Archiviodiario - diary 
Il cerchio infranto

di Mario Terracina

 

Ti ricordo, Mario, quel giorno che mi portasti in quel parco vicino alle Fosse Ardeatine, dove c'era il convento dove tu fosti rifugiato con la tua famiglia. Mi ricordo quando mi dicevi che quel pomeriggio del 24 marzo si udivano crepitii di spari, rumori di camion e voci (quasi urla) di là da basso presso le cave. E vi chiedevate cosa fosse. Mi dicevi pure che presso una specie di bettola, giù sulla strada, s'avvicendavano dei soldati germanici, di tanto in tanto, a telefonare, disperati.
Poi, si seppe cosa era accaduto!
E mi raccontavi ancora che un giorno, presso quel convento in cui vi sentivate precariamente protetti, comparvero dei tedeschi, curiosi. E tu fosti preoccupato. Minuti dopo li scorgesti, di lontano, portavano tuo zio, gli era accanto. Timore, ti prese. Vi avevano scoperto? Invece, nell'approssimarsi ti sorrise. Si era improvvisato guida turistica per quei soldati in libera uscita e dava loro acute spiegazioni inerenti al parco e poi alle catacombe, colà, di San Callisto.
Ricordo ancora che volesti accompagnarmi con determinazione sugli stessi luoghi. Volevi che io comprendessi. Volevi potermi raccontare.
Ti ascolto ancora, caro amico, e odo le tue parole. Adesso. Rammento quando mi erudivi ai segreti dell'informatica ed anche a quelli della tua scrittura. Mi parlavi tenendoti con le unghie il mento, perché la mandibiola non andasse per suo conto, perché gli imprimessi la forza delle tue parole. Mi consigliasti tu di non fare causa di lavoro, ricordi!? ma solo dopo esserti informato dal tuo avvocato. Ti preoccupavi per me. Sei stato gentile nell'invitarmi a casa tua a cena, con tua moglie Lizeth, di cui ho pregevole stima. Lo sai che lei mi ha invitato anche altre volte, quando non c'eri più tu!? Per due capodanno di seguito. Devi saperlo, è una donna davvero di qualità, sottile, rafinata, che sa comprendere un uomo. E ancora, ti ricordi, d'estate, in terrazza, quando mi narravi delle tue avventure!? quelle vissute durante le assurde inaugurazioni delle linee aeree intercontinentali?! quando trascorrevi mesi, in giro per il mondo, gratis, ma con l'obbligo di portarti appresso un enorme guardaroba per tutte le stagioni!? Andavi dall'Alasca al Marocco. Dalla Cina alle Americhe. Per tornare poi in Italia a casa tua sfinito! Non menmo interesanti le escursioni in Europa. Dicevi dei tuoi giorni in Olanda, quando, giovane... rimanesti turbato dall'incontro con una bella ragazza, che avrebbe voluto giacere sia con te che con un tuo amico, una sovrabbondanza che ti creò disgusto, tanto che l'abbandonasti!
Ma quel che ancor più ricordo è altro: "Enzo, stai attento alla Epatite C" mi dicevi. "E' mortale, stai attento. Io l'ho trascurata!" Quanta amicizia ponevi, Mario, in quella semplice raccomandazione! Eri paterno. Ma un pò sembravi anche pazzo. Mi ricordavi il personaggio di un film polacco (forse del regista Wajda) interpretato da un giovanissimo Roman Polansky. Eri allo stesso modo scanzonato, assurdo, generoso.
Ti ricordi quando venisti a teatro a vedere Gigliola al Notegen, con tutta la tua famiglia, e lei era senza voce? Tu ti alzasti e ti rivolgesti con preghiera di comprensione a tutti gli spettatori, che tenerezza, eri anche tu senza voce! Mai applausi furono più graditi. Sospesi. Sorpresi. Vivi. Disinteressati. La cui asprezza possedeva il manto di due ali che battono.

