Archiviopoesia - poetry

 

La ladra
di Enzo Cicchino
2000



 
 
 

LA BEFANA

Ciel! Ho atteso la Befana
dalle tre di stamattina
ed è stata cosa ahi vana
n'è venuta manco in rima.

Neppur cenere e carbone
era dentro al focolare
n'è servito 'l palettone
era tutto in alto mare.

La Befana neppur qui era
nè dormiva sotto i ponti...
sui palloni da stratosfera
nè giocava pè mari o monti.

Ozi pur la vecchierella
come ha fatto stamattina
basta mandi però quella
giovin fata oh turchina!

Perché tra balocchi e albagi
con un sorso buon di birra
ricorderemo insiem quei Magi
il lor oro incenso e mirra.

Ma nell'ocean, inesplorata
si nasconde il più gran dono:
l'acqua santa assai salata
delle onde in abbandono.

oOo

VECCHIO

Sono vecchio. Non ho fretta
d'essere urlo contemporaneo,
mi tiro dietro l'avida carretta
di crudo ambulante istantaneo.

Non ho fretta di mentire, o èssere
nel truogolo assassino di notizie
che strappano sangue senza tèssere
della morte druda le oscure letizie!

Non ho fretta di cadere ansimante
dal volo antico, di meteoriti denso
io sono un uomo assai ignorante:
uomo ignorante dell'immenso.

oOo

LA LADRA

Mi ha stregato con un bacio
e mi ha tolto il portafoglio
pure il corpo m'avea c'audacia
stretto a sé con un imbroglio.

Eppur 'n mi vien la sofferenza
nè la rabbia d'esser gabbato
anzi: m'insorge la violenza
della dolcezza alfin provata.

Correva poi sul marciapiede
rincorsa certo da qualcuno
incertezze del suo mestiere
disperata... fra due nessuno.

Proprio n'ho avuto allegrezza
nel vederla in mal partita
pur se m'avea fatto asprezza
ne amavo ancor la vita!

oOo

JOSHUA

Della mia giovinezza non s'è mai saputo nulla
neppure dei miei amori oppur se avessi pianto
p'un albero reciso, o un bacio di fanciulla
che m'abbandonò supino all'ombra del suo canto.

Quel ch'ho desiderato nessun l'ha mai capito
qual Regno io volessi, se 'l Ciel l'ho conquistato;
se il mio corpo bruno era biondo o d'altro ordito
s'è ver che dal Sinedrio per legge fui inchiodato.

Parole ho predicato: quelle che ho vissuto
quello che ho compreso dell'uomo fatto servo,
nel tristo compromesso mai mi son perduto,
cercato ho sol le stelle, cui mia voce innervo.

Falegnam del tempo le mani ebbi coi calli
piallando forge umane lingueggianti fuoco;
fratelli e poi sorelle -avvolte negli scialli-
detersero il mio sangue rappreso poco a poco.

Mio Padre non conobbi, sol la Sua violenza
mia madre fu bambina tra le Sue cosce sante
vergin perse il velo p'amor per prepotenza
violata in via maestra tra lacrime d'amante.

Lo reincontrai soltanto quando fui crocifisso
ma porsi l'altra guancia a spada e sul costato,
detersi ogni colpa al ladron cui m'ero infisso
morto fui -e da uomo!- uomo abbandonato!

oOo
GOLE

Nella lampada mi sei apparso di Aladino
padre, col tuo zaino coperto di sudore
dinanzi agli occhi miei di bambino
che ti pregavano sol con tanto amore.

Con la bontà del tuo onesto lume
uom desti latte a donna terra e figli;
pregno d'esempio il lavor tuo, nume
di sana amicizia e di onestà in perigli.

Alla famiglia hai forgiato l'anima
della giusta propensione alla virtù
pur nel dolore, quando esanima
il presente e con esso passa e fu.

L'uman battello atteso nella rada
pronto è a salpar per l'eterno lido...
mi prenderai con te? m'aggrada
ove mi porti pur s'è lanci un grido.

Con la lampada del fumo di Aladino
mi hai rinarrato la tua antica fiaba
di quando eri un cervo puledrino
trotterellante e scopritor di Saba.

Anche le pietre ricordan la tua strada
cui manca la tua ombra e la tua staglia;
il tuo soffrir paterno che tenevi a bada
con l'intraprendente roccia che t'intaglia.

La lampada si spegne, ma ricordo quando
abbandonai la scuola per l'univer teatro
e tu non mi picchiasti, ma smoccolando
rimanesti sol nel tuo dubbioso urlatro:

"Noooh!" bruciavi tra le rughe intagliate
le tue parole, acri, per la polvere patita.
M'aspettavo mi dessi tante bastonate
e mi frustassi a morte per l'opra fallita!

invece porgesti solo una carezza e un porto
ove condurre in salvo il mio languor tenace!
L'incoraggiamento tuo sovvenne... il conforto
per quel monte di stanchezza di cui ero brace!

Tu mi hai offerto l'audacia di sognare
di amare l'arte, la speranza, il vil futuro.
Tu sei Aladino e tra le lampade più rare!
con semplici parole mi hai reso duro

come la Terra (padre) quando sogna
di rinascer stella al ritornar del sole.
Da te ho compreso p'esser chi s'agogna
bisogna esser profumo: penetrar le gole!


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