Archiviopoesia - poetry

 

©

PROSIT!
(fine millennio)
di Briacus Querciolus


UH!

mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm?
nnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnnn!
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££££
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ssssssssssssssssssssssssss:

( . .)
     0
     -
                        B.Q.

@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@
ùùùùh!


QUERCIOLUS MARAMEO

"Ahi Querciolus marameo...
che a sciocchezze dai fiatus?
sarai mica un fier babbeo
vigliaccone dietro Briacus?"

Tal richiesta non di rado
mi s'accrosta pure in cielo
cui talvolta di buon grado
tutto lesto metto il velo!

Sono un vecchio Arlecchino
e d'un vil padron son servo
perciò pesto a voi m'inchino
scoperchiando un altro nervo:

vivo a Roma da più lustri
però son nato a IS-ernia
città senza omi illustri
ma provincia con un'ernia.

Son misantropo e non solo
taciturno, a volte allegro
rompo botti e poi le scolo
più d'un torvo fatto negro.

Certo agisco un pò coatto
dietro questo pseudonimo
ma non è per nul d'un gatto
è solo a te invece omonimo!

Se col cervello infatti ascolti
senti il cuor sotto le chiome:
batte i sogni in savi e stolti
ha un sol fior: UOMO il nome.
 


ILLUSIONE

L'ARCHIVIO è una felice associazione
fatta di pazzi giovani e vegliardi
di quota annua... non un milione
ma sol -centomila- che valgon miliardi!

Puoi dargli pure l'anima ogni mese
cervello intraprendenza nulla e tardi.
Coraggio, investi gioia, dagli le spese
metti così all'opra i sogni ch'ardi!

Siam circa trenta chi bello e brutto
gobbo è Querciolus Ernesto Alberto
magro Tomaso giardinier del frutto,

spazza cammin Gigliola con il concerto.
Poi vengon tanti che col cuor distrutto
bussan "Si può?" Io dico... "E' aperto".
 


AUGURI

Buon Natale amici,
auguri buone feste
buon anno pur ai mici
alle befane leste.
Questo sarà millennio
fatto di marzapane
dopo un cinquantennio
di gracidanti rane.
Alziam forte la voce
usciamo dal tombino
pur se portiam la croce
"Nat'è Gesù Bambino!"

Ormai finisce il mondo:
oro! incenso! e mirra!
i magi, allo sprofondo!
la cometa: è birra!
qualcuno per la coda
l'afferra la trascina
e proprio par ne goda
del cielo che rovina.
La grotta è crollata,
un altro smottamento*,
il cuore una vallata
di vil sanguinamento;
il ciuco solo, raglia,
o calcia, per pudore;
il bue incorna paglia
neppur può far rumore.
Piange San Giuseppe
silente ad occhi chiusi
ha perso il bambinello
in fiumi di fango... fusi.

Oh! Sull'argine, Maria
s'afferra ad una croce
è il Cristo sulla via:
voce voce voce voce.
____________
*La tragedia di Stava, smottamento nella valle con centinaia di morti.
 


LA  STORIA
(1998)

Siete seduti accanto a un tizzone,
sorseggiando un buon bicchiere?
accendete presto la televisione!
...Verranno in LUCE tante schiere

di russi fascisti cinesi comunisti
germanici nazisti turchi mohicani
finni borgognoni zulu giapponesi
mammalucchi vivi tustzi americani.

Ti stupisci che son più di cent'uno?
vuoi anche le scimmie di Gibilterra!
ci saranno! e n'si meraviglierà nessuno
tanto la guerra scatena cielo e terra:

essa diletta mostri luciferi di morte
molti padri nostri in cor punse ferì!
or accendi la tivvu, apri sue porte
con -LA GRANDE STORIA- tutti i lunedì.

Rai Tre. Otto, si! otto e cinquanta
dopo tiggi lasagne strudel pubblicità
masticherai la gloria degli illusi pianta
sulle tombe infelici di tanti Zappalà.

Vi convincerete: quel che verrà domani,
se n'abbiam compres'i torti del ier e l'oggi,
farà tutti quanti ancor più disumani
col cor mutato in cobra e spade! sfoggi.
 


FELICE felice!

Amor mio ...16 "Briacus ...6 ...1 ...0"
sarà tristo giudizio ma ahi acuto e vero.
Vò però rifarmi: 70 fortuna avrò nell'8
20 pupe fricciche sicur avrò d'un b'8!

Amarle vorrei tutte, ih! sprizzar scintille
santoddio di donne ne voglio almeno 1000!
Ardo felice zolfo, un'osteria è il mondo!
cavalco in paradiso beato vi sproffffondo.

Che cattivo ac100 uuuuuuuh! son lupesco
defloro anche con20 entro canto ed esco.
Rimango estasiato dalla mia vanagloria
ma vogli'amar tanto, tanto alla memoria.