Un altro sussurro di te, mi è ancora fermo sull'anima...
Mi narravi di tanto in tanto. E poi vi tornavi sopra, come su una ferita che tiu creava dolore... Il rammarico per certe scelte di una persona a te cara... Me ne dicevi sommesso. Desolato, malinconico. Certe volte t'illudevi persino che quel che mi raccontavi, in fondo in fondo poi non fosse vero. Chissà se poi lo è, Mario. Quanto volte ci ha ingannato il lustro della vita! Quante volte il vero è stato Vero? Vero come questa percezione disumana che mi lacera ancora ora, questo sentirti lontano e mi manchi. Sei partito portandoti via tutto; le lunghe chiacchierate per telefono che non ho più. Le tue riflessioni amare sulla guerra. Le illusioni che potesse nascere una nuova letteratura. Sei partito, Mario, portandoti con te in valigia l'onesta amicizia virile di amico. Guarda, hai dimenticato qualcosa! Dal treno corre il marciapiede. Hai dimenticato di portare con te la mia solitudine! Torna.

 

Biografia :
Il 24 Aprile 1925 Nasce in Ancona.
(per poco non nasceva in mare).
Il 19 Agosto 1945 Ingegneria Elettrotecnica a Roma.
Il 18 Settembre 1954 Socio e amm.re TEMOS snc.
(forse fu il nome infelice)
Il 10 Gennaio 1956 Agenzia di commercio in proprio.
(non presa troppo sul serio)
Il 21 Settembre 1969 Corso di specializzazione in Elaboratori Elettronici.
Il 18 Ottobre 1971 Direttore della E.C.S. (European Computer Services) spa.
Il 20 Settembre 1975 Consigliere della E.C.S. spa.
Il 14 Ottobre 1977 Socio della E.C.S. spa.
Il 12 Giugno 1979 Consigliere delegato della E.C.S. spa.
(soci in numero dispari e minori di tre !).
Il 29 Ottobre 1982 Amm.re unico della S.I.E. sas.
(chi fa' da se' fa' per tre).

Estratto:
"Gonne. Ho sempre odiato la gonna pantalone. Ti impedisce di avere quel che promette.
Violenza.
Ti ho usato violenza e ti chiedo scusa, ma il desiderio di essere in te mi ha soggiogato.
Ora sei li', dinanzi a me e dormi. Il mio sguardo ti percorre tutta , il naso biricchino e le labbra dischiuse, in attesa di un onirico bacio e giu' sul tuo corpo pieno di dolci promesse, e sulle gambe, liscie ed avide di carezze sino al piedino slanciato a indicare disponibilita'.
E ancora e ancora ti guardo e mi appari talvolta gatta selvaggia altra soave gazzella nel ritmo del tuo respiro e non mi stanco di farlo, permeato e beato da quella sensualità che tuo malgrado traspari."
 

Rifugio.
Mi sono svegliato presto, inconsueto per me. Non avevo più sonno, ma ero ancora stanco. Mi sedetti alla tua ombra e mi riaddormentai.

Divertimento.
La curiosità si accende se promette emozioni.

Noia.
La mancanza di emozioni al funerale della curiosità.
 

Il samaritano.
Al bar, un amico: questi camerieri ti conoscono ed hanno mille attenzioni per te, dai buone mance? No, cerco solo di dar loro un pò di speranza.

A sproposito.
Il mio computer parla e mi dà il buongiorno ogni mattina. Oggi, per una emergenza, sono andato in ufficio solo a sera inoltrata.

Guardaroba.
Normalmente il 21 di Giugno faccio lo scambio nel mio guardaroba. Giacche orfane dei pantaloni e viceversa mi compaiono dinanzi a chieder giustizia. Raramente mi riesce di accontentarli. Il vestito nero del mio matrimonio mi appare talvolta, fiero e felice del suo intatto accoppiamento. Beato lui.

