporto pubblici!…
Tutto pieno.Unico posto libero,quel sedile là,vicino alla porta,in quel vagone di seconda per non fumatori…meno male,io odio il fumo.
Il vagone è piccolo,le pareti gialle con la vernice scrostata,gli strappi nella tappezzeria dei sedili rattoppati alla meglio,i portacenere traboccanti...il pavimento non eccessivamente pulito,i vetri appannati,qualche tendina tirata giù e un'indiscreta lampada al neon che illumina tutto.
Quasi tutti continuano a leggere o a dormire,solo qualche paio di occhi sonnacchiosi si volge a guardare il nuovo arrivato.In qualcuno si legge solo indifferenza,altri sembrano dire:"Ecco,eccone un altro…ma non lo vedi che siamo già troppi?Proprio qui dovevi venire?"
La lotta con la valigia e la reticella è stata ardua,ma alla fine eccomi qui,al sicuro sul mio sedile…Sono le sette e mezzo di un banalissimo mattino d'inverno,in un banalissimo treno,appena partito da una banalissima stazione,pieno di…"banalissima" gente?Bah…vediamo,vediamo un po'…
Di fronte a me un distinto signore in occhialini tondi con montatura d'oro,doppiopetto e impermeabile,cerca con estrema dignità di voltare le pagine di un enorme quotidiano senza fare troppo rumore,né spiegazzare troppo le pagine.Accanto a lui una giunonica matrona vestita di nero,capelli bianchi,lavora all'uncinetto.Sta spiegando a un giovanotto dall'aria da martire seduto accanto a me che non è la prima volta che prende il treno,lei…"Sì,ogni tre-quattro mesi prendo il treno e vado a trovare la mia Maria.Eh,lei abita su,a Torino…le ho portato prosciutto,uova,olio,carne,pane;certo,lì la roba non sarà mica buona e genuina come da noi…" e così dicendo indica due monumentali borsoni messi là,sulla reticella,che oscillano pericolosamente ad ogni scossone del treno.
"Devo cambiare treno a Roma,e non so proprio come farò con queste valigie…non mi darebbe una mano lei,giovanotto?".Lui,messo con le spalle al muro,annuisce;"oooh,grazie…com'è gentile,lei…dovrei farle conoscere la mia figlia più piccola…un tesoro di ragazza…ancora non è fidanzata,sa?Una ragazza seria…all'antica…".Il giovanotto ascolta (o finge di ascoltare)con lo sguardo assente e il mento appoggiato a una mano.
Proprio un posto "strategico",il mio;da dove sono riesco a vedere tutto il vagone.
In fondo c'è una coppia di ragazzi…da come litigano,si direbbero fidanzati !
"Non sei stato sincero con me,ecco."
"Cosa?Sei tu che non sei stata sincera con me!"
"Ah sì?Osi anche accusarmi?Tu cerchi solo di mettere le mani avanti per nascondere la verità!"
"Quale verità?"
"Che non sei stato sincero con me!"
"Che?!?Io?"
"Oh,insomma…"e ricominciano daccapo.Sono un po'comici,anche se non se ne rendono conto…
Nei sedili a destra ci sono…cinque?sei? tra ragazzi e ragazze,seduti molto cameratescamente l'uno in braccio all'altro. Jeans,giacche a vento coloratissime,scarpe da ginnastica e zainetti buttati a terra con molto poco riguardo;parlano ad alta voce di un disco "fortissimo",di un film "penoso",e intanto fanno allegramente sparire lattine di Coca-cola e panini imbottiti.
"Andate a scuola?"
"Macché scuola.Andiamo a Roma…col permesso dei genitori?Bè,chi sì,chi no…A me hanno detto di sì perché sanno che,tanto,ci sarei andato comunque.Lei vive coi nonni,non lo ha proprio chiesto perché tanto fa sempre quello che le pare…loro due sono qui,ma i loro genitori sanno che sono a scuola…bè,una volta o l'altra si deve pur fare qualcosa "di nascosto",no? Fortifica il carattere…"
Lasciamo ai suoi pensieri il giovane filosofo e le sue personalissime teorie…per osservare la scandalizzata signorina che ha posto l'incauta domanda:"Andate a scuola?".E' lunga,lunga e ossuta;capelli giallastri, vestito di un orrendo marrone.Deve avere,a occhio e croce,una cinquantina d'anni.Espone al signore magro e canuto,seduto vicino a lei,le sue opinioni:"Bah.Giovani!Ai miei tempi…Ma li vede?'Andiamo a Roma'! 'faccio quello che mi pare!'…ai miei tempi…e le vede,quelle ragazze?Lì,sedute addosso ai loro 'amici'…sono poco serie,sicuramente…Ah,ai miei tempi…" e continua a lamentarsi col suo tono petulante.Dev'essere una vecchia zitella,inaciditasi a forza di stare sola…
L'uomo a fianco a lei è magro.Ha gli occhi azzurri,e i capelli bianchissimi.Non ha molte rughe,ma dall'espressione del viso sembra avere cento anni.Ascolta paziente,ogni tanto sorride…un sorriso bellissimo.Sembra che abbia negli occhi tutti i cieli del mondo,tutte le stelle dell'universo…chissà quanti anni ha,chissà quante ne ha viste.Ad un certo punto parla,con voce profonda,musicale:"Signorina,sono giovani.Hanno il cuore puro…l'animo libero…voglia il cielo non farli cambiare mai.".Sorride.Anche la signorina sorride.Un sorriso forzato,acidulo.Poi si gira dall'altra parte e borbotta…"Un rivoluzionario!Un riformatore!Alla sua età!Scommetto che ha avuto dei guai con la giustizia."