Tellurica vergogna! La morte mi rifiuta
con tutta la sua forbice è diventata muta.
Che bell'essere uomo; uom che non si pente.
71 corpo è felice... lo è pure se mente!


GLI AMICI DI COMO

Gli amici di Como pur folti e pur laschi
perfin dentro il duomo si chiaman comaschi
un tempo assai antico costruivano chiese
murator comacini così l'arte li intese.

Fuggito l'apostrofo divenner civis di lago
saettanti le crune pur sul Duce il più pago
che sull'albero pregno dei suoi due reami
perse le voglie la moglie, Salò, i ricami.

Il corso d'un fianco assai caro è di Lecco
al cui cuore buongiorno! io dico e non pecco
e se insieme gli dono con amorevole frizzo
l'uman desiderio d'un sol nuovo indirizzo

inoltro ancor oggi queste scuse in missiva
ma l'ubriachezza, ieri era molto più viva!
raccomando ai bambini una pronta risposta
altrimenti mi tocca mandar rime per posta!
 


PER LA

La musa è poco adusa a farmi le fusa
tant'è russa, mi evita, miagola al gatto
e davver mi ricusa 'n si versa nel piatto
e neppure si scusa la perla... dischiusa!
 
 


PUPAZZO PAZZO

>Stefano Aiazzi da Prato wrote:
>
> Ma Briacus chi kazzo 6!!!!!!!!!!!!!!!

Un pupazzo pazzo s'un razzo di pezza
che azzarda lazzi in pizzo al web,
ma se lei m'azzanna e l'azion mi spezza
tost'or schiammazzo per suo giuleb.

Le chiedo scusa per n'esser nessuno
Con quel messaggio urlato in internet;
la mia voce: è amica, più di qualcuno
che ci manda... a crepare al WC net.

Ma or con dolor davvero umano
la prego: mi scriva in italiano.
Prato è città sì bella e civile
su, provi con parol più gentile.

A che serve la rete se non a parlare
di cose pur strane ma per conoscenza!?
Lo sai... coi briachi ci vuol pazienza
ma ce ne vuol tanta pur nell'amare!
 


ESTER_ROSSETTI

Gentile signora Ester Rossetti
le rispondo ringraziandola tanto
venerdì per consegna di addetti
OK per lo scanner per cui ho pianto.

La consegna è avvenuta alle diciotto
tramite vostro fiduciario corriere,
ma n'ha ritirato 'l vecchio scannerotto,
verrà più in là, secondo suo mestiere.

E' gentile ormai che da parte sua
mi scrive con amicizia tecnologica
fin dall'Olanda! per curar mia bua
informatizzata e non più biologica.

Se mi si telefona da Milano in Rai
darò tutte le notizie che volete
e s'è urgente pur tu n'aspetterai
il numero è 06.3686X, oh potete?

E mi perdoni per stavolta almeno
questo tu, voi, lei, l'esigua rima
è sol per contentezza! or non peno
così come tanto ho sofferto prima.

La mia la sua è amicizia vagabonda
che poi finirà certo a fine impresa;
è 'l prezzo del conoscersi a sto mondo
che or non sogna più se non con le spese.

Quel che seguono son i dati di serie
della stampante HP c'ho all'ufficio:
ES83G142J2; HP C5870A, dopo in ferie
andrò aspettando PREMIUM in beneficio:

carta con cui vestirò di nudi i colori
HP DJ 720 C che ogni dì mi stampa
pagine di vil prosa e non seri amori
dei quali orbene ogn'uom s'accampa.

Spero, Ester, n'aver lei disturbata
con questo gioco di parole lievi
spero un dì, dopo averla incontrata
di sorridere insieme alzando due pievi.
 


L'AUTOGESTIONE

> Parola usata e abusata...cosa significa nel caso vostro?
>
> Fabio Cerretani
 

Parola usata e abusata?
però non è una malattia
semmai ben spiegata:
un eccesso di euforia.

Cosa significa nel caso nostro?
E' la buona volontà per un'idea
da portar avanti come un rostro
per vincer la solitudine più rea.

O casomai per paradosso è un'automobile
che rincorre l'utopia della ricchezza,
sol che, come le belle donne ...è mobile...
per farla davver venir... ci vol destrezza!
 


PRATO

I topi roditori s'un treno in ferrovia
stupiti dai prati che correvano soli
scesero a Prato con la lor fantasia!
ed ammiccaron tutti a que' prataioli!

Siccome da sorci eran stufi di stracci
raggiunsero in branchi la biblioteca
e trovaron grasse -le storie- i cui lacci
riuscirono a prender topette in caceca.

Apriro incunambolo assai polveroso
che al primo assaggio parve di legno
ops! niente formaggio, ma fatto doloso
dei gatti scopriro quell'era 'l lor regno!