Provvedimenti.
Sono molto orgoglioso del mio frigo no-frost. Un giorno però fece pipì nell'interno. E' guasto il temporizzatore disse il tecnico, occorre sostituirlo. 120.000 lire e il problema sembrò risolto.
Apposi però un segno segreto sull'espiantato e lo spedii a Milano.
Passarono mesi ed ogni tanto telefonavo per avere notizie: è in osservazione nel laboratorio, mi dicevano.
Un bel giorno tornò corredato da tre pagine di certificato in cui si attestava la sua perfetta salute ed efficenza. Non aveva però il mio contrassegno e inoltre aveva una coda riavvolta (credo il capillare) che il mio certamente non aveva. Lasciai perdere. E quando il mio no-frost riprese a fare pipì con gran disappunto di mia moglie, gli fornimmo un 'vasettò dove la potesse fare in pace, senza bagnarci tutto.
Ogni tanto lo vuotiamo , come una volta facevamo con la nostra piccola Titty.

Decisioni.
Ho deciso molte volte di smettere di fumare. Ogni volta ho cambiato idea al pensiero dei miei poveri accendini, per non parlare dei posacenere, che sarebbero stati condannati all'oblio.
E poi come farei a sapere da dove viene quello spiffero di vento? Quella corrente d'aria? Senza contare che non saprei che fare quando aspetto qualcuno nella notte buia, senza luce e magari al freddo. Cosa che qualche volta mi accade.

Cose morte.
Ogni tanto rinvengo in casa un oggetto misterioso. Chissà di chi era e a che cosa serviva. Lo ripongo nel mio cimitero delle cose e ogni tanto li vado a trovare.

Rivoluzioni.
Sul mio pianerottolo un inquilino ha uno stoino microscopico, l'altro magalattico. Ogni giorno son tentato di invertirli ma desisto.
Domani li scambio.

Libertà.
Oggi ho offerto, in variazione delle mollichine, dell'insalata agli uccellini che mi attornano al bar. L'hanno sdegnosamente rifiutata. Per anni l'ho data al mio canarino e sembrava gradirla.
Era forse solo per un desiderio inconscio di libertà?

Annunci.
Segretaria giovane bellissima offresi primo impiego serietà.

Attesa
C'è una macchina meravigliosa molto bella che fà cappuccini. Essa ha però in sè solo il latte.
Un uomo si avvicina. Scalda la macchina e introduce il suo "caffè" nella apposita feritoia. Dopo un pò escono uno o più cappuccini.
Naturalmente sono piccoli e dovranno crescere per diventare dei veri frati cappuccini.
 

Il pensiero umano.
Molto dopo Socrate venne Platoon ....

Società solidale.
Non c'è niente di più inutile di un mazzo di carte con carte mancanti. Se però tali mazzi sono molti se ne possono ricavare tanti validi.

Ordine e Disordine.
Il disordine non evidenzia ripetizioni nè mancanze.
L'ordine evidenzia ripetizioni e mancanze, ma non produce nulla.
Se riesci a eliminare le ripetizioni risparmi, se riesci a sopperire alle mancanze, che sono infinite, crei.

Le mete.
Alcuni anni fa decisi di morire. Non certo di suicidarmi, ma solo di non far nulla per impedirlo.
Le malattie "mortali" che mi affliggevano avrebbero certamente fatto a gara per la supremazia e una avrebbe vinto.
Nell'attesa la vita mi sembrò più sopportabile e la presenza di una seppur macabra meta ne era il motivo.
Una meta tira l'altra e mi trastullai in piccole mete accessibili. Furono queste a farmi cambiare idea e le ringrazio.

Libri.
Un sistema di dare emozioni e consigli a pagamento. La tariffa dipende da quanto questi ultimi sono considerati validi.
Utili, ma pericolosi, i consigli occulti. Oggi và per la maggiore dare solo emozioni, senza considerare che il consiglio occulto correlato spesso è deleterio (non per l'autore).

