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Via Rasella
L'altra faccia delle Fosse Ardeatine
intervista con
ALDO ALESSIANI
medico legale
di Enzo Cicchino
(1994)


Adattamento personalizzato dell'intervista originale realizzata dal regista Enzo Cicchino nel corso della sua inchiesta sull'azione partigiana di Via Rasella e andata in onda per il programma della RAI TV- MIXER di Giovanni Minoli.



D.: Cosa le fu raccontato su Via Rasella?

R.: Che... Appena dopo l'esplosione della bomba per i soldati tedeschi e gli ufficiali tedeschi che sopravvennero immediatamente appena sentito dell'avvenimento si presentò una visione apocalittica. Molti soldati tedeschi erano letteralmente a pezzi. I corpi vennero ricomposti su un marciapiede, 32 per l'esattezza. Si portò via il trentatreesimo che morì durante la notte successiva.
Ma ci furono anche morti italiani. Sul posto morirono un vecchio ed un ragazzo di 8-10 anni.
Nella settimana successiva l'Agenzia Stefani comunicò a tutti i giornali che altri cinque civili italiani erano morti in conseguenza dell'esplosione, e il numero che si raggiunge è sette.
Effettivamente è uno fenomeni delle grandi esplosioni il morire a distanza di giorni, quando tutto sembra svolgersi bene per il leso, poi improvvisamente interviene il decesso. E' una caratteristica dell'esplosione.
A questi sette dobbiamo aggiungere l'ottavo, l'autista di Caruso. Anche lui raggiunse Via Rasella dopo lo scoppio. L'autista di Caruso fu ucciso dagli stessi Tedeschi che, in preda a furia reattiva, si misero follemente a sparare contro le finestre delle case di Via Rasella pensando in un primo tempo che l'esplosione fosse attribuibile a bombe buttate dalle finestre delle case vicine. Una pallottola vagante raggiunse anche l'autista, appunto, di Caruso che morì sulla strada. Per cui i morti sulla strada furono 35, 32 tedeschi e tre italiani. I processi di ricomposizione furono imponenti...
 

D.: E riguardo alle Fosse Ardeatine?

Quando fu scoperto il massacro delle Ardeatine, la procedura per l'identificazione dei corpi fu difficilissima e richiese parecchio tempo. Più che la riconoscibilità dei corpi, la riconoscibilità avvenne attraverso oggetti o indumenti che si trovarono addosso alle salme. Molte salme erano addirittura senza testa per lo scoppio determinato dal colpo alla nuca e poi per l'ampia natura destruente dovuta ai roditori di cui le cave Ardeatine erano ricchissime, quindi è assolutamente verosimile che diversi corpi non siamo stati identificati.
Quanto ai cinque corpi trovati in più, si disse anche che appartenevano a dei disertori ufficiali tedeschi, e che erano stati portati alle Fosse Ardeatine per l'esecuzione. Ma durante il processo Kappler questo non fu confermato, i Tedeschi non avrebbero mai ammesso che dei loro soldati, dei loro ufficiali fossero dei disertori. Probabilmente sapevano benissimo a chi appartenevano quei corpi, ma tacevano proprio per questa ragione.
E' difficile che dei tedeschi si siano sbagliati sul conto totale degli esecutandi per confusione del momento, così passò la conclusione della sentenza. Lo ripeto, è poco probabile che, data la metodicità germanica, si sia sbagliato con cinque corpi in più.
 

D.: L'errore pare sia nato da una confusione di Caruso, tant'è che Kappler...

R.: L'errore del primo computo certo è da imputare a Caruso, che -di prigionieri- ne prese cinquantacinque invece di cinquanta. Ma non fu Caruso l'esecutore dell'uccisione dei 335, furono i Tedeschi, che malamente tennero il conto degli esecutandi che passavano per le loro mani. Anche se confusionario l'elenco di Caruso, resta sempre poco credibile che non si fosse tenuto conto dell'errore.
Come mai si siano esecutati lo stesso i cinque dopo che se ne sono accorti? Sicuramente quei cinque li hanno ammazzati per evitare testimoni ingombranti. E questo ancora non butta buona luce su quel terribile episodio.
 

D.: Tuttavia Kappler fu condannato per i cinque in più. Se lui avesse dimostrato che erano soldati tedeschi probabilmente non ci sarebbe stato motivo di condanna.

R.: Non ci sarebbe stata questa ragione di condanna, ma per un ufficiale tedesco ammettere,  ripeto,  che degli ufficiali - si parlò di ufficiali tedeschi disertori che poi erano stati rintracciati e come disertori in tempo di guerra non potevano non essere condannati a morte - immaginare che un ufficiale tedesco venga ad ammettere che quei cinque fossero i disertori tedeschi è poco pensabile, è più ammissibile accumulare su di sé il conto di una colposità di cinque individui per sbaglio, tanto lui aveva perfettamente intuito a priori che sarebbe stato comunque condannato all'ergastolo. I cinque omicidi colposi in più oramai non spostavano di molto quella che sarebbe stata la condanna.
 

D.: C'è perfino una macabra curiosità intorno alla vicenda...

R.: Sì, appena riaperta la penetrabilità delle Fosse Ardeatine fu trovato un altro cadavere all'inizio che probabilmente era stato deposto in epoca posteriore e che non era attribuibile a nessuno... nemmeno ai Tedeschi stessi. Di chi si trattava non si è saputo mai. Probabilmente un omicidio comune.
Quindi il numero esatto degli esecutati, 335, è dovuto all'omicidio volontario aggravato e continuato, così come si cita nella sentenza militare contro Kappler. Per il resto fu conteggiato anche il famoso "oro di Roma" considerando che l'oro preteso dagli Ebrei fosse stato una sua iniziativa.


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