Quando poi 'n teatro sedettero i sorci
sentirono un groppo a tutti i dentoni:
difficile sorse una questio da porci
si chiesero inquieti: chi è Ronconi?

Il regista furioso, l'Orlando da mesi
in scena metteva li ommi più amari
ma poi soggiunse pur Fulco Pratesi
c'a lor preferiva i più nudi somari!

S'inchinaro i topi sol al gran Malaparte
che ai partenopei lasciò la sua Pelle...!
da Prato avea appreso sì bene quell'arte
d'amar le più zoccole, in ver le più belle!
 


IL MOSTRORAI

Si riunì un giorno l'intera direzione
con gravido intento altruista
e partorì senza costernazione
la figura professional del programmista.

Ma qual fu lo stupore e la speranza
quando s'accorse c'avea tre orecchie
due nasi un occhio il ciuffo nella stanza
cento braccia in mano e undici secchie.

Beh disser: "Ci vorrebbe un congresso
per offrirgli un avvenire eccezionale
costui è un mostro così complesso
che sarà ricolmo di ver pel animale!"

Valutarono il miracolo attentamente
e soprattutto quel che poteva ardire
quando si accorsero ah ferocemente
che il suo troppo odore potea ferire!

che l'effetto aglio fosse imbarazzante
non dipendeva neppure dallo spazio
ma da ogni piede! non propri'allettante
era quel puzzo che venia con strazio.

"Meglio tu andassi or nell'anticamera!
con quelle zampe che ne hai sì tante
che appesti tutti: perfin la tele camera
non riesce a lavorare ed è ansimante!

Se vuoi dedicarti all'opere d'ingegno
và, prendi quelle che son sottopagate
non por le trame di cui saresti pregno:
le emozioni tue non troppo inappagate,

dagli stura valgon si e no la spazzatura!
Tu programmista se hai gran volontà
mettiti a frutto: va far da controfigura
di qualche zio tuo, zoppo, con la cecità.

Va a rispondere al telefono! su presto
l'orecchio in più ormai ti sopravanza,
se l'occhio è guercio poi n'esser molesto
ficcaci un chiodo dentro e trovi la ganza!

In questo lavoro si dev'esser ciechi
non serve l'attenzione o il buon  talento
basta che tu strisci insieme agl'altri gechi:
ed otterrai la promozion... del vento!"

Miglior però è l'esser donne belle
uscite appena ier dalla clausura
che sian pover davver: senza gonnelle
l'azzienda tosto le ricambierà in natura.

Incredibil le giornaliste! tutte dimesse
'n son mica walchirie avide procaci?!
No. Intelligenti, colte, pure, genuflesse
l'apprezzi sempre per l'idee mordaci.

Basta scrutarle attente nel telegiornale
con quei maglioni sobri sulla giarrettiera
così caste! e bionde, fulve. Ti senti male
a vederle così tigri ma sol con la dentiera.

Dio ringrazio se piglio uno stipendio
da questa Rai che accotica micragna,
potrei esser già fritto'n quest'incendio
sto zittobuono, cistagiàchi non magna!

Mi fanno vivere ormai in un acquario
p'umorismo filantropico detto bacino
potremmo definirlo: ampio sudario
tant'è poco lo stipendio valvassino!

Cammelli siamo sotto un bel ricatto
curvo capestro detto transazione!
"Mah, il sindacato lo chiama patto".
che coraggio! è solo grassazione.

Sarebbe come prender un affamato
metterlo dinanz'a un piatto di minesta
a patto che venga prima bastonato
e ad ogni boccone un calcio in testa.

Uh, che fiamme posso far mai, Oronzo
rispett'al mio destin che sembra un muro?
potrei ribellarmi! co l'energia d'un bonzo!
Ma per darsi fuoco... bisogn'esser duro!
 


CARA ANDREINA
Cara Andreina gentile amica
sei davvero bellezza antica
però mi mancano le tue parole
il lor profumo e non vedo viole!
Perderti? già solo a pensarci
un vero martìre, oddio gli squarci!
Qualcun però or mi consola,
m'offre un uovo... è una parola,
ma l'uovo è vecchio è nello specchio
eppur resta n'uovo... pur s'è un uovo!
Davvero impressiona vederti sì trista!
ma è la tua luce o una strega su pista?.
Vieni, su, dimmi del tuo lavoro
lo so che è tanto, che vale oro
il mio invece è davver molesto
non me lo danno è ancora presto;
lo sai, io ho fiducia solo nei guai
nei veri delitti che sono migliaia!
m'affido ogni giorno al firmamento:
sol quello è fermo, con me contento.
Se mando avanti ancora L'Archivio
è perché sono stolto, un uomo al bivio.
Chissà perché il cielo ha tanta pietà
pur di me povero che non ce l'ha?
Forse perché quando brillan le stelle
diventano ricchi sia brutti che belle!
 