Banalità.
Il concetto di banale è correlato a quello di originale. Quasi tutta la nostra vita è banale, convenzionale, insignificante. Raramente facciamo o diciamo qualche cosa di originale, qualcosa che dipende solo da noi, dalla nostra personalità, nuova per noi e per gli altri, qualcosa non necessariamente bella o utile, ma che se lo è verrà usata o detta ancora, da noi e da altri e diverrà banale.

Riso.
Se fai un errore, perdi di dignità, cadi in un equivoco, io rido, cioè allargo le labbra e mostro i denti chiusi, come dire "non sono io il tuo nemico!"

Lo spigolatore.
Un buon spigolatore guarda in tutto il campo se c'è ancora qualcosa di buono, non getta tutto il campo per passare ad un altro ancora pieno di frutti che,in quanto ancora lì, non promettono molto di buono.

La follia.
Essere un pò folli qualche volta è piacevole, ma pericoloso.

La noia.
Un pò di noia non fà male. Fermarsi ogni tanto ci aiuta a contemplare quello che abbiamo o non abbiamo fatto.

La speranza.
Nei giovani c'è una speranza di un futuro che nei vecchi è spesso solo una pianta secca e avvizzita.

Pazzia.
Tutti i grandi sono un pò pazzi. Non tutti i pazzi sono grandi. Anzi. E allora, che cos'è questa pazzia ?

Vivere.
Meglio vivere un giorno da Carlo che cento anni da Giacomo ?
Eppure Giacomo è felice, Carlo no.

Grandi e piccoli.
I grandi uomini non sono tali in quanto hanno avuto 'pensieri di grandi uomini', ma, già essendo grandi, hanno esternato pensieri atti all'uso dei piccoli. E i piccoli ci credono.

Le pieghe.
Tutto e tutti hanno una propria 'piega': il giornale, i capelli, mia moglie. Guai a tentare di dargliene un'altra.
 
Ordine.
Lo sapevate che noi in effetti mangiamo 'ordine'? Il disordine provocato dal vivere necessita di una continua compensazione. E se vi sembra una balla, consultatevi con il fisico Erwin Schroedinger (1887-1961), colui che scrisse "Che cos'è la vita".

Le pieghe.
Tutto e tutti hanno una propria 'piega': il giornale, i capelli, mia moglie. Guai a tentare di dargliene un'altra.

Geni.
Suscitare la compassione dei geni è il solo modo di avere la loro
attenzione. Porsi all'attenzione dei geni comporta solo di ottenere la loro compassione.

Anni.
Ci sono com'è noto, anni di piombo, di fango etc, ma anche: inutili, rappresentativi, costruttivi, evolutivi, creativi, rapidi e lenti, dinamici e plantigradi etc. In che anno siamo?  L'anno può avere, indipendentemente dagli altri, un carattere "mio"? Certo! e allora devo plasmare i miei anni e non subire la loro generale definizione.

Tutto stà nei se.
Se l'uomo delle caverne non avesse usato il 'se' saremmo ancora lì.

Presunzioni.
Il medico che preferisce dirti la "verità" nei casi gravi è un presuntuoso, pensa che tu gli crederai.
 

LA SOGLIOLA

Misurava non più di cinque centimetri e stava là, con la sua anima resa al cielo dei pesci, impigliata nella rete sgocciolante, sulla battigia. Con delicatezza la svincolai e stava tutta nella mia piccola mano, fresca e sembrava viva.
Per sicurezza la misi nel mio secchiello pieno d'acqua di mare e non sapevo cosa sperare e cosa avrei fatto se si fosse rimessa a nuotare. Non si mosse e calò al fondo.
Si può fare la respirazione artificiale alle sogliole? Mi sorpresi a pensare e la risposta fu no, o almeno non mi risultava. Era morta, non c'erano più dubbi. La portai a casa e la mia mamma me la fece fritta. Non riuscii a mangiarla, tanta era la pena che provavo. Non volevo vedere, nè sapere quello che sarebbe successo. Uscii dalla cucina e non la rividi più.

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