Archivio romanzi - novels


La fonte di Mazzacane
di  Enzo Cicchino






Presentazione:
Una regione, il Molise. Un paese, Gavena. Un cono d'ombra confitto nel mondo sannitico. Un periodo storico, il dopoguerra, ancora ossessionato dai tristi ricordi di una vicenda bellica non ancora - e non potrebbe essere altrimenti - metabolizzata.

La materia si anima nelle mani dell'artista. Il paesaggio tormentato del Molise diventa una tavolozza di colori. Densi. Pastosi. Crostosi. Chiaroscurali. Le parole che si inanellano sulla carta diventano pennellate vigorose. Senza tentennamenti né ripensamenti. Non c'è bucolica serenità né idilliaca soavità nella vicenda narrata. E nemmeno generosa tolleranza, ma solo dura, imparziale, cruda realtà rurale di un mezzogiorno orfano della speranza.

Pessimista razionale, ma senza ottimismo della volontà, l'autore disegna i personaggi, che animano la vicenda, a carboncino. Privilegia le ombre piuttosto delle luci. Gli uomini, le donne, i bambini e, persino, gli animali di Gavena non vivono, sopravvivono. Non amano, si accontentano di non odiare. Incapsulati in una spirale perversa che li trascina in un gorgo fangoso dal quale esala il tanfo della decomposizione di una umanità spogliata di significato. L'afrore della putredine dei sentimenti defunti. Su tutto, con tocco magistrale, rimbomba il frastuono di una normalità assordante.
 

Cover PreViewCopertina del libro.


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