ESSERE SPORCHI

Quanto è bello stare sporchi
per sei mesi un anno un giorno
così si tien lontano gli orchi
e i più puliti di quattorno.

Pur Re Sole non si lavava
sulla zucca teneva i pidocchi
ma dio bono lui sì comandava
forniva 'l sapone solo ai cocchi.

E si consigliava perfin a dogi
e per decoro al papa e al re
che per n'esser troppo mogi
non bisognava toccare bidè.

Per lavarsi, due volte l'anno
si suggeriva ai cardinali
se poi avevano qualche malanno
potevan ben vivere come maiali.

Perché l'acqua fa venire i dolori
rende savi si mette alla spalla
per non dire dei fier pescatori
che c'affogano se non stanno a galla.

Certo è il pulito che il mondo rovina
da quando si nasce coperti di fango
perché una volta senza più cortina
ogni uomo è mostro che balla il tango.
 


FEMMINE!

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 Femmine dell'uomo, costole di Adamo
 mogli consorti oneste che io bramo,
 drude con le gonne, silfidi fantesche
 matrone appetitose rosate come pesche.

 Fanciulle maritate suocere già pazze
 fidanzate amiche oh quante bonazze!
 Civette pelose, bionde con bell'ano
 plebee imperatrici del sapor umano.

 Streghe benestanti magri baronesse
 saffiche contese di vergini complesse.
 Arpie gelosissime'l giorno poco abili
 vinte dalla luna eccole infiammabili.

 Duchesse favorite regine assai golose
 inviperite al rango di megere oziose...
 Allegre le bisnonne vanno in bicicletta
 lor nuore sulle scale aizzano la stretta!

 Valenti cittadine addentano gli amanti
 solerti operaie: ninfette con i guanti
 befane concubine motocicliste ardite
 sedute dal meccanico scopron le ferite.

 Tardone e cenerentole baccanti caporali
 mordono i fulvi che calzan gli stivali.
 Canute le morette: giunoniche maliardi
 dio quanto lavoro me ne fò miliardi!

 Uom fotovoltaico le bacerò coi fulmini
 rromp'in arditezze tra i veementi culmini.
 L'audacia di cui brucio tosto è ripagata:
 tra un vol di giarrettiere hm! che fiammata.

 S'infuoca pure il talamo. Rovente le cucino!
 Temerario penso......... nascerà un bambino?
 


BUONA PASQUA*

Un altro olocausto con iene, amaro
uccide! chiedo scusa alle bestie,
al cui confronto l'UOMO n'è paro
n'é per crudeltà né per molestie.

Fra il popol dei vinti qual fosser vermi,
con etnico sterminio ecco il vincitore...
n'ha vergogna a massacrar gl'inermi
quando invece potrebbe sentir amore.

E' terribile pensar che ad ogni aprile
per la festa che Gesù all'uom ricorda
cade nel mondo morte sempre assai vile
che la dimenticherà sol mente sorda.

'N vorrei, con tutte ste bombette uranio,
che a qualche gaglioffon gli grugni'n testa
di buttarcele gratis, qual fosser demanio,
e trasumanar violenza com roba onesta.

Noi però consacrati alla tivvù spazzina
vigliaccon che sgobbiam di mane a sera
c'aggrappiam molli all'ipocrita rovina
tonti del video che fa il coraggio cera.

Alfin vien PASQUA: tutto 'l sangue lava
pur su le dalmate ferite del mar rosso:
le apre e con un coltello virgineo scava,
cercando invano il cuore, ma trova un fosso.
__________________
*Guerra Civile in Jugoslavia


DENTATURE
To: Simonetta Cavaciocchi

( . . )
   0
   -

Del silenzio ahimé! cantante
provo il dolor corrispondente
certo il mmmm! n'è esaltante
con questo angoscioso dente!

Ma il mugugno non è affatto raro
troppa gente or l'ha da soffrire:
tasse per tutto, il Governo è amaro!
che sol empietà può far partorire.
 


VOI DI COTANTO LUME

Voi fier letterati che con tanto lume
di parole ardite intrattener la terra
fate del fiero genio manto di piume
qui L'ARCHIVIO vi fa ben serra;

così 'l romanzo eterno troverà suo fiume
pur se in lingua italico-zulù, o d'Inghilterra;
il ver valor del nulla spazzerà il vecchiume
qual ippogrifo acanto che galoppa e sferra.

Qui Calliope teatreggia distico atellano
satura, palliata, e fescennin depresso
p'aver bevuto il viagra senza stupor kafkiano;

eppoi pentametro dattilico d'un satiro confesso.
Tubi di dentifricio in fiamme Bill* offre vulcano,
mozzichi lucidati che paion denti a congresso.
______________________
*Bill Clinton ed i suoi atti erotico guerrafondai


VORREI

Una mongolfiera
per ascensore
per salire in un
albergo ad ore!
 