Provo l'impulso di alzarmi e dirgliene quattro…Quel vecchio mi piace,e molto.Ha gli occhi vecchi e bambini insieme…sereni,con un fondo di tristezza.
Dall'altro lato c'è una ragazza.Guarda fuori dal finestrino con gli occhi lucidi,ogni tanto una lacrima cade sul libro aperto,sulle sue ginocchia. Chissà a che pensa…
Un frate va a sedersi di fronte a lei.E' tondo,pelato,occhialini tondi,volto rubizzo,bocca perennemente atteggiata al sorriso,la tonaca che si tende tutta quando si siede…sorridendo sotto i baffi,mi dico che la tonaca non resisterà ancora molto!
"Che hai,piccola?"
"Niente…un esame…non so niente!",e giù a singhiozzare…
Avendo più volte sperimentato i metodi di "consolazione"dei cosiddetti "adulti",penso che ora fra Tuck (l'ho ribattezzato così,da antiche reminiscenze riguardanti libri e film su Robin Hood…fra Tuck è sempre stato uno dei miei personaggi preferiti) le farà il solito discorsetto:"ma dai,i dolori della vita sono altri…";discorsetto che ha,generalmente,l'unico effetto di irritare e deprimere ancora di più.
Invece,con mia grande sorpresa,il monaco le toglie il libro di mano:"Cos'è?Matematica?vediamo un po',anch'io l'ho studiata,ai miei tempi…secoli fa,certo!Ma qualcosa mi ricordo.Facciamo così:ora ti faccio qualche domanda,e vediamo se davvero non ricordi niente…"
…la ragazza inizia a parlare,e piano piano si calma,sorride…Anche il monaco sorride,col suo sguardo di grosso sanbernardo che non morde,e non abbaia neanche tanto…
Entra un ragazzo di colore,capelli ricciuti e denti bianchissimi."Collanine,bracialeti?Ho la cassetta di Sanremo,la vuoi?"
Chi arriccia il naso,chi gli sorride,chi mette mano al portafoglio.
Il ragazzo ringrazia,sorride.
"Di dove sei?"
"Vengo di Sri Lanka.Non ho famiglia,vengo qui per lavoro…Ora vado Roma.Dicono che a Roma c'è più lavoro.Io sono stanco di vendere collanine…troppo faticoso.Poco sicuro.Io vorrei un nuovo lavoro,più "normale"…Però non mi lamento.Ho amici che stanno peggio di me…"
Ringrazia ancora,sorride,esce. Un'ombra del suo sorriso resta sui volti di molti…
Stiamo per arrivare.Il signore distinto ha smesso di leggere il giornale,e parla animatamente di sport col giovanotto.La signora finalmente tace,e legge sul suo giornale le ultime notizie di cronaca rosa sui vip del momento. I fidanzati hanno fatto la pace,e sonnecchiano abbracciati,sorridendo di tanto in tanto…
I ragazzi sono usciti,e chiacchierano nel corridoio con il ragazzo che vende collanine;la zitella sembra essersi addolcita,e ascolta interessata il vecchio "dagli occhi di cielo" che le parla del suo prossimo viaggio in Africa.(lo avevo indovinato,che era un missionario o qualcosa del genere…)
La ragazza non piange più.Lei e il monaco hanno messo da parte il libro di matematica,e mangiano pizze e panini…ad entrambi l'appetito non manca!
E io?Durante tutto il viaggio,non ho fatto altro che guardare i miei compagni,e devo ammettere che è stato interessante;un piccolo campione di umanità,tante persone diverse,che il treno ha unito,ha costretto a stare insieme per qualche ora…probabilmente non si rivedranno più.
Il treno si ferma.Tutti scendono;il giovanotto porta giù le valigie della signora…
Tutti,o quasi,si salutano;come se si conoscessero,come se ormai ognuno fosse un po'entrato nella vita dell'altro…Fanno gli auguri alla ragazza per l'esame,sorridono ai sei amici che hanno marinato la scuola;il monaco promette di aiutare l'extacomunitario a trovare un lavoro…poi tutti si allontanano.Chi con passo svelto,chi con passo pesante;chi quasi correndo,chi con le spalle curve…
Sono rimasta solo io sotto la pensilina.
Inizia a piovigginare.
Guardo i miei compagni di viaggio allontanarsi e sparire nel bar,o uscire.Chissà cosa faranno ora…
Sarà stupidità o altro,ma mi sento un po' in colpa;mi sento,silenziosa e anonima viaggiatrice in fondo al vagone,come un'intrusa che,presa dalla curiosità,si diverte a spiare le vite degli altri…
Ma dopotutto sono pensieri stupidi.E' così…"affascinante" osservare la gente,la loro vita,le loro storie banalissime e uniche…
E' tardi,devo andare.
Prendo la valigia ed esco dalla stazione…ha smesso di piovere.
Fuori,c'è l'arcobaleno…

 

webmaster Fabio D'Alfonso


 
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