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LA BELLA MORTE
di Enzo Cicchino
 

La morte fa festa al giunger del duemila
invita i beccamorti di tutti i cimiteri
a lor si raccomanda seduti in prima fila
di renderla più lieta ai peccatori veri.

E' gaio ambìto assai morir di crepacuore
cadere giù da un albero coi frutti maturi
arrendersi all'istante patir senza dottore
Morir è più esaltante nascosto dentro muri:

perché in quel silenzio ti ama ardentemente
denuda 'l cuore tuo, intreccio degl'inganni
che fra mille sospiri ti morsero la mente!
Ecco alfin è giunta nell'orto stende i panni.

Audace è assai morir, ma non di polmonite;
di sogni! com Don Chisciotte ch'è inimitabile
con lui dissolver freschi sul limitar di Dite
fra Sancio Dulcinea sul ciuco inirragliabile.

A cercar la bella morte... sono corsi in tanti
facendo pie le guerre e amanti le macerie
alcuni l'han trovata, altri urla e pianti
hanno straziato l'anima sotto l'intemperie.

Se vecchio laido sozzo ora la odi tanto
da giovine ricorda era la tua passione:
tra i mulini a vento sorpresi nell'incanto
rompevi'n ciel la spada un volo di falcone;

adesso tu disprezzi con ira l'apparecchio
dici son fottuto il viaggio è nel tabuto!
temi di straziarti sotto il gran coperchio
ma'n cima sei sul ponte saggio perché muto.

Agonizzi, or dubiti, l'orgasmo è silenzioso
la morte ti trastulla col suo conturbamento
amabile fanciulla il labbro ha cuor goloso
più volte assai è donna! donna d'appuntamento.

Spesso t'accarezza pur se 'n te ne accorgi
t'afferra non ti lascia ti incita: ancora!
ti tremano le mani ti cascano gli orloggi
ti bacia non t'inganna, è l'infinito ora!

Per tutti è illusione che porta nell'eterno
dal costruttor d'amore che batte vive chiavi
nel cor te le rigira adunghia 'l tuo inferno
e tu bestemmi "Cazzo! mi butta fra mie' avi!"

Però giuntovi lesto scopri s'è immortalati
dalle virtù di Omero, da Dante l'esiliato,
Enea si trovò bene qui non la maledisse
come invece accadde al prode amico Ulisse;

Dante (col suo Virgilio) lui sì che fu acuto
a scegliere 'l sentiero c'affonda nell'abisso:
v'ardean delle cocotte, dal bal cadde svenuto
se le stringeva al petto come un crocifisso!

Invece in Paradiso nessuno può strafare
nè arrotar le seghe o i denti per libare!
La vita è troppo sporca và sì ripulita
che ogni mente è un orto pure seppellita.
 

                                                                                           gennaio 2000


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