MEA CULPA

Ahi breve è illusion la corsa la danza
un dì nacqui sull'erba pascendo dei buoi
e perfino l'Altissimo non ebbe crianza
mi fece mediocre, non il genio che vuoi!

Mi son giunti infatti assai telegrammi:
"Se con vizio incivile insisti da fesso
lasciando buffon che'l vino t'infiammi
atturaccia la lingua Briacus del cesso!

Ne abbiam fin troppo di tue scempiaggini!
Versi scimmieschi nè arguti nè audaci!"
Sciocco! 'n sapevo d'aver rotto gl'argini
io bramavo invece sentir... "Tanti baci!"
 


SE VAGHI PER CASA QUESTA NOTTE

Se vaghi per casa questa notte
troppo sazio per un convivio
non penar di altre botte
corri in Internet cerca L'ARCHIVIO.
Lo trovi allegro ad -haccatitipì:
due punti- locus inver lascivio!?
Hm! Giù dai! /barra barra/ or ti unì
al -wuwuwu punto larchivio- situs
con tre piramidi e che un cuor nutrì
per poeti  pittori e registi del lus.
-Punto .com e sicur non sgarra-
l'arte scrittori qui prende il bus!
Il viaggio ormai ben lo si ingarra,
ma dov'è il teatro? porca miseria
nel web più arcano delle parole!
Un letto caldo ti s'offre in Siberia
se porti L'ARCHIVIO pure nel sole!
 


PASQUALE DI NEZZA*

Socio ti accogliemmo fin da Natale
perché dal sol tu sol sai trar certezza
tant'è che papà Bruno ti chiamò Pasquale
e ti donò col cuore pure Di Nezza.

Nascesti in un inverno? o in una voce?
allegro in onde con bel mare e brezza,
o per la fisica quantistica fosti sì veloce
che vedesti Isernia com fosse prodezza?

Ma se tu ne L'ARCHIVIO farai danza
spiegando ai muti e ai sordi l'universo
non solo gradirai la gentile fratellanza

ma la beltà d'essere attore a tempo perso
dando al tuo pensiero scienza e crianza
di mutar l'acqua in vino e non l'inverso!
_________________
*fisico nucleare presso l'Università di Amburgo


VENNE UN GIORNO

Venne un giorno a trovarmi nel sito
dove dormivo scalpellando la rete
-Amore?!- che dall'alcove è partito
stufato dal click che ciascuno ripete?

"Navigare?" mi ha detto "E' un imbroglio!
devi cercare l'abisso vero dell'uomo perplesso,
non più questo mare ipertesto privo di scoglio
ch'è già morto, dove ogni veliero è soppresso!"

Io, zitto! insano. "Plastichi byte e colleghi
stazioni a cui non serve anima viva, il treno
delle emozioni è deragliato, neppure lo preghi

tu imprechi! Nutri file virus maldestro veleno
azioni, figliastre tempeste ai topi tu spieghi,
mentre io, Amore, del web, solitudine peno".
 


ARRIVO!

Sono giunto a mezzanotte
un pò intontito da una festa
dopo aver preso più botte
insieme a un bel dolor di testa.
Ho la pancia imbestialita...
un rinnoceronte mi calpesta!
"Questa n'è davver la vita!"
grido -a monte!- che tormento!
quando "Yuh!" ch'idea perfetta!
tu m'hai stretto... il web aspetta!
 


CARO GIORGIO SEBASTIANO

Caro Giorgio Sebastiano
dal profilo molisano
cosa pensi, come stai
oggi che internettarai?
Forse directory spigolose
che un dì saranno ascose
di un discorso molto forte
magro uscito dalle porte?

Spero che tu stia ver più bene
guarito in corpo com conviene
con l'augurio che a dir torni...
-Briacus! rompi tutti i giorni!?-
 


MILTON HALIFAX

Di grazia! "Anche il peggior tiratore
prima o poi sicuro centra 'l bersaglio!"
proverbia un giapponese che per errore
premia un mulo che ha fatto un raglio.

Scriver si sa è impresa impossibile
per chi quanto me è mediocre stolto
che crede Omero perfin raggiungibile
invece di pianger del suo pianto avvolto.

"Poetar n'è così facile come sembra!"
pontifica da Oxford Milton Halifax
critico fier ch'ogni 'lusion smembra!
con tristo sapor di gogna e guttalax.

"Se infinite scimmie serri per miliard'ore
a scrivere su una macchina instancabile
sperimenterai ben presto che l'odore
della stanza diventa insopportabile!"

ha detto. Ed è scoperta assai gradita,
sol a soqquadro ha messo la Questura
che si è trovata ad arrestar pur Cita
per uno scritto in lingueggiatura!
 


MA RISA

Ma risa ne vengon tante
purtroppo non per allegria
il mio dente ora fiammante
è cosa trista, anzi più ria!

Irato enfior per un ascesso
provo tormento da assassini
bocca stringo assai depresso
però mascelluta, da Mussolini!

E-strazioni N-aturali
Z-ufolate O-rdinarie.
 


IPSE DIXIT:

>"Grazie, ma non desidero ricevere piu alcun messaggio da
>voi; arrivederci e
>grazie di tutto!!!"
...
No. Grazie. No. Grazie.
Si Oreste. No. Grazie.
Ma dopo le feste.
No. Grazie.
Tra tante foreste.
No. Grazie.
Tagliamo le teste.
No. Grazie.
Siam nelle peste.
No. Grazie.
Le menti son deste.
No. Grazie.
Le acque son meste.
No. Grazie.
Parole
sazie.
Ma senza disgrazie.
Da Briacus Aereoplano
Un saluto partigiano.


SE...

 Se la penombra della mia pochezza
 mi porta in premio sì meraviglie
 qual Dio si cela in tua asprezza
 che mi punge il cuore con sì stoviglie!


CARO SILVANO

Caro Silvano amico grazie per la cena
ottima bontà che ormai già sento in vena,
specie le orecchiette con le rape brune
e poi le salciccette dal sapor di fune;
ahi per il formaggio da me non assaggiato
n'h'omaggio 'n cuore, com'amor non dato,
perché io amo il brì, il sardo, il gorgonzola
che mi fa puzzar l'alito pur con la Gigliola.
Ma soprattutto buono il sapor dell'amicizia
m'hai dato una serata di luce e di letizia;
ancor tante parole col piglio intelligente
su la Resurrezion che ci sovrasta 'n mente.
Poi grazie soprattutto alla tua donna Pia
sguardo celestiale, lo stesso di Maria.


IL TRONO

Per farne vero orgoglio
gloria per lor teschi
ci siedono con boria
infami vermi ed esche,
vi cuciono il ritratto
con l'uso di corona,
la vita solo in trono
par essere d'un tuono;
quel legno è un ver
trabiccolo che somiglia
a un glande: ogni uomo
piccolo qui si atteggia
a grande. La forza è pegno
tristo un valore ameno
che infame lo trattiene
coll'egoismo osceno!


NE PARLO' TITO LIVIO

Ne parlò ai romani perfin Tito Livio
che gli artisti dopo tante speranze
si sarebbero imbattuti ne L'ARCHIVIO
così audace e forte di sostanze.

Infatti nacque il ventun settembre
all'equinozio inferto dell'autunno
con un notaio che morì a novembre
per l'entusiasmo di vetusto unno.

Or son degli anni che sen va a spasso
tra lupi artisti e capo lavor meningi,
qualcun è già famoso quanto un sasso
confitto nella terra per crear sfingi.

Orami tra gli scaffali della gloria
s'impolvera il romanzo e la scultura
ch'erompe dalla luce con la boria
di far eterno il tempo nelle mura.
 


BUON NATALE*

L'Associazione L'ARCHIVIO fa gli auguri
a tutti gli amici per questo Natale
ed ancor più spera d'aprire gli scuri
apposti da chi ci vuole un pò male.

Ma si va avanti con parole buone
tra lavoro successo idee brillanti
molte si realizzano senza ossessione
altre, sconfitte! succede a tanti.

Pur per quest'anno par tutto finito
meglio del previsto, dicon gli amici.
La ricchezza n'è molta, appena un dito
ma ci s'accontenta: mangiam solo alici.

Ormai tra la polvere che conta l'assai?
All'imbrunir QUESTA PACE uccide il mondo
bombarda le pene e non salvò or giammai
chi contro il male rioffrì male immondo.

Salam e shalom sono morti a dicembre
un mese ormai triste quasi dei morti
neppur vien la neve, s'abbraccia novembre
con bambini già uccisi e ramadam ritorti.

Natale ormai... è canestro di bombe
dollari storpi, ner spicciol milioni
caduti dal cielo e non son panettoni
ma pianto. Grandin funesta su tombe.
_________
*Nuovo bombardamento Statunitense sull'Iraq
 


INVERNO

A tutti coloro che vincono col sorriso
a tutti coloro che uccidono in silenzio
a tutti quelli cui gioia perdono è inviso
nego le scuse ed ogni altro assenzio.

Ma mi sovvien: pur'io ho ucciso'l maiale
ansimando l'orror più vile della vile fame
con la scusante d'esser pazzo. Era Natale
fui bruciato in un  solco di omicide trame!

Dell'odio sento l'odio, delle liti, le fallite
paci fuggite; dei concupiti stolti stermini
il sapor dicembrino; nei campi, dinamite
con cui Cristo pareva sfregiasse bambini!


VIVO TUTTE LE MIE PENE

Ed io sono tutto sporco
ed io sono quasi un orco
ed io son davvero porco
spezzo l'occhio e lo ritorco!

Vivo tutte le tue pene
mi consolo con il vino
pure al tempo gli conviene
far con me il malandrino!

Ma guai a voi ch'in quella stanza!
tentate un flirt con la speranza
questo accade ai lupi in cielo
non a voi, n'avete il pelo!

Io la cenere raccolgo
con le mani dentro al cuore!
agli uccelli e a Dio tolgo
ogni verme ogni onore!

Dove stai andando tu
c'è un cancello, c'è il tabù
trovi sol quel che vuoi tu
il gran fungo del mai più!
 


DISCIOLTO NELL'ACQUA*

A sera L'ARCHIVIO disciolto nell'acqua
il cuore depura il destino risciacqua;
e augura intanto a tutti i suoi soci
non solo ai più buoni ma anche agli atroci:
la Buona Pasqua e la buona crianza
di passare le feste senza mali di panza.

Che lo Spirito Santo poi reimpari la via
a non scender tra ladri ma da gente più pia.
Di buone speranze ne han bisogno ormai tutti
ma dove trovarle? Nei duomi distrutti?

O in esultanze assassine del vil terremoto
che ci pungola 'l seno per farlo più vuoto!?
Ma... la Pasqua ora viene, qual gioia darà?
una manciata di auguri. "Eccoli... son qua".
_________________________________
*In occasione del terremoto in Umbria e del crollo della Basilica superiore di Assisi.
 


DUBBIOSO!

Per una strana mutazione
il pensier divenne orbo
valutando la questione
s'io non fossi un sorbo!

Vagai dall'Alpi al mare
cercando un pò me stesso
fra erbe uggiose amare
in un brodo lungo e spesso.

Gradivo caldarroste
poi sgurgole garofani
le idee più composte
eran grosse come cofani.

Tosto al bottiglione
trincai la malvasia
in chiesa fu'n cenone
mister buttato via.

D'una lombarda lucciola
raggiunsi il suo binario
fu l'ora tarda mucciola
che amore! fu un sudario.

Su Loggia dell'Orcagna
sconvolto dai brigidini
mi morsero alle calcagna.
tre o quattro celerini.

Fuggir volli a Ravenna
con altri poveracci
a galoppo su una renna
vestito sol di stracci.

Qui uno dei figlioli
mi voleva cucinare
insieme a dei fagioli
vedendomi ingrassare.

Effui zampone certo
dal gusto ver indegno
ma lui restò incerto...
s'era più buono il legno!

Bevuto ch'ebbi agl'orci
andai pure a teatro
cantavano dei porci
arresi ad un aratro.

Ai gatti parve serio
sentirli grufolare
gustandone il pomerio
dei cosci sull'altare!

Per gioia le donzelle
remavano con arte
scoprendosi la pelle
che mi giocavo a carte.

Giunsi alfin in cielo
tra un roseto ardente
Lei mi strappò il velo,
l'amore suo, potente!
 


CARA MARISA

Cara MARISA dal dolor mai lisa
per la bellezza della cammisa!
Mentr'a Briacus, quando ci penzo
va storto il dente che pure cadenzo.
Or or son tornato in ver da Salerno
ringraziando punture e Padreterno
infatti senza quel suo grande aiuto
caspita pel freddo mi sarei perduto.
Non sol tirava la tramontana
il mare torvo una settimana
oh! poi oltre a questo tanto lavoro
con le pellicole senza sal nè oro.
Certo far parte di una giuria
non sapevo: ma è cosa assai ria:
film davver brutti senza sapore
che forse era meglio legger Le Ore
in una stanza ad occhi chiusi
per sognar storie con tante bei musi.
Purtuttavia i due premiati
erano salvi e non disagiati,
c'era talento nei loro pensieri
intelligenza sapienza mestieri.
Premiato da attore pur Franco Nero
che come già sai è aperto sincero.
Meglio sarà nei prossimi anni?
o forse lo erano... i miei vent'anni.


SUA ALTEZZA

Pur se nel mio cor la poesia e' tanta
Dinanzi a te fors'io son piccoletto
Son alto si e no un metro e settanta
chissa' davver se poi ci arrivo al letto!

Ma per il piacer del corpo tuo p'averti
follie ti garantisco e si’ volteggi forte
che sarò un fiume... un tor, nel tenerti,
mai più potrai sfuggirmi da altre porte!

Ahime', l'amor del core a volte alberga
in corpi ch'a vederli son assai scadenti
ti verrebbe voglia di voltar lor le terga:
ignori che lor furia è nel furor de' denti!
 


FALLOIDES

Fungo Amanita...
questo è appellativo
per ogni tua partita,
o sol un nome schivo?
Sei di questa terra
che sorge sul Tevere
oppur in altra serra
te ne stai a bevere?
Mia madre un dì ammise
che pur vivendo a Roma
son certo del Molise.
Ma tu viaggi in croma,
oppure in un congegno
che vive sol d'ingegno?

Eppoi dimmi, non pungo,
per qual ragione astrale
hai scelto il nom d'un fungo
e non d'un animale?
Puoi anche non rispondermi
o Musa, alle domande
pel timore di confondermi
con tue ferite blande,
ma io trattengo il fuoco
e brillo... poco a poco.

PAX

Scoppiata è la pace che cosa terribile!
non più le sirene rallegran le strade
lor canto marino è tornato inudibile
e i generali depressi ingoian le spade.

I rifugi son vuoti è rimasta la pelle
nessun più corre a goderne'l ricovero
Guardi la notte: è sol nubi con stelle!
Mancan le bombe... tutto è più povero.

Almeno prima con tanto metallo
che scendeva dal ciel senz'ostacolo
gioivi  pei botti da sala da sballo
ed ogni crollo pareva un oracolo!

Troppi zoppi, or vivi, sbracciati
bighellonano senza mestiere
meglio prima che eran soldati
e p'onore morivano a schiere!

Oh! in guerra la gente è pacifica
tra gl'allarmi nessuno protesta
perché santa la guerra bonifica
dai ribelli che usan la testa.

Se scoppiata davvero è la pace
vi garantisco è cosa assai triste!
è una noia n'aver più la brace
delle urla, a quei morti frammiste.

Temi proprio che duri in eterno
tal grigiore che pare un sudario;
dormi e sogni che torni l'inferno
d'un bombardamento umanitario!
________________________
I bombardamenti di Bagdad voluti da Clinton nell'ultimo lustro di fine millennio venivano, colmo della ipocrisia, chiamati umanitari!.


BUON... A DUE AMICI

L'animazion delle parole
nella forma davver critta
nasconde profum viole
d'Augur di gioia invitta.

Per te Angel, Sabrina
buon Anno pur a Daria
l'una n'è ver bambina
l'altra è vit'amore aria!

Un saluto da Gigliola e Briacus
dalla casa in via del Biscione.
Il 31 andiamo da Fiorenzus
a passare un bel veglione.

Poi ancor ci sentiremo
al mio ritorno a Roma
per un'arte di cui fremo
e ch'emozion non doma.


MACCHINE

Mesco sol tanto ire;
amaro pianto tra tengo
ed or tra tante dure ore
fieri fori paro con pire irte
di pere pure e rare. Rado
il riso ho assiso nero, pare
un cardo inciso altero;
o Dite... l'infer, no! è un auto
dromo, o è ade? Credevo
a Sade, temevo il terno
mentre l'otto con la moto
retta e scatto un clik
sul collo fatal! furor
terren: Ueh! uoh!
Whé… me?! che ardor!
se sol col sol do se la fa
sto re. Buh! nell'orto
lo voglio c'un raglio!
in ammollo quel ricco
intruglio d'aglio!
o sbaglio? Credevo
soltanto, credevo
credevo al rin tuono
bobove d'un peto.
Nel ghiaccio tra il caglio.
Impaglio questo fier
boccon cino filo so fo
co spetto der macio?
Lo cruccio ner cacio!
o pocio ir mucio, lo cocio
e l'inciucio?!.Credevo
soltanto e mescevo
bel suono...politi ca mente
pu do re sul cuore!
Pubocchiute brambille
bertà re gi nelle...
qui felicità senz'età
tà tà tà! Aaaalfabeto
spazzino guttuso
quante fatture
in questo nudo sopruso!
emo zioni. Mugugni
sanguigni e chi beve
si burla, conficca nel saio
le foglie cadute, che guaio!
son solo ginestre di avari,
poll'astri, malizie.
Chiamate un cocchiere
che conosce il sentiero,
ha bevuto solo un bicchiere?!
Dio che mestiere
esser fattucchiere
di suoni. Ma è la cultura
la più vil spazzatura?!
o e' solo un arguto
mestiere d'antica età
di cui non s'ha più pietà?!


CONGEDO

Sta finendo il duemila
partito da lontano
con gli anni tutti in fila
che corron piano piano,

non so se tutti voi
ne avete nostalgia
di questi inani eroi
che ci segnano la via

ma intanto essi passano
lasciandoci un po' dietro
e i pochi sogni lasciano
degli anni il grande pietro

che poni sulla terra
qual grida di tormento,
il duemilaun ti afferra:
buon anno! è un momento.


Briacus e Querciolus


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